martedì 9 aprile 2024

Lettera aperta al Presidente della Repubblica: L’Anpi è democratica?

 

Lettera aperta al Presidente della Repubblica: L’Anpi è democratica?

Mi permetto di rivolgermi a Lei in quanto costituzionalmente è il rappresentante dell’unità del Paese, fuori dalle beghe dei partiti e oggi dei politicanti. L’ex Presidente della Camera Luciano Violante figura anche questa costituzionalmente bipartisan disse che bisogna favorire la riconciliazione nazionale e chiudere una parte della nostra storia proprio per consegnarla agli storici. La nostra costituzione risente giustamente dei tempi in cui fu scritta e dunque sia degli accordi di Parigi con le potenze vincitrici sia quelli di Yalta.  Noi dobbiamo essere riconoscenti agli alleati e agli americani in particolare per la liberazione del nostro Paese dal nazismo e dal fascismo suo alleato. Se qualcuno crede che l’Italia si sarebbe liberata dal fascismo e dal nazismo da sola tramite la resistenza non sa di cosa parla, e come dire che senza l’intervento americano l’Afghanistan si sarebbe liberato dai talebani. Certamente la resistenza è importante sia per il contributo dato agli alleati e sia per affermare che non tutti gli italiani hanno condiviso l’avventura del fascismo prima e della alleanza con i nazisti dopo. Pertanto noi democratici siamo orgogliosi della resistenza che ovviamente è stata rappresentata da varie forze politiche e religiose.

Ma per onesta intellettuale dobbiamo raccontare la storia per quello che è stata e non per convenienze politiche anche perché Yalta non esiste più e la guerra in Ucraina ne è purtroppo la conferma drammatica, ma questo è un altro discorso. Mi permetto anche di far presente che le guerre purtroppo comportano anche i cosiddetti (ipocritamente) danni collaterali dovuti alla bestia umana che in determinate situazioni emerge in coloro che combattono e nell’essere umano che vive alla giornata. Con ciò non giustifico questi atti, fatti sia dai vincitori che dai perdenti ma rientrano nella presa d’atto dell’esistenza del lato oscuro dell’essere umano.

Ove è stato possibile si processano i responsabili di questi atti orribili(da metà del 900 circa) ma il più delle volte i vincitori stendono un velo pietoso sui loro crimini ed ovviamente ne evidenziano quelli dei perdenti.  Tutta questa premessa Presidente per dire una ovvietà che non sembra così ovvia nonostante siamo nella cosiddetta seconda Repubblica, cioè: che nella Resistenza non tutti i partigiani combattevano per la Democrazia e la Libertà. Infatti i partigiani comunisti combatterono il nazifascismo quando Hitler invase la Russia, ma il loro obbiettivo legittimo era di realizzare in Italia una democrazia popolare di stampo sovietico. Gli accordi di Yalta sancirono tra le potenze vincitrici le zone di Influenza e l’Italia rientrò in quella occidentale ma con il rischio che se nelle elezioni del 1948 non avesse vinto la Democrazia Cristiana ma il Fronte Popolare (PCI+PSI) si sarebbero potuto creare le condizioni di una guerra civile o di una silenziosa scissione della Sicilia dall’Italia.   

A comprova di ciò, ci fu il coraggio del segretario del PCI dell’epoca Palmiro Togliatti, tornato da Mosca in Italia, che ferito in un attentato, da subito diede il messaggio agli italiani, ma in particolare ai Comunisti italiani, di stare calmi e di non prendere le armi.   Non a caso per molti comunisti la resistenza è stata una rivoluzione tradita.  Tutto ciò Presidente sono argomenti che certamente Lei sa già e conosce meglio di me.  Pertanto mi permetto adesso di fare questa affermazione: i democratici sono solo le persone che ripudiano le dittature; pertanto se non si è antifascisti e anticomunisti in egual misura non si è democratici.

