Umberto Terracini : Nel 21 Aveva Ragione Turati
Da Turati a Craxi La via Maestra del Socialismo
Il 19 dicembre del 1921 si concretizzò la scissione dal Psi della fazione comunista che fondò il PCI sezione italiana della III internazionale, ubbidendo o aderendo all’ordine dato da Lenin nel far fuori Filippo Turati e la sua politica considerata troppo moderata. Lenin insistette molto, già prima del 1921, di mettere in minoranza nel PSI la fazione riformista che faceva capo a Turati, ma i forti rapporti umani all’interno del gruppo dirigente lo impedirono scegliendo, anche i massimalisti in un secondo momento, di aderire al PCI uscendo dal PSI di cui erano una componete maggioritaria.
Ovviamente non si può parlare di 100 anni di storia tra socialisti e comunisti senza considerare i vari contesti storici: la rivoluzione industriale e la miseria ed alienazione che essa determinava, il passaggio dalle campagne alle città, la rivoluzione Russa, che affascinò i giovani di mezza Europa, il fascismo, la guerra mondiale, la Repubblica e il fronte popolare, il primo centro sinistra , il primo presidente della Repubblica socialista, il primo presidente del Consiglio Socialista, la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’Unione Sovietica e poi l’apocalisse di Tangentopoli. Operazione quest’ultima che è riuscita nell’intento, dove neanche il fascismo riuscì: eliminare l’unica forza autenticamente riformista della sinistra italiana, il PSI, ed infangando per il futuro il termine socialista come sinonimo di “Ladri”.
In questi giorni assisteremmo alle celebrazioni del centenario del PCI, con i vari storici a sperticarsi e a giustificare quella scelta, poi avremmo gli storici che diranno che il comunismo italiano era diverso, che il comunismo italiano è stato importante per la rinascita del Paese, se non c’era il Pci non si sarebbero difesi i lavoratori etc. Poi scenderanno in campo i vari Dalema, Veltroni, Bersani, Fassino, Occhetto, Zingaretti, Bettini, ma anche i Fratoianni e Rizzo e poi i giovani leoni: Orfini, Orlando, Colaianni, Morassut, ma non mancherà qualche intervista ad una passionaria come la Boldrini. Ci attende un anno di pontificazione del comunismo in una visione lirica alla Vendola o pragmatica del comunismo italiano come l’eurocomunismo, la cosiddetta terza via tra comunismo e capitalismo.
Certamente il Partito Comunista Italiano ha svolto un ruolo importante nel Paese, ha avuto vittime nella lotta alla mafia, ed ha portato all’emancipazione politica tanti cittadini, ma tutto ciò è stato progresso? in parte si, ma fondamentalmente la presenza del più grande partito comunista d’Occidente è stata una palla al piede per lo sviluppo del Paese. La loro presenza dopo gli accordi di Yalta ha determinato un vulnus nel nostro sistema democratico, nel senso che il nostro Paese doveva convivere con una forza non democratica alla quale il sistema democratico doveva, in modo democratico, impedirne la vittoria elettorale. Questa difficile coabitazione ha trovato momenti compensazione nelle amministrazioni locali e nelle regioni nelle quali era consentito dagli accordi internazionali non scritti la loro possibilità di governo. Questa fattore K che li escludeva dal governo del Paese ha determinato uno sviluppo economico e sociale fortemente clientelare e distorsivo degli investimenti economici, favorendo politiche assistenziali per impedire una loro vittoria elettorale. Questo è anche uno dei motivi del forte indebitamento pubblico, ma avevamo gli americani che, per motivi geopolitici, garantivano per noi i mercati internazionali.
Nelle battaglie sociali il loro contributo fu importante, ma era determinato dal fine di aumentare il loro consenso sociale nel condizionare, con il potere acquisito dalle lotte sociali, il governo. Non è un caso che non votarono lo statuto dei lavoratori perché portava la firma di un ministro Socialista come Brodolini. Altrettanto possiamo affermare sui diritti civili come la battaglia referendaria sul divorzio, che votarono in parlamento, ma la difesero timidamente nel quesito referendario per non urtare la sensibilità del Vaticano. Certamente molti giovani, e meno giovani, si sono impegnati in modo generoso in queste battaglie, ma il Partito ha sempre valutato con la ragion di stato e gli interessi del comunismo sovietico, come nel caso del pacifismo che era assopito quando, ai confini dell’Occidente, l’URSS istalla i missili SS20, ma quando l’Occidente decide dopo un anno di istallare i Cruise per bilanciare le forze in campo, il Pci da quel momento scatena un pacifismo a senso unico con la complicità di pezzi del mondo cattolico che vide, nella proposta politica del compromesso storico, la via d’uscita tra un capitalismo sempre cattivo e comunismo riformabile.
Per arrivare all’oggi dove nonostante la certificazione storica del fallimento del comunismo essi, invece di imboccare la via maestra del socialismo democratico rappresentato da Craxi decidono, dopo varie ipocrisie di una possibile Unità socialista, per la via giudiziaria al potere. Oggi i comunisti non potendo usare più il loro nome di origine in modo camaleontico usano il termine generico di Sinistra traferendogli il contenuto ideologico della loro storia, senza aver mai fatto i conti storici e culturali con le loro scelte. Per cui se il comunismo e i comunisti erano i buoni perché predicavano il paradiso in terra oggi, in modo aprioristico, nella Sinistra ci sono i buoni e a destra i cattivi. Questa visione manichea, tipica di tutte le ideologie autoritarie, ha trovato nel bipolarismo bastardo all’italiana un terreno fertile per crescere senza fare i conti con la loro storia. Umberto Terracini uno dei fondatori del vecchio Pci in una famosa intervista prima di morire nel 1983 effettua l’ultima e la più importante delle sue sterzate controcorrente. Lui, che era stato tra i promotori della scissione di Livorno, afferma lapidariamente: «Aveva ragione Turati». Sensazionale. Se aveva ragione il vecchio leader socialista, aveva torto lui, Gramsci, Togliatti, Bordiga, Tasca, e il partito comunista non sarebbe dovuto nascere. Molto probabilmente di questo nessuno ne parlerà, perché sotto le ceneri di questa pseudo sinistra ancora vive il sogno comunista di creare il Paradiso in terra , ma come ci insegna un vecchio detto: la strada per l’inferno è lastricata dalle buone intenzioni. Potremmo parafrasare a nostro modo Lenin: il comunismo è la malattia infantile della democrazia. Se ieri la Via Maestra era quella del socialismo riformista indicata da Turati oggi in piena continuità gli ex comunisti devono partire da Hammamet.