giovedì 13 marzo 2025

La guerra, la natura umana e la propaganda (2)

 

La guerra, la natura umana e la propaganda (2)

Per Sun Zin, che ha scritto l’arte della guerra, Tutte le guerre si basano sull'inganno mentre Karl Von Clausewitz ci dice che La guerra non è mai un atto isolato, non scoppia mai in modo del tutto improvviso, la sua propagazione non è l'opera di un istante.” Se consideriamo queste due frasi vere, dobbiamo prendere in considerazione alcuni aspetti del problema essendo gli estensori di queste frasi due militari e scrittori. 

Il primo aspetto è che hanno scritto in un periodo storico in cui la dittatura o altre forme di governo dispotico erano in auge, l’altro aspetto è che nei sistemi democratici il convincimento delle popolazioni a partecipare ad una guerra è più complesso, ma non per questo impossibile. Storicamente le guerre sono avvenute per il bisogno dei popoli di ottenere terreni migliori, ma anche per alcuni popoli l’essere guerrieri era un modo di sopravvivere sulle spalle dei popoli che si conquistavano. 

Esiste anche un altro aspetto di natura psicologica, se da un lato siamo tutti portatori del bene e del male (che sono soggettivi e appartengono alla cultura e alla morale di un popolo) ciò dipende dall’imprinting familiare, dalle relazioni che si frequentano e dalle esperienze personali per cui l’attitudine al comando, il cinismo, l’egoismo, ma anche il delirio di onnipotenza sono trasversali a tutti i ceti sociali producendo  comportamenti diversi, con l’unica differenza che quando queste modalità relazionali  appartengono a ceti benestanti o  di “potere” i danni che essi possono provocare al loro popolo potrebbero essere gravi.  

A conferma di quanto sopra scritto ci viene a supporto Karl Von Clausewitz che ci dice:La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”. Le guerre in occidente, una volta che è caduto il muro di Berlino, si trasformano dal contrasto tra blocchi di super potenze nucleari incompatibili come i sistemi Comunismo/Capitalismo, a contrasto di interessi tra lobby economiche senza più limiti di confini essendo entrati nell’era della globalizzazione finanziaria e digitale. 

Possiamo dire, senza essere smentiti, che le guerre si fanno per interessi economici delle lobby al potere che usano con varie tecniche manipolatrici i popoli per i loro interessi economici, che non sempre coincidono con gli interessi dei popoli, anzi ne sono le vittime. Esiste, tuttavia, una diversità di fondo tra i sistemi autoritari, dispotici e quelli democratici, anche se entrambi in qualche modo devono motivare al proprio popolo il perché di una guerra, la situazione è più complessa è per i sistemi democratici.  In una dittatura i media sono tutti al servizio del potere e dunque non è possibile proporre idee diverse, per quanto parte del popolo può non farsi condizionare dalla propaganda, ma non ha mezzi per dissentire se non a rischio della propria vita. Nelle democrazie il consenso è fondamentale e visto che ormai non esistono barriere ideologiche che obbligavano le democrazie a far vivere bene i propri popoli per paura del comunismo, le lobby economiche hanno perso il sopravvento. 

