giovedì 4 agosto 2022

Le Fake che ci hanno raccontato questi ultimi 30 anni

 


Per non dimenticare ciò che dicevano coloro che erano contro la prima Repubblica 

La storia come sempre cercano di scriverla a proprio vantaggio i vincitori, ma si dice il diavolo fa la pentola ma si scorda il coperchio, ed è così che gli storici negli anni riorganizzano il passato. Oggi il loro lavoro è più facile perché in rete rimane tutto ciò che si dice, ma la manipolazione degli interessi economici che governa la stampa cerca di creare una “damnatio memoria” nel breve per le future generazioni.

Mani pulite non fu un complotto ma una situazione sfuggita di mano,  che comunque determinò un golpe post moderno, senza carri armati ma con l'arma della manipolazione della comunicazione e il ruolo di fatto golpista della magistratura nell'uso della forza pubblica. Con la fine del comunismo sovietico, che aveva come obiettivo quello di distruggere il sistema capitalista per sostituirsi, la finanza internazionale ha visto  l’opportunità di fare shopping delle proprietà statali, ma andava eliminata quella classe politica che se da un lato aveva lottato in modo democratico affinché il comunismo non vincesse nelle democrazie occidentali dall’altro avevano maturato un senso dello Stato che impediva la svendita dei beni pubblici.  Questo fenomeno cerco di realizzarsi in tutta Europa, (dichiarazione di Di Pietro interrogato dal PM di Brescia Salamone: Mani     pulite nel mondo”) utilizzando la magistratura, ma per un insieme di fattori diversi nei singoli stati  europei ciò non ha avuto gli effetti devastanti che ha avuto in Italia.

L’incontro nel panfilo Britannia davanti al porto di Civitavecchia del “gotha” degli industriali italiani e di vari esponenti delle istituzioni e della comunicazione con esponenti della finanza internazionale aveva come obbiettivo la “gestione” della privatizzazione delle aziende pubbliche che “l’Europa ci chiedeva” in questo caso realmente.  Su questa necessità si organizzarono i vari gruppi di interesse italiani dai De Benedetti alla Famiglia Agnelli, ai Benetton e tutta quella razza padrona che ha sempre mangiato sulle spalle dello stato, essendo imprenditori domestici e rapaci, lo stesso avvenne con la politica mediante lo sdoganamento dei comunisti così disponibili ad utilizzare il loro essere stato nello stato democratico per entrare nei salotti della finanza speculativa. Nel combinato disposto tra finanza proprietaria dei media e magistratura (ancora oggi funzionante) inizia l’eliminazione di una parte della classe politica (quella democratica) utilizzando l’arma dell’antipolitica.  

L’ipocrisia cattocomunista ha fatto credere che la politica si finanziava solo grazie a quel poco di finanziamento pubblico e alle tessere degli iscritti, bufala condivisa da tutti i partiti per una falsa morale che la politica doveva essere volontariato ed altruismo economico, perché denaro e politica sono elemento di corruzione intrinseco o peggio il denaro è sterco del diavolo e dunque incompatibile con la politica. Il dato evidente della falsità di questa presunta verità è che il PCI fino alla caduta del Muro di Berlino ha ricevuto cospicui finanziamenti dall’Unione Sovietica (amnistiati nel 1989) e dall’obbligo per i propri parlamentari di dare parte del loro stipendio al partito.

L’antipolitica che si scatena si basava su alcuni capisaldi 1) i politici sono tutti corrotti  ed è meglio “la mitica” società civile 2) ci sono troppi partiti ed essi sono i responsabili della non governabilità del paese e sono tutti corrotti  3) la colpa è tutta del proporzionale per questo dobbiamo passare al maggioritario 4) essendo i politici tutti corrotti bisogna eliminare l’immunità parlamentare 5) bisogna eliminare il finanziamento pubblico perché già rubano di suo 6) i politici di professione sono una aberrazione  perché tutti possono fare politica e poi sono tutti fannulloni.

Coloro che si opponevano a questa lettura della realtà pian piano o venivano allontanati dai media o venivano attenzionati ed indagati dalla magistratura.

La strategia messa in atto per favorire le privatizzazioni agli amici degli amici ha trovato un paese senza grandi anticorpi democratici e quello che doveva essere una semplice operazione lobbistica si è trasformata in una falsa rivoluzione giudiziaria con annesse decapitazioni e vittime come ogni rivoluzione che si rispetti produce.

