sabato 26 marzo 2022

Ucraina: la vittoria del capitalismo e la globalizzazione finanziaria

Segue  da Ucraina: la mancanza di nuova Yalta https://lesfumaturedelgarofanorosso.blogspot.com/2022/03/ucraina-la-mancanza-di-nuova-yalta-per.html

  Ucraina: la vittoria del capitalismo e la globalizzazione finanziaria 

Parte 2

 

Con la vittoria del capitalismo nei confronti del comunismo sovietico il paradigma delle relazioni internazionali si è profondamente modificato. La stessa globalizzazione non si sarebbe potuta realizzarsi finché il mondo era diviso in due blocchi che si confrontavano mediante l’equilibrio del terrore.  

 

Non è un caso che in quel periodo storico le guerre avvenivano per procura e per zone di influenza in cui le due super potenze mondiali si confrontavano o si combattevano mediante le aggressioni tra stati amici evitando un confronto diretto tra le due super potenze (super potenze perché entrambi in possesso di arsenali nucleari). 

Questo equilibrio del terrore ha garantito in Europa la pace dal 1946 fino agli anni 90 del secolo scorso. Con la dissolvenza del comunismo, e per colpa dell'Europa a metà anni 90 scoppia la guerra nei Balcani.   La ex Jugoslavia come ex paese comunista ma non allineato con l’’Unione Sovietica si auto dissolve in tanti stati e statarelli sviluppando una aggressività etnica tra loro, nonostante che per tanti anni hanno convissuto in pace e armonia.  

 

L'Europa ed in particolare la Germania ne è stata responsabile per aver deciso di riconoscere la Slovenia e la Croazia invece di indicare agli ex stati Jugoslavi che solo insieme potevano aderire alla UE, questa scelta ha comportato una guerra fratricida che ha determinato anche l’intervento militare della Nato. 

 

Il nostro Paese non ha svolto nessun ruolo diplomatico essendo in piena seconda Repubblica, che ha liquidato una classe politica degna di questo nome, perdendo il suo ruolo internazionale sia per il   servilismo della nuova classe politica che si è affermata e sia perché assillata dalla falsa rivoluzione giudiziaria, il suo orizzonte   politico non è andato oltre i suoi confini. 

Le guerre, tutte le guerre hanno alla loro base la conquista di territori o zone di influenza economica, coloro che aggrediscono o coloro che provocano per aggredire o essere aggrediti sono esseri umani che nel bene o nel male le loro azioni sono determinate da interessi economici, da interessi personali da sempre divulgati come interesse del proprio popolo. 

 

Comunque, nel caso dell’Ucraina se è certo colui che è l’aggressore meno certo è comprendere gli interessi economici in giuoco tra il capitalismo occidentale e il capitalismo oligarchico Russo.

 

In Occidente c’è il tentativo di presentare questo conflitto in modo manicheo tra democrazia e dittatura, cercando in questo modo di proporre un vecchio cliscé per cui esiste la Nato: tra comunismo e democrazia, omettendo che questo è un conflitto tra capitalismi diversi aldilà del sistema di governo. Certamente per noi Occidentali la democrazia è un valore inscindibile, ma proprio perché democratici abbiamo relazioni e accordi con molti stati autoritari o formalmente democratici. 

 

Credo che dopo la stagione delle cosiddette primavere Arabe stimolate dall’occidente possiamo essere tutti d’accordo che la democrazia non si esporta con le armi ma con la cultura e la convenienza economica per i propri popoli. 

Lo scenario geopolitico che dovremmo cominciare prendere in considerazione dopo la scomparsa del comunismo è la nuova forma di Capitalismo che si è realizzato e si sta affermando,  un capitalismo che da sempre è  sovra nazionale si è globalizzato,  che a differenza di quello del 900, in cui si confrontavano l’aspetto finanziario e i suoi aspetti speculativi con quello manufatturiero, oggi l’asset finanziario  si incontra e volge a nozze con l’economia e la finanza Tecnodigitale considerando gli altri comparti del capitalismo:  le attività di servizi e della produzione come secondari.  

 

Il nuovo capitalismo tecnologico finanziario essendo globalista sfugge ai controlli degli stati nazionali, o meglio i governi democratici ad oggi non hanno strumenti per controllare gli interessi globalisti dei vari consigli di amministrazione e dei loro presidenti che hanno bilanci paragonabili e superiori a quelli di uno stato. 

