giovedì 3 aprile 2025

Il capitalismo la guerra e la natura umana

 

Il capitalismo la guerra e la natura umana

“Quante volte s'è vista condannare la verità! È triste, ma purtroppo vero, che l'uomo non impara niente dalla storia.” (C. G. Jung).  Oggi c’è di più, si cerca di ricordare la storia nel modo che più aggrada alfine di manipolare il consenso, con allarmismi e paragoni storici che non hanno nulla a che vedere con le forze attualmente in campo. Esistono, ovviamente, più storie che forniscono diverse verità, questo avviene perché coloro che vincono hanno tutto l’interesse di scrivere e far studiare l’interpretazione della storia in funzione al loro ruolo di vincitori. Ciò non vuol dire considerare il negazionismo una interpretazione della storia, anzi, il più delle volte è usato dagli interessati come operazione di contestazione per trovare una identità propria per contrastare in modo qualunquistico il potere costituito, ma nei fatti sono funzionali allo stesso potere che vorrebbero contestare, come dire: se non ci fossero bisognerebbe inventarli.

Con questo non si vuole certamente affermare che nelle vicende dei vari paesi non ci siano state “amnesie” storiche che, comunque, nel cambio di regime o nei secoli sono emerse: negare lo sterminio dei Curdi, degli Armeni o definire briganti coloro che si opposero all’unificazione dell’Italia. Non è un caso che i Paesi democratici nelle loro costituzioni prevedono il segreto di Stato, alfine di evitare che problematiche dell’oggi possano creare gravi difficoltà all’equilibrio internazionale o alla sicurezza dello Stato stesso. Piu che mai torna utile la riflessione di A. Gramsci: L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari.”

Noi Europei ci dimentichiamo che le strade della nostra storia e civiltà sono lastricate da massacri, guerre, genocidi, il tutto sempre manipolando il popolo, ieri erano le Religioni, Re, Regine, Imperatori, Principesse, Baroni, Conti e Contesse, poi arrivò la Rivoluzione Francese ed emerse la Borghesia e da essa e con essa si sviluppò la finanza gestita da una nuova aristocrazia borghese che è quella che, dopo la caduta del comunismo, domina il globo. Nel mondo, ormai, esiste solo il capitalismo con varie forme di potere da quelle autoritarie a democratiche, con le varie sfumature da illiberale a liberale, da oligarchiche a teocratiche, entrambe sotto il dominio della aristocrazia finanziaria.   Mentre ieri le guerre si facevano per far vivere bene il proprio popolo o comunità favorendo la migrazione in posti più accoglienti e dichiarando guerra a quelli autoctoni, pian piano si afferma il sempre presente delirio di potenza territoriale fino ad arrivare all’economia del controllo dei mercati. Delirio di onnipotenza da parte di alcuni umani al potere convinti di essere sempre nel bene o di avere una missione divina da compiere.

Le guerre che sono scoppiate in Europa, dopo il 1991, sono la conferma sia della fine di un equilibrio (del terrore nucleare), ma anche il diritto dei popoli usciti dal comunismo di vivere in democrazia, ma questa libertà ritrovata può essere utilizzata dalla finanza internazionale come conquista di nuovi mercati e dunque nuove zone d’influenza, condizionando la politica di questi stati con modalità non sempre democratiche di cui le guerre, i tumulti, i colpi di stato, ne sono la conferma.

L’odiato Trump ha tolto il velo dell’ipocrisia al buonismo dei Democratici americani e della finanza che li spalleggiava. Certamente, anche con Trump la finanza dirige le politiche, ma alla luce del sole, ciò vale per tutte le nazioni, non è un caso che Francia e Gran Bretagna stanno cercando, in questo momento e in tutti i modi, di ostacolare un accordo tra l’America e la Russia perché sarebbero esclusi dagli accordi economici sull’Ucraina. Consideriamo che esse sono tra le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale e hanno una sotterranea visione imperialistica (gli inglesi con il Commonwealth e la Francia con i Territori d’oltre mare), ma tali non sono.

Con l’affermarsi del capitalismo, come unica realtà economica mondiale, ci si pone il problema di quale capitalismo!  Il capitalismo vive bene sia con regimi dispotici e autoritari, anzi meglio che con i regimi democratici. Da sempre il capitalismo Americano e quello Europeo sono differenti, noi abbiamo sempre avuto un capitalismo con una forte presenza di uno stato sociale, per quanto diverso da nazione a nazione, che non è paragonabile a quello americano, ma ormai anche in Europa è arrivato il vento della finanza angloamericana che destabilizza le istituzioni e impoverisce i popoli. Sarà possibile un capitalismo sociale? Una finanza sociale e produttiva? da non confondere con la finanza speculativa che prima ti deruba e poi, per lavarsi la coscienza, fa la beneficenza. Come possono i paesi democratici avere un controllo sulla finanza e non essere dipendenti dalla finanza? Le forze in campo sono diverse, l’intelligenza artificiale ridisegna una nuova rivoluzione lavorativa e sociale, ma se non curiamo ed educhiamo l’animale umano all’empatia per sé e i suoi simili rimarremo sempre dei selvaggi autolesionisti, che credono di risolvere i conflitti con le guerre, nessun paradiso terrestre, ma solo buon senso tipico di tutta la specie animale.

