Lettera aperta al Presidente Draghi: nuvole illiberali sull’Italia
Caro Presidente, premesso che sono un socialista Craxiano non pentito, premesso che ricordo la sua presenza nel Britannia in un momento in cui svolgeva un ruolo importante, ma non autonomo, premesso che ha saputo difendere l’Italia dal Presidente delle BCE, premesso che non credo all’uomo solo al comando o al mitico salvatore della patria, la considero la persona più competente che in questo momento può esprimere il Paese, inoltre ha individuato alcune persone di valore nei dicasteri chiave per l’economia del Paese (Funzione Pubblica, Mise, Ambiente, etc).
La Sua nomina a Presidente del Consiglio è stata accolta a furor di popolo nel Paese ed anche a livello internazionale, sia per le sue competenze, ma anche per la consapevolezza che il governo Conte 2, con la sua maggioranza di scappati di casa, stava portando l’Italia in default e avrebbe condizionato l’economia europea e messo a rischio la gestione dei fondi europei per la ripresa economica.
Sono consapevole che parte della nuova maggioranza agisce più o meno sottotraccia una azione di sabotaggio da parte di quelli che invocavano “Conte 3 o morte”, e poi, in generale, i cosiddetti partiti che la sostengono sono preoccupati di perdere consenso politico dopo che per anni hanno alimentato nel Paese una cultura populista e antidemocratica culturalmente.
La politica sanitaria l’ha eredita e ha cercato di riparare il possibile, nonostante Speranza, nominando il generale Figliuolo nella gestione operativa, ruolo svolto con competenza e con ottimi risultati relativi al piano vaccinale, però Presidente ho la sensazione che alla burocrazia (ma anche alla classe politica), che è sempre stata in questi 30 anni autoreferenziale, stia sfuggendo di mano la gestione della pandemia.
Questa costante stretta sulle libertà individuali, per salvaguardare la nostra sicurezza, comincia a presentare delle crepe sulla irrazionalità burocratica, ma anche sui controlli alla lunga impossibili, c’è un atteggiamento culturale di considerare il popolo suddito e non responsabile. Il Governo Conte 2 ha dato 50ml di euro ai media per informare sul virus, mentre il suo 20 ml, ma gli effetti sono devastanti sia per personaggi di dubbia competenza, quando c’è il titolo di competenza, c’è un delirio comunicazionale che determina un effetto di rigetto perché si nega quello che si è detto il giorno prima. Non solo non informano, ma determinano un clima di confusione, e dunque di paura, che sta provocando problemi di tensione tra i cittadini, anche per l’esistenza di un atavico comportamento umano che, quando emerge la paura, cerca il colpevole, offrendo così un nemico al popolo (il diverso o colui che non si conforma al pensiero unico) per coprire le magagne e le incompetenze dei governi Conte che stanno sopravvivendo nel suo Governo.
Lei certamente sa la differenza che c’è tra autorevolezza e autoritarismo, quando un governo inizia a sviluppare forme di autoritarismo, vuol dire che sta perdendo il rapporto con il popolo, in psicologia (e ne servirebbero di Psicologi ad alcuni ministri e membri del CTS) si dice che quando un genitore arriva a minacciare un figlio, vuol dire che quel genitore non ha più argomenti e credibilità nei confronti del figlio, ecco a me sembra che questa è la china che sta prendendo il suo governo, grazie al condizionamento di questa cultura autoritaria che pervade ampi strati del Paese.
In Italia la cultura cattocomunista, ed anche fasciocomunista, ha da sempre impedito l’affermarsi di una cultura liberale, perché controlla le case matte della burocrazia (Università, magistratura, ma anche media), probabilmente siamo tutti, nel nostro Dna culturale, portatori sani di questa cultura, ma la paura del virus e l’incompetenza politica e burocratica stanno facendo danni minando il consenso, non tanto del governo, ma della Sua persona, che è il loro obiettivo.
Vede Lei gode di autorevolezza, ma vorrei farle presente che molti di questi eletti dal popolo, oltre a non essere i reali terminali delle aspirazioni popolari, perché non frequentano il popolo che li elegge, hanno tutto l’interesse a screditare la sua autorevolezza perché, oltre ad essere incapaci, manifestano da tempo comportamenti autolesionisti (ad esempio la diminuzione del numero dei parlamentari).
Le auguro, nell’interesse del Paese, che possa fare il Presidente della Repubblica, perché non sarebbe più sottoposto agli equilibrismi di una classe politica, in buona parte indecente, che non conosce nulla degli equilibri internazionali e non ha visione del futuro; il suo settennato potrebbe essere una garanzia per rilanciare il Paese e spronare le forze politiche a realizzare partiti veri e far funzionare uno stato sempre più lontano dai cittadini, cominciando dalla magistratura. di cui lei sarà il Presidente. Mi permetto, in conclusione di questa riflessione, di chiederle un atto di forte discontinuità nei confronti di questa deriva autoritaria e burocratica con cui si sta ingabbiando il Paese, ma anche l’economia.
Roberto Giuliano