Stiamo assistendo in epoca di corona virus al solito “mercato delle vacche” cosi lo
chiamavano coloro che oggi lo stanno praticando, per le nomine dovute negli enti
pubblici, tanto bistrattati ma tanto desiderati. Lo scandalo non è nelle nomine in se, che
sono un atto istituzionale dovuto, in quanto è una prerogativa del governo, ma che esse
avvengono con un parlamento semichiuso e tutta l’attenzione del Paese e rivolta alla
lotta al Corona Virus.
Un governo serio, in un momento come questo che stiamo vivendo, avrebbe
prorogato gli attuali manager per un anno, ma non l’hanno fatto perché sanno che
probabilmente tra un anno non ci saranno più o non ci sarà l’attuale maggioranza.
Pertanto le 5 Stelle o incassano adesso o non prenderanno nulla (alla faccia dei loro
urli contro la casta e le lottizzazioni che in realtà tali non erano e non sono), lo stesso
ragionamento vale per il PD visto che Zingaretti potrebbe essere travolto dal dopo
Corona Virus o comunque sarà meno forte. Tutta questa urgenza nel rinnovare gli
incarichi dei manager è dovuta in particolare al fatto che queste aziende in modo
diretto o indiretto potranno finanziare le fondazioni o i partiti che li nomineranno.
Questa ipocrisia italica, di un paese culturalmente cattocomunista, e dunque della
doppia morale, una per il popolo l’altra per i chierici: cioè coloro che tutto sanno e
che tutto è permesso grazie a magistrati compiacenti. La cruda realtà che il popolo
non ha voluto vedere, anche perché i media lo hanno sempre nascosto: è che i
partiti costano, la politica costa, la democrazia costa, una dittatura costerebbe
molto di più ma non vedremmo mai i conti. Per avere una classe politica degna
di questo nome e non condizionata dai poteri economici serve un vero finanziamento
pubblico come avviene negli altri paesi. Non mi voglio addentrare nei meccanismi
possibili ma deve essere riconosciuto il valore indissolubile che sussiste per
la democrazia tra politica e i suoi costi. Coloro che dicono che la politica la possono
fare tutti, che la politica è solo volontariato, che nel parlamento Albertino i deputati
non erano retribuiti (ed è vero ma erano tutti nobili) sono commentatori al soldo
dei nuovi poteri economici a vocazione autoritaria. Un autoritarismo soft senza
carrarmati per le strade ma spietato con i più deboli, resi più deboli perché senza
voce (controllano i media), atomizzando le relazioni sociali e manipolando i valori
della solidarietà favorendo i conflitti tra i meno abietti dividendoli in tifoserie
contrapposte.
L’esempio tipico di questa manipolazione dei “poveri” è avvenuto con il fenomeno
migratorio e dell’accoglienza, da un lato coloro che comprendono le difficoltà degli
immigrati vengono strumentalizzati come buonisti e dall’altro coloro che chiedono
legalità vengono definiti razzisti. Certamente un fenomeno cosi complesso non può
essere abbandonato a se stesso tranne che abbandonarlo è utile e strumentale a
fare propaganda sugli uni e gli altri. Ultima versione di questa manipolazione è
quella della presunta guerra tra le regioni del Sud e quelle del Nord, sulla epidemia
in corso, dove lo Stato oggettivamente manifesta comportamenti di laisse faire o
repressivi, tipico comportamento di chi non sa dove mettere le mani per trovare
una soluzione, anche perché il loro vero obbiettivo è utilizzare la pandemia a fini
elettorali sulle spalle del Paese.
Roberto Giuliano
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