 


giovedì 13 marzo 2025

La guerra, la natura umana e la propaganda (2)

 

La guerra, la natura umana e la propaganda (2)

Per Sun Zin, che ha scritto l’arte della guerra, Tutte le guerre si basano sull'inganno mentre Karl Von Clausewitz ci dice che La guerra non è mai un atto isolato, non scoppia mai in modo del tutto improvviso, la sua propagazione non è l'opera di un istante.” Se consideriamo queste due frasi vere, dobbiamo prendere in considerazione alcuni aspetti del problema essendo gli estensori di queste frasi due militari e scrittori. 

Il primo aspetto è che hanno scritto in un periodo storico in cui la dittatura o altre forme di governo dispotico erano in auge, l’altro aspetto è che nei sistemi democratici il convincimento delle popolazioni a partecipare ad una guerra è più complesso, ma non per questo impossibile. Storicamente le guerre sono avvenute per il bisogno dei popoli di ottenere terreni migliori, ma anche per alcuni popoli l’essere guerrieri era un modo di sopravvivere sulle spalle dei popoli che si conquistavano. 

Esiste anche un altro aspetto di natura psicologica, se da un lato siamo tutti portatori del bene e del male (che sono soggettivi e appartengono alla cultura e alla morale di un popolo) ciò dipende dall’imprinting familiare, dalle relazioni che si frequentano e dalle esperienze personali per cui l’attitudine al comando, il cinismo, l’egoismo, ma anche il delirio di onnipotenza sono trasversali a tutti i ceti sociali producendo  comportamenti diversi, con l’unica differenza che quando queste modalità relazionali  appartengono a ceti benestanti o  di “potere” i danni che essi possono provocare al loro popolo potrebbero essere gravi.  

A conferma di quanto sopra scritto ci viene a supporto Karl Von Clausewitz che ci dice:La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”. Le guerre in occidente, una volta che è caduto il muro di Berlino, si trasformano dal contrasto tra blocchi di super potenze nucleari incompatibili come i sistemi Comunismo/Capitalismo, a contrasto di interessi tra lobby economiche senza più limiti di confini essendo entrati nell’era della globalizzazione finanziaria e digitale. 

Possiamo dire, senza essere smentiti, che le guerre si fanno per interessi economici delle lobby al potere che usano con varie tecniche manipolatrici i popoli per i loro interessi economici, che non sempre coincidono con gli interessi dei popoli, anzi ne sono le vittime. Esiste, tuttavia, una diversità di fondo tra i sistemi autoritari, dispotici e quelli democratici, anche se entrambi in qualche modo devono motivare al proprio popolo il perché di una guerra, la situazione è più complessa è per i sistemi democratici.  In una dittatura i media sono tutti al servizio del potere e dunque non è possibile proporre idee diverse, per quanto parte del popolo può non farsi condizionare dalla propaganda, ma non ha mezzi per dissentire se non a rischio della propria vita. Nelle democrazie il consenso è fondamentale e visto che ormai non esistono barriere ideologiche che obbligavano le democrazie a far vivere bene i propri popoli per paura del comunismo, le lobby economiche hanno perso il sopravvento. 

Oggi il rischio per le democrazie viene dagli interessi della finanza che è in grado di comprare i media e controllare i social  anche mediante l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, per cui si rischia in modo diverso di essere come le dittature, ma con la possibilità di dissenso, per quanto emarginato, dal pensiero unico che viene profuso. Qualunque guerra necessita di polarizzare il popolo e dunque è necessario far affermare la cultura manichea in contrasto con il pensiero complesso.  Nei sistemi democratici   per controllare il dissenso si tende ad etichettarlo come complottista dando voce proprio a coloro che hanno idee strampalate (terrapiattisti, ufologi etc.) per ridicolizzare le opinioni divergenti. Inoltre il più delle volte si dimentica il lavoro sotterraneo e sporco, ma volte utile, dei servizi segreti che operano nei vari paesi senza dimenticare l’esistenza “dei vari lobbisti benefattori” i quali sovvenzionano organizzazioni che hanno lo scopo di realizzare gli interessi dei lobbisti con l'intento di influenzare le popolazioni e dunque le istituzioni dei paesi democratici. Altro aspetto non secondario è la cultura dell’emergenza che si coniuga con il sentimento della paura, la quale produce un abbassamento delle competenze cognitive quando l’emergenza   avviene mediante un bombardamento mediatico ed è funzionale all’esorcizzazione e creazione del nemico. Pertanto credo che il problema delle democrazie nel terzo millennio è quello di trovare strumenti internazionali per controllare e rendere trasparenti le lobby finanziarie (diceva Falcone seguire la strada dei soldi), rendere i Media trasparenti nelle loro risorse economiche e ripristinare il finanziamento pubblico alla politica e dunque ai partiti per renderli autonomi dalle lobby finanziare, superando se possibile il sistema maggioritario  che è funzionale a dividere il popolo per ripristinare il sistema proporzionale  con un secondo turno maggioritario. Tutta questa riflessione spero sia utile per destare dal sonno coloro che in questi anni hanno fatto liste di proscrizione contro i Putiniani, i Trumpiani, i No vax, Sei di destra, Sei di sinistra, Sei omofobo, sei fascista, sei comunista etc. Ma nei fatti sono stati involontariamente degli utili idioti la realtà non è bianca o nera.