  

Di fatto oggi nel sistema capitalistico  Tecnodigitale, le democrazie per paradosso sono più deboli di uno stato autoritario, perché nello stato autoritario il potere della finanza tecnodigitale deve trovare un accordo con  il dittatore di turno, un po’ come è sempre avvenuto nel periodo coloniale,  mentre nelle democrazie il potere della finanza tecnodigitale per poter realizzare un suo obbiettivo giusto o sbagliato che sia, può aggirare i governi democratici manipolando la comunicazione e dunque il consenso creando così le condizioni affinché si realizzi ciò che loro desiderano con una tecnica di manipolazione della realtà definita “la Finestra di Overton” dal nome del sociologo  che l’ha individuata.

 

Con ciò non si vuole optare per una supremazia degli stati autoritari, ma sottolineare che con la finanza tecnodigitale e le sue opportunità speculative gli Stati Democratici devono elaborare strategie di controllo democratico nei confronti delle multinazionali (in particolare quelle digitali e farmaceutiche) e i fondi finanziari.

 

Questa necessità per le democrazie di creare nuovi strumenti di controllo  è utile non solo per impedire a questi colossi l’impunità nei confronti dei sistemi democratici, visto anche l’ampio potere corruttivo nelle loro mani, ma anche nel controllare che forme di delirio di natura elitario possano determinare lutti all’umanità; si perché sempre di essere umani al potere parliamo, ed è risaputo che siamo una specie imperfetta ma è anche risaputo dalla notte dei tempi che molte menti malate cercano la perfezione in loro, per poi  volercela imporre.

 

 In molte guerre si incontrano sempre gli interessi economici con l'ingordigia e le follie  umane sostenendosi reciprocamente.

 

 


 

 

 

 

martedì 15 marzo 2022

Ucraina: la mancanza di nuova Yalta

Ucraina: la mancanza di nuova Yalta

Per capire, che non vuol dire giustificare l’aggressione Russa all’ Ucraina è importante comprendere la genesi degli eventi, come per un virus, se non si studia la sua evoluzione porta a morte certa,e non si trovano le soluzioni per poter evitare la tragedia finale.

Il terzo millennio ha segnato la fine la fine del comunismo e la vittoria del capitalismo su di esso. Ma cosa era ed è il comunismo? per molti è stato una potenza militare, una dittatura feroce, ma ciò non basta a spiegare la sua forza attrattiva nel mondo. Esso è stato una fede, una speranza di un mondo migliore, dove trionfa la giustizia e l’uguaglianza tra tutti gli uomini e le donne. Diceva Popper il comunismo è il tentativo di realizzare il regno dei celi in terra.  Si il comunismo è stato prima di tutto un messaggio religioso di redenzione dell’uomo, una religione di tipo monoteistica con le sue varie eresie.  Prima di essere una forma di potere, esso ha avuto la potenza di essere una religione e come tutte le religioni o ci si crede o no. Questa sua forza di propagazione e di proselitismo ha certamente trovato un forte ancoraggio nella realtà di miseria e diseguaglianze che si viveva in Europa in piena rivoluzione industriale. Ma aldilà delle condizioni sociali per la quale ha trovato un terreno fertile di radicamento nel mondo, quale era ed è il perno della sua teoria? La distruzione del Capitalismo.  

Come ogni religione monoteistica essa si fonda sul manicheismo del bene e del male e su cosa fare per estirpare il male presente nella società. Il Comunismo intravede nel capitalismo la responsabilità della alienazione e frustrazione dell’essere umano, e non intravede nessuna possibilità di redenzione dell’uomo dentro un sistema di produzione capitalistica perché esso è basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

 Il Capitalismo e ciò che esso comporta nel bene e/o nel male, ha visto nel comunismo il suo nemico mortale, per cui bisognava fare quadrato per  tutelare la sua sopravvivenza , ed impedire la diffusione del comunismo, improntando politiche sociali, da qui l’affermarsi di varie forme di capitalismo sia democratico che autoritario, con sistemi di stato sociale differenziato  tra gli stessi paesi occidentali, in base alle proprie storie culturali e rapporti di forza  liberal democratiche, con l’intento, a volte nobile di emancipare i propri cittadini, ma fondamentalmente bisognava scongiurare che le masse in modo democratico votassero per il comunismo.

Con la fine del comunismo sovietico il capitalismo non ha più un nemico mortale da temere, non è un caso che Bill Clinton ha tolto i vincoli alla finanza americana che erano stati messi nel 1929 per evitare che la speculazione finanziaria potesse determinare crisi economiche come avvenne nel’29. La crisi dei titoli tossici del 2008 viene dalle società finanziare americane e si diffonde nel mondo globalizzato impoverendo stati e cittadini. Papa Woytila che ha conosciuto il comunismo disse: il capitalismo ha vinto ma i poveri ci sono comunque. Certamente oggi abbiamo l’urgenza di fermare la guerra che i Russi hanno dichiarato all’Ucraina cercando di evitare la 3 guerra mondiale.