Oggi il rischio per le democrazie viene dagli interessi della finanza che è in grado di comprare i media e controllare i social  anche mediante l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, per cui si rischia in modo diverso di essere come le dittature, ma con la possibilità di dissenso, per quanto emarginato, dal pensiero unico che viene profuso. Qualunque guerra necessita di polarizzare il popolo e dunque è necessario far affermare la cultura manichea in contrasto con il pensiero complesso.  Nei sistemi democratici   per controllare il dissenso si tende ad etichettarlo come complottista dando voce proprio a coloro che hanno idee strampalate (terrapiattisti, ufologi etc.) per ridicolizzare le opinioni divergenti. Inoltre il più delle volte si dimentica il lavoro sotterraneo e sporco, ma volte utile, dei servizi segreti che operano nei vari paesi senza dimenticare l’esistenza “dei vari lobbisti benefattori” i quali sovvenzionano organizzazioni che hanno lo scopo di realizzare gli interessi dei lobbisti con l'intento di influenzare le popolazioni e dunque le istituzioni dei paesi democratici. Altro aspetto non secondario è la cultura dell’emergenza che si coniuga con il sentimento della paura, la quale produce un abbassamento delle competenze cognitive quando l’emergenza   avviene mediante un bombardamento mediatico ed è funzionale all’esorcizzazione e creazione del nemico. Pertanto credo che il problema delle democrazie nel terzo millennio è quello di trovare strumenti internazionali per controllare e rendere trasparenti le lobby finanziarie (diceva Falcone seguire la strada dei soldi), rendere i Media trasparenti nelle loro risorse economiche e ripristinare il finanziamento pubblico alla politica e dunque ai partiti per renderli autonomi dalle lobby finanziare, superando se possibile il sistema maggioritario  che è funzionale a dividere il popolo per ripristinare il sistema proporzionale  con un secondo turno maggioritario. Tutta questa riflessione spero sia utile per destare dal sonno coloro che in questi anni hanno fatto liste di proscrizione contro i Putiniani, i Trumpiani, i No vax, Sei di destra, Sei di sinistra, Sei omofobo, sei fascista, sei comunista etc. Ma nei fatti sono stati involontariamente degli utili idioti la realtà non è bianca o nera.


PS. Per i guerrafondai e sovranisti è utile sapere se si vuole avere la nostra sovranità avendo perso una guerra che molti dimenticano, abbiamo due strade, una dichiarare guerra all’America, Francia e Inghilterra  che è una follia, l’altra è realizzare gli Stati Uniti d’Europa prima di riarmarci.

 Roberto Giuliano

per la prima parte

https://lesfumaturedelgarofanorosso.blogspot.com/2025/03/la-guerra-la-natura-umana-e-la.html

 


martedì 11 marzo 2025

La guerra, la natura umana e la propaganda

 

La guerra, la natura umana e la propaganda

Nella storia europea, di norma, non c’era generazione che non avesse vissuto l’esperienza drammatica della guerra; dopo la seconda guerra mondiale l’Europa tutta, sia l’est europeo che l’occidente, hanno vissuto in buone relazioni per almeno 5 generazioni.  Solo dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, e precisamente nel 1998, nell’est europeo scoppia la guerra del Kossovo. 

Inoltre noi chiamiamo le ultime due guerre, giustamente, mondiali, ma in realtà sono guerre che nascono in Europa e si allargano anche in altri parti del mondo.  Sarà perché siamo europei, sarà perché è la nostra storia, ma sta di fatto che di altre guerre sparse nel mondo ne sappiamo poco e comunque, da ciò che studiamo, possiamo dire che le nostre guerre sono sempre state cruente fino ad arrivare alla nascita di una potenziale guerra nucleare. 

Questa premessa è utile non tanto per confermare ciò che disse Carlo Marx che “la storia dell’uomo è storia di sangue”, ma per mettere in evidenza un aspetto dicotomico   dell’essere umano e cioè il conflitto tra il bisogno di cooperazione e il bisogno di un nemico.

Tutte le guerre hanno una verità rivelata al popolo (ed è necessaria perché a combattere ci va il popolo) e una verità nascosta. Le verità rivelate al popolo sono un mix tra propaganda e verità, la propaganda serve per determinare nel popolo il nemico, cioè colui che dobbiamo eliminare, battere. Le modalità come questo avviene sono molteplici, mediante il senso comune, affermando ed evidenziando ed esempio presunte o vere diversità di un popolo, presentate in modo divisivo, con scherno e poi ci sono modalità più raffinate e subdole, modificando e manipolando le notizie a supporto della stessa strategia di individuazione del nemico.  La nostra realtà la costruiamo in base alle notizie ed informazioni che riceviamo (P. Watzlawich)

Tutto ciò è necessario al potere perché sa che l’essere umano necessita di identità e appartenenza, e avere un nemico favorisce ciò, anzi diventa un modo come attribuire la proiezione delle proprie frustrazioni e fallimenti personali al nemico di turno. In questa operazione di manipolazione si gioca anche sulla supremazia della nostra cultura rispetto agli altri, cosa in parte vera, ma viene utilizzata come scusa dei buoni nel portare benessere e democrazia agli altri (il più delle volte neanche richieste da quei popoli) dimenticandosi che la democrazia e la cultura non si impongono con le armi, ma tramite lunghi percorsi di stratificazione culturali nel tempo, la democrazia non si regala, la si apprende, la si conquista.