PS. Per i guerrafondai e sovranisti è utile sapere se si vuole avere la nostra sovranità avendo perso una guerra che molti dimenticano, abbiamo due strade, una dichiarare guerra all’America, Francia e Inghilterra  che è una follia, l’altra è realizzare gli Stati Uniti d’Europa prima di riarmarci.

 Roberto Giuliano

per la prima parte

https://lesfumaturedelgarofanorosso.blogspot.com/2025/03/la-guerra-la-natura-umana-e-la.html

 


martedì 11 marzo 2025

La guerra, la natura umana e la propaganda

 

La guerra, la natura umana e la propaganda

Nella storia europea, di norma, non c’era generazione che non avesse vissuto l’esperienza drammatica della guerra; dopo la seconda guerra mondiale l’Europa tutta, sia l’est europeo che l’occidente, hanno vissuto in buone relazioni per almeno 5 generazioni.  Solo dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, e precisamente nel 1998, nell’est europeo scoppia la guerra del Kossovo. 

Inoltre noi chiamiamo le ultime due guerre, giustamente, mondiali, ma in realtà sono guerre che nascono in Europa e si allargano anche in altri parti del mondo.  Sarà perché siamo europei, sarà perché è la nostra storia, ma sta di fatto che di altre guerre sparse nel mondo ne sappiamo poco e comunque, da ciò che studiamo, possiamo dire che le nostre guerre sono sempre state cruente fino ad arrivare alla nascita di una potenziale guerra nucleare. 

Questa premessa è utile non tanto per confermare ciò che disse Carlo Marx che “la storia dell’uomo è storia di sangue”, ma per mettere in evidenza un aspetto dicotomico   dell’essere umano e cioè il conflitto tra il bisogno di cooperazione e il bisogno di un nemico.

Tutte le guerre hanno una verità rivelata al popolo (ed è necessaria perché a combattere ci va il popolo) e una verità nascosta. Le verità rivelate al popolo sono un mix tra propaganda e verità, la propaganda serve per determinare nel popolo il nemico, cioè colui che dobbiamo eliminare, battere. Le modalità come questo avviene sono molteplici, mediante il senso comune, affermando ed evidenziando ed esempio presunte o vere diversità di un popolo, presentate in modo divisivo, con scherno e poi ci sono modalità più raffinate e subdole, modificando e manipolando le notizie a supporto della stessa strategia di individuazione del nemico.  La nostra realtà la costruiamo in base alle notizie ed informazioni che riceviamo (P. Watzlawich)

Tutto ciò è necessario al potere perché sa che l’essere umano necessita di identità e appartenenza, e avere un nemico favorisce ciò, anzi diventa un modo come attribuire la proiezione delle proprie frustrazioni e fallimenti personali al nemico di turno. In questa operazione di manipolazione si gioca anche sulla supremazia della nostra cultura rispetto agli altri, cosa in parte vera, ma viene utilizzata come scusa dei buoni nel portare benessere e democrazia agli altri (il più delle volte neanche richieste da quei popoli) dimenticandosi che la democrazia e la cultura non si impongono con le armi, ma tramite lunghi percorsi di stratificazione culturali nel tempo, la democrazia non si regala, la si apprende, la si conquista.

Altro aspetto fondamentale è creare un clima di polarizzazione (ad esempio dx o sx) tipico del pensiero ancestrale ed infantile, ma sempre presente come quello manicheo (in menti deboli ed ignoranti nel senso etimologico del termine) per cui se non sei d’accordo con me sei un traditore, sei sul libro paga del nemico, sei prezzolato etc.… Una volta creato questo clima che obbliga, grazie alla stampa e ai media, a doversi schierare, si annulla  di fatto qualunque  dubbio (censurando anche notizie) per la sopravvivenza di un minimo di ragionamento logico come quello della relazione tra  rischi e benefici, che di norma fanno tutti gli esseri animali per istinto anche i non senzienti, allora si può dichiarare la guerra o farsi aggredire per poi reagire.

Le verità nascoste sono quelle degli egoismi dei potenti di turno,degli interessi economici di coloro che non compaiono, di circoli economici che si auto illudono di comandare il mondo, ma questo sarà il prossimo articolo. Continua.

Roberto Giuliano

 seconda parte

 https://lesfumaturedelgarofanorosso.blogspot.com/2025/03/la-guerra-la-natura-umana-e-la_13.html



 

Il capitalismo la guerra e la natura umana

  Il capitalismo la guerra e la natura umana “Quante volte s'è vista condannare la verità! È triste, ma purtroppo vero, che l'uo...