Con la fine del comunismo è finito anche l’accordo di Yalta che divise il mondo in due sfere di influenza quella comunista e quella democratica. Il mondo occidentale non ha sentito la necessità di un novo accordo mondiale, perché la scomparsa del comunismo ha legittimato il capitalismo come sistema mondiale di economia (vedi il comunismo capitalista cinese) ed erroneamente si è pensato che grazie al capitalismo la democrazia si sarebbe affermata autonomamente in tutto il mondo

Anzi qualcuno, i democratici americani, hanno pensato che ormai si era legittimati ad esportare la democrazia con le armi e così abbiamo assistito allo sconvolgimento del Nord Africa con le cosiddette primavere Arabe che invece di favorire la democrazia hanno favorito i vari movimenti di fondamentalisti Islamici, purtroppo ancora oggi presenti.

I paesi dell’Europa centrale usciti dal comunismo hanno cercato la via democratica individuando nella UE una sponda per evitare di cadere nel dispotismo asiatico degli ex stati sovietici russofoni, ma mentre con la fine del comunismo spariva anche l’alleanza militare definita il Patto di Varsavia, la Nato sorta per bilanciare e difendere gli stati Occidentali dell’Europa, ha continuato a sopravvivere a se stessa, venendo meno il suo fine. Nell’euforia di quegli anni c’era chi pensava di far aderire la Russia all’Europa e alla Nato, e chi non si fidava dell’orso Russo, anzi vedendo la sua debolezza intrinseca si è ipotizzato e poi realizzato di poter assorbire le zone di influenza russe con quelle americane e occidentali. Certamente non era utile disturbare l’orso Russo a casa sua essendo comunque una potenza nucleare.

A volte si dimentica che i popoli sono fatti da uomini che condividono valori e disvalori come ogni essere umano, ed umiliare una persona o un popolo ne determina una reazione di orgoglio nazionalista. Come sempre la storia la si studia ma non si ricordano i suoi insegnamenti.

La Nato nonostante la fine del comunismo senza aver mai modificato il suo fine, di arginare il comunismo, ha continuato ad espandersi ai vari stati ex satelliti della Russia sovietica, circondando sempre più la parte europea della Russia, determinando giusto o sbagliato che sia la sindrome di accerchiamento della Federazione Russa.

 La Russia di oggi non è più un Paese comunista ma uno stato autoritario capitalista come la Turchia, l’Arabia Saudita, l’Iran o paradossalmente La Cina. Per tanto lo scontro tra Occidente e Russia di oggi, tramite lo scontro armato determinato con l’aggressione all’Ucraina è uno scontro tra due paesi capitalisti che si fronteggiano per allargare le loro zone di influenza, con la differenza che l’occidente per ogni sua azione necessita di forme di consenso democratico mentre gli stai autoritari no.

Come uscire da questa aggressione Russa all’Ucraina? Certamente evitando un conflitto mondiale, ma non si può abbandonare il popolo ucraino ad essere schiavo di un altro popolo. Credo che la scelta di essere un Paese neutrale nel grande gioco globale non umili né il popolo ucraino e ne quello russo. Con la neutralità si garantisce la democrazia e il benessere al proprio popolo e si garantisce sicurezza alla Russia. Giustamente qualcuno potrebbe obiettare ma così il popolo Ucraino non è sovrano, ma secondo voi la Svizzera, l’Austria e la Filandaia non sono stati sovrani? In questi anni i loro popoli non aderendo a nessuna coalizione militare hanno o non hanno partecipato al benessere dei loro popoli con accordi sia con l’Europa che con accordi bilaterali con altri stati nel mondo? Certamente per giungere ad un accordo sarà necessario porre fine da subito da parte della Russia di smettere di bombardare l’Ucraina e dunque far tacere le armi da ambo le parti.

Onu e UE devono garantire la tregua, e per quello che riguarda i territori a SUD le opzioni in campo possono essere tra una forte autonomia statuale, sempre nel quadro della neutralità o referendum sotto l’egida dell’ONU tra stati indipendenti neutrali o di adesione alla Russia. Chi pensa che dobbiamo distruggere l’orso russo, chi crede che la Russia possa implodere non si rende conto che sta buttando benzina sul fuoco.  Oggi c’è la necessità di una nuova Yalta o di un nuovo equilibrio internazionale per garantire la pace nel mondo. Essa non solo è minacciata dalle insidie degli Stati autoritari o teocratici ma anche le democrazie per non essere ipocriti hanno le serpi nel loro seno.

Roberto Giuliano

                                                                                                   Continua 1

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