Altro aspetto fondamentale è creare un clima di polarizzazione (ad esempio dx o sx) tipico del pensiero ancestrale ed infantile, ma sempre presente come quello manicheo (in menti deboli ed ignoranti nel senso etimologico del termine) per cui se non sei d’accordo con me sei un traditore, sei sul libro paga del nemico, sei prezzolato etc.… Una volta creato questo clima che obbliga, grazie alla stampa e ai media, a doversi schierare, si annulla  di fatto qualunque  dubbio (censurando anche notizie) per la sopravvivenza di un minimo di ragionamento logico come quello della relazione tra  rischi e benefici, che di norma fanno tutti gli esseri animali per istinto anche i non senzienti, allora si può dichiarare la guerra o farsi aggredire per poi reagire.

Le verità nascoste sono quelle degli egoismi dei potenti di turno,degli interessi economici di coloro che non compaiono, di circoli economici che si auto illudono di comandare il mondo, ma questo sarà il prossimo articolo. Continua.

Roberto Giuliano

 seconda parte

 https://lesfumaturedelgarofanorosso.blogspot.com/2025/03/la-guerra-la-natura-umana-e-la_13.html



 

lunedì 13 gennaio 2025

Bettino Craxi: 25 anni dalla sua scomparsa Né verità Né Giustizia

 Bettino Craxi: 25 anni dalla sua scomparsa Né verità Né Giustizia

Come ogni anno dal 2000 l’associazione Amici del Garofano Rosso e la Fondazione Craxi si ritrovano ad Hammamet il 19 gennaio per ricordare nel XXV anno della sua scomparsa un uomo, un politico, uno statista che ha subito in uno stato democratico una grave ingiustizia. 

Parliamo di Bettino Craxi, il segretario del PSI e Presidente del Consiglio, che in un momento di grave crisi economica ha saputo risollevare le sorti del Paese dandogli un prestigio internazionale e ottenendo la tripla A dalle agenzie di Rating e facendo dell'Italia la V potenza mondiale superando l’Inghilterra. Anche quest’anno, più di un centinaio di Italiani andranno ad Hammamet per ricordare e portare un garofano sulla tomba di Bettino Craxi. Ricordare non solo per la storia - affinché non prevalga la damnatio memoriae - ma per reclamare ancora nel nostro Paese la Verità, e dunque la Giustizia, sul caso Craxi, ma in generale sulla falsa rivoluzione chiamata eufemisticamente Mani Pulite”. 

Molti, strumentalmente, in mala fede o per ignoranza politica e democratica credono che coloro che ancora chiedono giustizia per Craxi sono motivati dal rancore e non comprendono che senza verità non c’è giustizia e senza giustizia non c’è democrazia.  La stessa diaspora che ha colpito i socialisti dopo i fatti di mani pulite ha più letture, la più stupida data per opportunismo o malafede è quella secondo cui i socialisti non possono schierarsi con la destra.  A destra di chi? cosa è La destra? Già per i comunisti, i socialisti non erano abbastanza di sinistra perché formavano i governi con la DC e, per questo, erano di destra.  Senza voler arrivare ai primi del 900 dove anche il caro Matteotti era considerato un socialfascista.  La bolla ideologica comunista ancora continua perché, nonostante la scomparsa dell’Unione sovietica, culturalmente è attuale e nella sua continua evoluzione o involuzione, ed oggi si appropria in modo camaleontico del termine “Sinistra” realizzando un doppio risultato: senza bisogno di cambiare cultura e dunque rimanendo ideologicamente comunisti, ovviamente non ortodossi, cambiano solo il nome; e pur dichiarandosi “Sinistra”, manipolano il senso della parola, perchè non esprimono valori su cui confrontare le loro scelte, scambiando abilmente la giustizia sociale con i diritti civili, certamente importanti ed inclusivi, ma non inclusivi come la giustizia sociale.