Credo che qualunque democratico (almeno di oggi) sarà d’accordo con questa affermazione, però gli ex Comunisti non hanno mai fatto la loro Bad Godesberg (Congresso in cui i socialdemocratici tedeschi fecero autocritica), pensarono che cambiando solo il loro nome potevano risolvere il problema culturale che ancora oggi li affligge, anche a loro insaputa: e cioè di essere cresciuti nella cultura comunista e dunque di pensare ed agire da comunisti.

Nelle organizzazioni unitarie create nella Prima Repubblica dai socialisti e dai comunisti, questo gap culturale, se da un lato è stato superato in quelle economiche perché la realtà è prevalsa sulle ideologie (Unipol, Lega, Cna etc)  in quelle politiche (dai DS al PD, ANPI, ARCI etc) questa negazione di realtà sul comunismo ancora produce danni.  Tralasciando la Cgil vorrei mettere alla Sua evidenza  l’ANPI che prende contributi anche dalla Presidenza della Repubblica se non erro,  la  quale  ad oggi, aldilà della mancanza di partigiani per ovvi motivi di età, non ha mai ripudiato il comunismo, anzi in molte manifestazioni esclude e contesta la Brigata Ebraica. Mi permetto di fare questa osservazione perché da Socialista Craxiano mai pentito, una volta la nostra presenza permetteva in queste associazioni unitarie un minimo di pluralismo, oggi in questa associazione prevale il peggio della cultura autoritaria perché è ipocritamente vestita da democratica. Per tanto credo che quando L’ANPI si dichiarerà ufficialmente antifascista e anticomunista sarà una organizzazione credibilmente democratica.  

Con l’avvicinarsi della data del 25 aprile, festa della liberazione sarebbe utile che L’ANPI avesse il coraggio di dirsi non solo antifascista ma anche anticomunista, e che evitasse di fare politica partitica cosa che non gli compete perché nella festa del 25 Aprile la Brigata Ebraica deve stare dentro le manifestazioni a pieno titolo ed onore, mentre non ha senso inneggiare alla Palestina che in quelle date nefaste della seconda guerra mondiale molti loro leader erano alleati dei nazisti. Certamente quello che sta accadendo nella striscia di Gaza è drammatico ed è giusto lavorare per la pace e per realizzare due Popoli e due Stati, ma non vorrei che qualcuno al soldo dell’IRAN usa e strumentalizza il martoriato popolo Palestinese per difendere o peggio aiutare Hamas: i quali, se qualcuno ha la memoria corta si dimentica che quando Sharon si ritiro dalla striscia di Gaza i terroristi di Hamas uccisero i combattenti dell’OLP per prendere loro il controllo della striscia.

PS. Per quelli che si considerano di Destra: confondere il comunismo con il socialismo democratico e riformista non solo è da ignoranti ma aiutate gli ex comunisti a rifarsi una verginità senza un vero cambiamento e dunque perpetuare l'equivoco.

Roberto Giuliano


 





mercoledì 13 marzo 2024

LA POLITICA MUORE QUANDO LA STAMPA DIVENTA DIRETTORE D’ORCHESTRA

 

LA POLITICA MUORE QUANDO LA STAMPA DIVENTA DIRETTORE D’ORCHESTRA

La politica oggi, in qualche modo, è data in appalto ai media, che certamente hanno avuto sempre un ruolo fondamentale, ma se prima erano l’altoparlante delle idee, dei progetti dei partiti oggi sono essi che orientano con le loro parole d’ordine il dibattito nei partiti e tra i cittadini.

Questo comporta che i media, invece di dare informazioni, fanno propaganda, mentre nella prima repubblica avevamo quotidiani, più o meno equidistanti, perché era importante per un quotidiano dirsi ed apparire indipendente, mentre per sapere cosa pensavano i partiti, c’erano i quotidiani di partito. Oggi non è più cosi, i quotidiani sono tutti di parte, si articolano per prima cosa in quotidiani di destra o di sinistra e poi in base a questa scelta al partito di cui sono i supporter.  