Ma vediamo oggi i risultati di queste farneticazioni 1) La società civile ha avuto il massimo del suo coinvolgimento con le elezioni che hanno le 5 stelle al 35%   e il risultato pietoso è sotto gli occhi tutti. 2) i partiti sono aumentati e sono contenitori vuoti. 3) il maggioritario non solo non ha diminuito i partiti ma li ha aumentati creandone una miriade di partiti personali da utili idioti per i partiti maggiori. Inoltre con le preferenze che furono demonizzate, ed infatti sono di fatto abolite alle politiche, si interrompe quel circuito virtuoso in cui il deputato aveva necessità di stare a contatto con i suoi elettori. 4) senza immunità parlamentare i politici e la politica sono tutti sotto ricatto della casta dei Pm, i quali vedi il caso Palamara non sono le anime belle che durante mani pulite i media osannavano, anzi. 5) eliminando il finanziamento pubblico i partiti oggi sono di fatto contenitori vuoti, alla mercè degli interessi economici per poter esistere, inoltre non avendo i partiti per motivi economici le sezioni nei territori, questo produce la fine di una selezione della classe politica che di norma iniziava come volontariato giovanile, ma anche di un rapporto della politica con i territori e i cittadini. ..”Da questo punto di vista l’esperienza italiana è stata molto particolare perché per molto tempo i partiti hanno assolto a questa funzione in senso ampio, come luoghi in cui le persone hanno cercato e trovato un senso di appartenenza che è andato al di là della mera partecipazione politica, assumendo una valenza socializzante in senso generale connessa alla sfera complessiva di vita degli individui. Proprio grazie al forte legame costituito dalla condivisione di una comune visione del mondo e della storia, i partiti italiani hanno infatti svolto una funzione di integrazione sociale a tutto tondo. Attraverso un’organizzazione capillare diffusa nel territorio (le sezioni, le cellule, i circoli...) essi hanno consentito ai cittadini di riconoscervisi al di là delle finalità politiche comuni, garantendo loro un livello di sicurezza sociale, di identificazione e di integrazione sul territorio. Ciò comportava una forte fidelizzazione degli iscritti al partito, la cui adesione difficilmente veniva meno anche nell’ipotesi di cambiamenti significativi di linea politica. Letto positivamente questo fenomeno consente di valorizzare il particolare sviluppo che i partiti, quali formazioni sociali, hanno avuto nell’esperienza italiana contribuendo alla crescita qualitativa del nostro assetto democratico. E. ROSSI, op cit., pp. 29-30.  Può sembrare una assurdità ma è una realtà che la democrazia costa e dunque costa la politica che ne è la sua linfa, chi dice il contrario o è un folle o è in malafede, anche perché la dittatura costa molto di più e non lo saprai mai se non dopo che viene abbattuta. 6) la politica come ogni attività umana non si improvvisa e non basta una laurea per essere politico questa è utile per essere un tecnico o avere strumenti per comprendere i tecnici, ma la politica è altro, è la capacità di ascolto, la cultura della tolleranza ma anche della responsabilità, avere una visione e dei valori da concretizzare in un mondo che cambia e nei suoi cambiamenti produce nuove povertà, nuove diseguaglianze e nuovi privilegi.  Non esiste l’università della politica  essa si impara frequentando i cittadini con le loro problematiche avendo anche il coraggio di dire che sbagliano ma comunque individuando soluzioni possibili, frequentando coloro che fanno politica per accedere ad una visione del mondo e del ruolo del nostro Paese nel mondo, perché non si può prescindere da una visione globale per guidare un paese.

I non professionisti della politica li abbiamo visti in questa seconda repubblica con l’atto finale delle 5 stelle di cui l’incompetenza ha determinato danni economici e sociali al Paese che pagheranno i nostri figli. Si perché se la prima repubblica veniva definita in modo malizioso come quella che ha creato il debito pubblico (praticava una politica economica Keynesiana che distribuiva ricchezza e ripagava il debito), la seconda l’ha surclassata sia per il debito pubblico (avendo anche privatizatto settori strategici dell’economia) e sia per non aver realizzato investimenti produttivi, non credo che ci sia bisogno di esempi: opere pubbliche bloccate da 30 anni nessun piano energetico  e industriale, basta ricordarci i banchi a rotelle nelle scuole.

Con questa analisi non si vuol far credere che la 1 Repubblica era rosa e fiori ma coesisteva con una classe politica che aveva senso dello Stato.  Spero che il prossimo governo che uscirà dalle urne comprenda che serve una assemblea costituente   che riscrivi le regole del gioco democratico, definendo i limiti  e responsabilità della magistratura, un doppio turno prima proporzionale puro e poi maggioritario, ritorni l’immunità e il finanziamento alla politica e si riformi  la burocrazia, ciò è necessario perché se la macchina non cammina non andiamo da nessuna parte, è il primo tassello necessario per la ripresa economica e culturale del paese. 

PS. I mandanti, gli esecutori e i complici sono tutti ancora a piede libero per cui non sarà facile usciredaquesto pantano.



 

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