Inoltre, questo proclamarsi Sinistra in senso ideologico, tende alla polarizzazione del sistema politico, utile per eliminare concorrenti, come dire che la realtà è divisa in due: il bianco o il nero, volendo o cercando di abolire l’arcobaleno (leggi quelli che vengono chiamati cespugli che sono percepiti come disturbanti ma utili idioti per vincere). Il polarizzare è figlio del manicheismo che trasforma il confronto politico e la cultura politica in infantilismo o tifoseria e contiene in sé il germe dell’autoritarismo, ma garantisce rendite di posizioni elettorali dai ceti più ignoranti in senso etimologico.  Anche l’utilizzo dell’Antifascismo come collante di una presunta Sinistra è demenziale e antistorico e nasconde il vuoto politico. Con la polarizzazione si uccide il riformismo che è presente in entrambi gli schieramenti, ma diviso è ininfluente. Cosa c’entra tutto questo con l’andare ad Hammamet e ricordare Bettino Craxi? 

Egli è stato il capro espiatorio per realizzare un golpe post moderno per eliminare una classe politica che non si sarebbe mai immolata al Dio denaro come fine, totem della finanza speculativa angloamericana e non solo, alla quale si sono venduti o forse piegati per sopravvivenza politica coloro i quali oggi si autodefiniscono “Sinistra”.  Il paradigma destra/sinistra, dunque, è vecchio, fuorviante ed è utile per manipolare il popolo con la complicità dei media per nascondere la bolla autoritaria della finanza affinché si litighi tra destra e sinistra senza toccare i loro infami interessi. Il problema non è il capitalismo in sé, ma quello finanziario. Non si chiede nessuna abiura ma solo la Verità perché solo con essa è possibile realizzare un partito socialista riformista come è in tutta Europa, perché la Sinistra o è Socialista non lo è. 

Hammamet dunque, non è un pellegrinaggio o un incontro di reduci, ma vuole essere la testimonianza di chi non si piega all’abbrutimento della nostra società e dell’Europa, di coloro che credono che una società migliore è possibile, che l’esperienza del governo Craxi e i suoi insegnamenti sono ancora una prospettiva per migliorare il Paese. Dall’abolizione del debito pubblico ai paesi poveri, agli Stati Uniti d’Europa per avere un ruolo attivo nella globalizzazione e ritornare ad essere un popolo trai popoli sovrani, combattere la speculazione finanziaria che determina inflazione e dunque impoverimento dei ceti medi e proletari.  Essere ancora oggi Socialisti e Craxiani vuol dire lottare per un mondo più giusto che ponga l’essere umano al centro della sua strategia. Come la data del 25 Aprile, i 25 anni che ricorrono quest’anno rappresentano per noi la Resistenza in difesa della verità, senza verità non si costruisce un futuro democratico, libero dai condizionamenti e dai veleni che hanno intossicato e continuano ad intossicare la seconda Repubblica, da qui la necessità di una commissione d’inchiesta parlamentare per ristabilire la Verità e fare Giustizia.