L’esempio tipico lo abbiamo avuto con le elezioni in Sardegna, non bisogna essere laureati nè in statistica nè in sociologia per comprendere che, dati alla mano, la candidata Presidente del cosiddetto “campo largo” ha vinto sull’altro candidato per un migliaio di voti, e con una percentuale di non votanti che di poco è aumentata, e se questi dati li confrontiamo con il risultato delle coalizioni che si fronteggiavano si nota che il centro destra ha preso più voti del campo largo. La lettura più ovvia è che i problemi della coalizione di centro destra hanno favorito la candidata di centro sinistra, ma allora   mi domando come si può parlare del “Vento del cambiamento”. Si tratta solo di bieca propaganda che dovrebbe offendere i cittadini, perché gli si vuole far credere ciò che non c’è, se lo fanno i partiti è una libera scelta, se lo fanno i media si tratta di manipolazione. Non a caso secondo alcuni strateghi chiusi nel salotto delle loro redazioni con i loro editori, hanno pensato che, facendo propaganda e manipolando la realtà, fosse possibile condizionare il voto dei cittadini Abruzzesi.  Il loro sogno, però, si è infranto davanti alla realtà degli elettori che, per quanto siamo tutti manipolabili, abbiamo sempre il senso della realtà.   

Questo brutto giornalismo dovrebbe essere censurato, ma ormai è funzionale a questo sistema elettorale che Gianni De Michelis definì un maggioritario Bastardo, un sistema che per funzionare deve polarizzare e criminalizzare l’avversario, che diventa nemico, dove le frange massimaliste sono quelle che condizionano le frange riformiste e dialoganti.  Questo sistema politico ed elettorale è funzionale alla macchina del fango che molti credono nata oggi, viste le notizie che emergono grazie al libro scritto da Palamara (ex Presidente dell’associazione Magistrati) sul mal funzionamento della magistratura, ma anche delle notizie gravi che emergono in questi giorni sugli accessi riservati alle banche dati operate da magistrati e funzionari di stato disonesti con la complicità di giornalisti e dunque dei loro gruppi editoriali. Tutto ciò di cui si parla oggi era già presente in modo diverso negli anni di Mani Pulite del Pool di Milano, operazione di un golpe post moderno nato dal connubio tra magistratura deviata e media al servizio di poteri finanziari interessati a comprare a due soldi le aziende pubbliche italiane. 

Non è un caso che l’operazione parte in grande stile dopo che il parlamento approva la legge maggioritaria denominata Mattarellum che spacca le forze rifomiste, che erano e sono presenti in ogni partito democratico, obbligandole con questa legge ad essere residuali dentro i due schieramenti e perdendo la loro capacità di dialogo funzionale per la democrazia.  Se a ciò aggiungiamo la campagna mediatica che definisce il politico, in quanto tale, Ladro a priori per cui è giusto abolire il finanziamento pubblico, ed eccoci precipitati nella politica del nulla, in mano alla finanza, scimmiottando il peggio delle istituzioni americane le quali oltretutto hanno dei bilanciamenti dei poteri che noi non abbiamo.

Un’ultima osservazione, ma i nostri politici si sono dati all’agricoltura? Campo largo, Campo giusto, Campo coeso, quando nella politica si usano metafore vuote dove ognuno può inserire ciò che vuole, vuol dire che: la politica dei contenuti, la politica del fare, la politica che mobilita i cittadini, la politica della speranza, non esiste. Non a caso anche nella prima Repubblica, Moro, parlò della convergenza di due rette parallele, per definire che due partiti diversi possono trovare dei punti di convergenza su alcune cose, ma rimanendo distinti. La differenza tra i campi, che non sappiamo cosa ci si coltiva e la convergenza è che nella prima Repubblica c’erano vincoli internazionali che oggi non ci sono, per cui bisognava motivare agli alleati le alleanze possibili, per poter governare, che i dati elettorali mettevano in risalto.  Stiamo parlando dell’inizio del compromesso storico, una fase politica complessa dove il peso degli equilibri internazionali fu determinante nel suo fallimento. Ma questa è un’altra storia.

