domenica 11 settembre 2022

Il Virus dell’antipolitica

 

Il Virus dell’antipolitica

In Italia, e non solo, da tempo si aggira la pandemia dell’antipolitica che, complice anche la gestione del covid, ha fatto emergere in modo virulento l’antipolitica nella battaglia tra Vax e No Vax , tra green pass e no green pass. Ovviamente l’antipolitica si nutre e cresce nel percepire la realtà in modo manicheo. Non è un caso che a queste elezioni politiche si presentano, come partito, molti dei movimenti No Vax, con idee e progetti molto discutibili  e classi dirigenti di dubbia capacità e competenza.

Ma cosa è, e cosa si intende per antipolitica? “Con questo termine si intende comunemente un sentimento di avversione spontaneo e generalizzato contro la politica che può avere diverse manifestazioni: dall’astensionismo elettorale alla delegittimazione della classe politica, al successo di movimenti neopopulisti grazie al ricorso a formule e slogan che accentuano un senso di rifiuto della politica tradizionale.”  Il fenomeno dell’antipolitica, rivela, infatti, insieme al sentimento di alienazione e ostilità della cittadinanza verso la classe dirigente, una crescente esigenza di partecipazione alla gestione della cosa pubblica e alle tematiche che riguardano la collettività”. Treccani.

L’antipolitica e le fake news sono sempre esistite, ma la prima è come un virus, a differenza di una bugia, perché si diffonde creando una mentalità che a differenza di una fake non può essere smentita. Il virus dell’antipolitica si espande mediante le banalità dell’ignoranza del senso comune, oggi amplificate e propagandate dai media. L’antipolitica delegittima la politica per essere se stessa politica, con dei burattini mossi da burattinai che agiscono nell’ombra del loro potere economico. Paradossalmente coloro che sposano e sostengono l’antipolitica sono gli utili idioti che distruggono se stessi, come sempre è avvenuto nella storia, fascismo e comunismo e altre dittature si sono realizzate con il consenso del popolo.

 Nella prima Repubblica ci fu il fenomeno del movimento e, successivamente, un partito politico italiano sorto attorno all'omonimo giornale (L'Uomo qualunque) fondato a Roma nel 1944 dal commediografo e giornalista Guglielmo Giannini. Questo fenomeno sociale non ebbe un grande seguito elettorale e fu assorbito dalla presenza dei partiti di massa (DC,PSI,PCI).  Certamente l’antipolitica non sparì ma continuò a sopravvivere in modo carsico durante tutta la prima repubblica, essa si manifestò in vari momenti della vita politica di quegli anni, con la contestazione studentesca, con le varianti ideologiche del comunismo ortodosso, con il catastrofismo ecologico, con il giustizialismo, ed in particolare con la pandemia chiamata Mani Pulite.

Essa emerge come un geyser (eruzione intermittente) da bisogni veri della società e si insinua con la semplicità dell’ignoranza e del pregiudizio nella visione ingenua di mentalità semplici nell’affrontare problemi complessi. Per alcuni aspetti l’antipolitica è simile alla visione freudiana dell’amore: amore e odio; rassegnazione e partecipazione, passione e indifferenza, ma anche rassegnazione e violenza sia verbale che agita. L’antipolitica è da sempre funzionale al potere dominante o a coloro che ne detengono parte di esso, e in modo cinico vogliono aumentare la loro influenza sulla società democratica per i propri legittimi interessi, ma non dichiarati.

Con l’avvento delle nuove tecnologie anche l’antipolitica ha trovato spazi nuovi dove operare. Tale fenomeno è allarmante, in particolar modo per le democrazie occidentali, perché le dittature hanno il problema opposto (non far crescere l’opinione critica con questi strumenti che bypassano la censura) e strumenti di controllo sociale autoritari consolidati.

Come combattere l’antipolitica? Non ci sono cure certe, ma alcuni antinfiammatori già sul mercato esistono, il problema è trovare i medici che li prescrivono.  

La prima dose, come preparazione, sarebbe quella di riportare nell’alveo democratico la magistratura con una forte cura ri-costituente di responsabilità e gerarchia.

 La seconda dose riguarda i media per i quali la cura prevede una editoria pura senza conflitti d’interesse tra banche, attività finanziarie e manufatturiere.

La terza cura è quella che deve ricostruire la classe politica e prevede un sistema elettorale proporzionale al primo turno e maggioritario al secondo con l’elezione del premier o del capo dello stato (qui necessita una riforma costituzionale),  questa cura antinfiammatoria va supportata  da una forte dose di antibiotici per eliminare il falso moralismo mediante  il ripristino del finanziamento  pubblico  e privato trasparente ai partiti e ristabilendo l’immunità parlamentare per dare autonomia e forza alla politica nei confronti del mondo economico.

Con un antipolitica cosi circoscritta fuori dai Palazzi del potere, serve un’ultima dose, ed è la più importante, la riforma strutturale della burocrazia (scuola e sevizi ) affinché sia al servizio del cittadino e non autoreferenziale come è oggi. La cultura umanistica con i suoi valori e competenza, con l’aggiunta di umiltà, sono le vitamine necessarie a supporto della cura.

Questa cura, già nella sua realizzazione, libera risorse finanziarie, ma il colpo mortale all’antipolitica arriva con un mix di politiche economiche espansive, detassazioni e favorendo gli investimenti privati.

Certo sarebbe utile, per debellare questo virus, un ospedale con una buona terapia intensiva per rianimare la Repubblica chiamato Assemblea Costituente.

Roberto Giuliano