Roberto Giuliano


 

venerdì 3 gennaio 2025

FASCISMO E COMUNISMO: L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

 FASCISMO E COMUNISMO: L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

C’è un vizio culturale nel nostro Paese che poi tanto vizio non è, ma una strategia raffinata di comunicazione manipolatrice della realtà: sì, perché sono le parole a dare senso alla realtà. In Italia il vecchio Pci sapeva che non sarebbe potuto arrivare al governo a causa dell’accordo di Yalta tra le potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale; da qui una spartizione del potere tra la Democrazia Cristiana e il Pci visto come il legittimo rappresentante dell’Unione Sovietica. In questa spartizione la Dc, forte del suo rappresentare − la Chiesa cattolica − ha lasciato al Pci la gestione della cultura laica mediante la gestione delle università e delle varie “case matte” della cultura, così come, in modo profetico e lungimirante, scrisse Gramsci nei suoi “Quaderni dal carcere”, per quanto manipolate da Togliatti e non solo. La sua teoria sull’egemonia culturale che contrastava per l’Occidente le teorie leniniste sulla presa del potere mediante rivoluzioni violente (potremmo dire con ironia che Landini non ha studiato Gramsci ed è rimasto a Lenin), si è dimostrata la teoria vincente.

Tutta questa premessa per dire che mediante il controllo del linguaggio, e dunque dei termini che si usano per rappresentare la realtà, gli ex comunisti hanno fatto credere che il termine fascismo rappresenta tutto ciò che è autoritario: dai comportamenti alle parole, dai ruoli ai gesti. Ovviamente questa operazione esclude una lettura del comunismo come autoritario in Italia. Uomo fascista, Padre fascista, hai detto una cosa fascista, quel gesto non devi farlo perché fascista, uccidere è da fascista, combattere colui che io decido che è fascista è cosa buona e giusta, la pensi come un fascista, ti sei vestito come un fascista, essere contro l’utero in affitto è fascista, etc. Questo fascistizzare tutto ciò che ad una élite politica, e oggi anche finanziaria, non piace è eguale a come fare di tutta un’erba un fascio senza più distinguere la poliedricità della realtà. Questo schematismo mentale di regressione infantile non è casuale, è volutamente sostenuto perché più un popolo è ignorante, nel senso etimologico del termine, più si determina una maggior capacità manipolatrice delle élite al potere.    

Precisiamo che élite al potere non sono oggi i governanti tout court, ma coloro che controllano i mezzi di comunicazione che non sono gli editori, ma la finanza che foraggia anche la politica.

Il Pci italiano, essendo stato fortunato nel rimanere nel blocco occidentale e non in quello comunista, per darsi una parvenza di democraticità ha utilizzato e utilizza l’antifascismo come garanzia della sua presunta democraticità. Pertanto, fascistizzare l’autoritarismo è la cosa più facile che ci sia, perché siamo tutti noi portatori sani dell’autoritarismo nel nostro di Dna culturale.  L’autoritarismo è insito nell’essere umano essendo la formula più semplice per affermare il comando, non è richiesta competenza ma la forza fisica tipica dell’istinto e nel tempo anche quella psicologica. Utilizzare questi arcaici richiami alla paura dell’autoritarismo definendoli fascisti è una grande operazione di manipolazione per nascondere, come ogni manipolazione, la verità e il vuoto politico di un ceto, che non sa proporre e neanche cogliere, anche per conflitti interni, i bisogni della popolazione.

 Il fascismo come il comunismo sono due figli degeneri del socialismo democratico, sarebbe disonesto non riconoscere ad entrambi l’aver colto e, per un periodo di tempo, supportato il bisogno di cambiamento delle loro popolazioni, ma nel tempo si è affermato il nocciolo autoritario della loro ideologia, come ogni altra ideologia.  Anche qui la polemica tra destra e sinistra è un’altra manipolazione, che l’ignoranza storica, in questo caso, favorisce: se aiutare i più deboli è di sinistra anche il fascismo è di sinistra, se l’autoritarismo e il razzismo sono di destra anche il comunismo è di destra. Il demerito di queste 2 ideologie è quello di aver sdoganato la violenza come valore per un mondo migliore. Il fascismo è morto nel 1946 e il comunismo è morto nel 1989/91, ma le loro mentalità autoritarie, purtroppo, sono vive e vegete ed infettano il sistema democratico.

 



 

La guerra, la natura umana e la propaganda (2)

  La guerra, la natura umana e la propaganda (2) Per Sun Zin, che ha scritto l’arte della guerra, “ Tutte le guerre si basano sull'i...