Roberto Giuliano

 


venerdì 19 gennaio 2024

E io sono ancora qua…….

 

E io sono ancora qua…….

Parafrasando Vasco Rossi anche quest’anno, sono, siamo qua ad Hammamet a ricordare Bettino Craxi. Sono passati 24 anni dalla sua scomparsa e 32 anni dal golpe mediatico giudiziario che eufemisticamente venne chiamato Mani Pulite.  I giornali urlavano con 4 scalmanati in piazza  per supportare la teoria che i politici erano tutti ladri e senza di loro il Paese sarebbe stato migliore, perché  la società civile è migliore di quella politica, i politici sono tutti corrotti in quanto politici, alla politica il denaro non serve sia perché tanto se lo rubano o perché deve essere volontariato: slogan populisti e qualunquisti  che aldilà del ceto intellettuale corrotto e in malafede, hanno fatto breccia sul popolo grazie ai media come amplificatori e trasformatori di ciò che non c’è in realtà .  Oggi emerge con tutta evidenza come la stampa e i media possono farci credere che Dio è morto di freddo, e se facessero una campagna martellante affermando ciò, certamente tra una decina di anni le nuove generazioni ci crederebbero e noi saremmo solo dei negazionisti.

 E si, siamo ancora qua…. Si per affermare che in Italia c’è stato un golpe post moderno senza carri armati ma con la magistratura e la stampa come plotone di esecuzione, ma essi hanno fatto solo il lavoro sporco, i mandanti sono  la finanza internazionale e complici quei politici  servi ed opportunisti che ieri prendevano i soldi dalla Russia sovietica  ed oggi dalla finanza internazionale che ha vinto la battaglia contro il comunismo.

Ma comunisti erano di mentalità e tali sono rimasti sempre al servizio di chi li paga, senza il minimo alibi di un impegno sociale che almeno il comunismo aveva.

Diceva il papa polacco, che morto il comunismo  non è scomparsa la piaga sociale della povertà, anzi mi permetto di dire, che forse per la paura del comunismo, il capitalismo  per vincere la sua sfida  con il comunismo sovietico accettava e faceva convivere con le sue regole lo Stato Sociale, ma oggi che ha vinto, il suo motto è il profitto per il profitto, senza regole  e come unico modello di successo sociale.

La seconda repubblica che prometteva un mondo migliore ci fa rimpiangere la prima repubblica, certamente a noi che abbiamo vissuto entrambe, ma l’immagine che i giovani hanno oggi della politica è squalificante, il regno dell’incompetenza e degli affari,  si è affermata una visione squallida della politica utile per gli ambienti finanziari  per gestire il potere politico senza esporsi.   Di questo Golpe nessuno ha pagato e probabilmente nessuno pagherà, la magistratura italiana era irresponsabile prima e lo è anche ora, condiziona la politica assurgendo un ruolo di gendarme di una presunta legalità che nella realtà è arbitrarietà e stravolgendo l’equilibrio dei poteri previsto nella nostra carta Costituzionale. 

Il giustizialismo che in questi anni persevera nel nostro Paese non si ha il coraggio di chiamarlo con il suo vero nome FASCISMO, si perché è un fascismo di sinistra e come non si può chiamare in altro modo si utilizza il termine giustizialista ma in realtà rosso o nero sempre di fascismo si tratta in una versione moderna.

Ma Noi siamo qua….. Si a ricordare che nel nostro Paese non c’è giustizia, a ricordare ed impedire che la storia la scrivono i vincitori . 


 

Lettera aperta al Presidente della Repubblica: L’Anpi è democratica?

  Lettera aperta al Presidente della Repubblica: L’Anpi è democratica? Mi permetto di rivolgermi a Lei in quanto costituzionalmente è il...