Comprendere come
comportarsi nella gestione della crisi, dovuta al corona virus, non è facile,
da parte delle istituzioni sono venuti messaggi contradittori, poi le regioni,
i sindaci, le varie forze politiche, i vari virologhi per non parlare di ciò
che gira nei social. Non è chiaro se si è difronte ad una comunicazione errata
o se questo allarmismo costante è voluto.
Comunque sia, le istituzioni producono messaggi di divieti, che diventano poi mezzi divieti, i quali vengono rimossi o reinterpretati
nel loro “senso originale” di chi l’ha deciso. L’unica cosa certa è che
dobbiamo stare a casa, con un insieme di possibilità per uscire, alcune
molto chiare tipo andare a fare la spesa, altre meno, tipo quando si
parla di cose necessarie che vengono valutate di volta in volta da colui
che potrebbe fermarci per un controllo e noi dobbiamo accettare la sua
valutazione se quella uscita è considerata necessaria o meno.
Pertanto
arrivano messaggi sui social contraddittori o proprio fake news sui controlli, che
creano apprensione ed insicurezza. Nonostante tutto quanto si dice sugli
Italiani, stiamo dimostrando, per paura o senso profondo di rispetto per la
vita nostra e degli altri, un alto senso di responsabilità. Questo ovviamente
non vuole celare l’esistenza di persone superficiali o cretini, ma che sono una
esigua minoranza che giustamente va redarguita dalle autorità. Ultimamente sta
girando non solo sui social, ovviamente con lanci semi ufficiali del governo,
che nella fase 2 verrà realizzata una applicazione che si chiama “Immuni”,
e che dovrebbe essere obbligatorio scaricarla nel cellulare, per poter uscire
da casa, ma immediatamente è arrivata una semi smentita, cioè che dovrebbe
essere una libera scelta. Ovviamente la cosa che allarma è che questa
applicazione ci monitorerebbe tutti togliendoci un diritto costituzionale della
nostra privacy. Per cui saremmo un Paese controllato da un ente, forse anche
privato, che con una applicazione controllerebbe tutta la nostra vita non sapendo
se poi l’applicazione ha altre funzioni, che non ci è dato sapere, visto che
nel nostro Paese non esiste una autorità realmente autonoma di controllo. Mi meraviglio che ancora non ho sentito
interventi di chi dice la salute prima di tutto, o coloro che dicono se
non hai niente da temere non ti dovresti preoccupare, per cui accettare
supinamente la perdita della nostra libertà personale. Comunque da parte di
vari parlamentari dell’opposizione, ma anche di maggioranza (PD e Italia viva) sono
partite richieste di audizione presso la commissione parlamentare sui servizi
segreti (Copasir) dei vari ministri competenti per comprendere di cosa si
tratta. Non so se siamo trattati come cavie per un esperimento del tipo Grande
Fratello, oggi in Italia e domani nel mondo, come disse Di Pietro su Mani
Pulite, quando fu interrogato dal Pm di Brescia Salamone. Ipotesi surreale,
ma visto i precedenti del golpe di Mani Pulite che ha liquidato per via mediatica
e giudiziaria una classe politica per avere oggi questi ciarlatani al governo,
il dubbio può essere pertinente. Nonostante tutto credo che l’App potrebbe
essere utile solo se usata nei confronti di coloro che sono asintomatici o
hanno frequentato qualcuno che ha sviluppato il Corona Virus e per le persone,
che purtroppo, hanno il Corona Virus. Solo in questo caso essa può essere e
deve essere obbligatorio anche con procedure penali, alfine di controllare che
rispettino la quarantena, altre soluzioni sono profondamente anticostituzionali
e pericolosi per la democrazia. Visto che ci stiamo avviando a ricordare il
25 Aprile dovremmo ricordarci che per difendere la libertà si muore, e non si
può scambiare in assoluto la salute per
la libertà.
Roberto Giuliano
Come sempre un'analisi puntuale e lucidissimo dell'argomento.
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