Stato Essenziale Società Vitale
Che il mondo sia sempre in movimento ce lo confermano tutti gli scienziati, anche quelli sociali relativamente al cambiamento costante della società. In entrambe i casi l’essere umano, il cittadino non se ne rende conto.
Il libro di Maurizio Sacconi e Alberto Mingardi (edizione Studium) affronta questo tema con gli occhi degli scienziati sociali, i quali percepiscono, intravedono e collegano cose che noi non sempre sappiamo cogliere nella loro acutezza e prospettiva sul divenire quotidiano.
La crisi
economica e la guerra sono fenomeni
tragici di un legame che nella loro
evoluzione possono determinare, ed in parte già lo hanno determinato, una crisi
mondiale. Gli autori ci ricordano che “l’economia è governata dalla logica
delle convenienze… Va da sè che se facciamo friendshoring, se ci limitiamo a
scambiare fra Paesi affini, la nostra capacità di effettuare “sostituzioni” si
riduce drammaticamente. Infatti così facendo tendiamo a scambiare solo fra
Paesi che sono allo stesso livello di sviluppo” , con questo approccio si determinerbbe un limite al diritto, all'aspirazione e alla crescita economico di popoli che hanno sistemi diversi dal nostro.
Gli autori ci avvisano e mettono in evidenza che la politica ha un ruolo determinante solo se essa svolge un ruolo regolatore e di supporto alle imprese “sostituire la decisone politica con la decisone imprenditoriale” è rischioso. Lo stato può e deve favorire le attività di sviluppo economico mediante legislazioni a sostegno, ma lo stato non può creare sviluppo ed occupazione intervenendo su quegli aspetti che competono all’imprenditoria come organizzarsi, come produrre, la scelta dei materiali, dei partners, dei mercati in cui operare. La politica non è un imprenditore e tale non deve essere, la politica ha il grande compito di tutelare le imprese italiane all’estero, dare certezza sulle regole ambientali e lavorative, affinché le imprese possano produrre e competere.
Ed è in questo contesto che gli autori guardano alla globalizzazione, che non può essere lasciata alla legge del più forte o del più furbo, ma regolata e gestita in modo multipolare, e denunciano che da anni non si stipulano accordi internazionali sul commercio che tutelino gli scambi, i vari stati e i loro lavoratori.
Leggendo il libro una riflessione emerge, grazie alla loro analisi, che un nuovo ordine di regole mondiali dovrà sorgere, la stessa guerra in Ucraina, che è già rischiosa di se, è un brutto segno di questa deregulation, perchè dopo la fine di Yalta le super potenze non hanno stipulato nessun accordo di transizione per la gestione di una nuova fase di equilibri internazionali.
Il libro affronta la tematica del disagio sociale che è ovviamente il risultato di politiche economiche anche internazionali disastrose dalla pandemia alla guerra che sta sconvolgendo tutto il mondo occidentale e non solo: “Il disagio sociale, al centro del lavoro di molti analisti, c’è, esiste ed attraversa tutti i Paesi occidentali, e non soltanto l’Italia, ma da noi si presenta in forma acuta.”
Con questa affermazione gli autori analizzano le motivazioni strutturali delle difficoltà del nostro Paese, dalle scelte scellerate sull’energia, alla politica dei No a qualunque scelta infrastrutturale. Ciò è dovuto ad una politica debole, ubriacata da un falso ambientalismo ideologico e messianico. Nella loro analisi emerge in modo netto una critica alla burocrazia disfunzionale, alla magistratura irresponsabile, ma, oltre ad un critica lucida, gli autori propongono soluzioni e spunti di riflessione per un futuro sempre più vicino; "Ci rendiamo conto di non stare suggerendo nulla nè di facile nè di immediatamente realizzabile... la lezione della "Seconda Repubblica" dovrebbe essere un amaro monito per tutti noi: a fermarsi in mezzo al guado, si finisce per sprofondare nel fango"
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