lunedì 28 settembre 2020

Storia di una ordinaria giornata di follia amministrativa

 

Storia di una ordinaria giornata di follia amministrativa

Che la sanità nel Lazio   in termini organizzativi per noi cittadini non brillava di efficienza era cosa già nota prima del Covid , nel dopo Covid diventa realmente imbarazzante, se non pericolosa. Dopo vari tentativi di prenotare le visite tramite Recup, scopro che essendo visite di controllo non è possibile prenotarli per via telefonica ma si deve andare direttamente nei luoghi dove avevo già era stata fatta la prima visita,oppure farsirifare la ricetta del medico senza menzionare visita di controllo, cosa che ho fatto. Ma con la nuova ricetta scopro ritelefonando al Recup che  per le prime visite  non c'era disponibilità a Roma nei 60 giorni previsti,  unica possibilità a Viterbo (e paradossalmente se accettavo dopo sarei sempre dovuto andare a Viterbo). Dunque a Roma nei 60 giorni non c’era nulla disponibile e mi si consigliava di andare alla ASL . Stamattina mi reco alla sede di Via Lampedusa e trovo  fuori la sede una fila lunghissima con gli ombrelli visto che sta piovendo, chiedo che dovrei prendere il numero per andare agli sportelli, e mi si dice che devo mettermi in fila. Io rimango stupito una fila che ovviamente non aveva nessun distanziamento, e che era composta da tanti anziani che stavano sotto la pioggia ad aspettare. Premetto che stessa situazione avevo vissuto prima alle poste  di Piazza Ferdinando De Lucia, dove molti anziani  aspettavano fuori sotto la pioggia ma onestamente non avevo dedotto quello che ha mi ha fatto perdere le staffe alla ASL.

Chi va nelle Asl sono persone che stanno male, i più fragili, per questo aver visto e vissuto questa situazione mi ha fatto riflettere che se non moriamo di Covid moriremo di tante altre patologie per come funziona il sistema sanitario Laziale. Non appartengo a quella che viene definita la categoria dei negazionisti, il Virus c’è ma per difenderci dal virus si sono realizzate strategie che stanno creando comportamenti irrazionali sia in noi cittadini che nelle strutture pubbliche di servizio ai cittadini. Vorrei sapere dagli organi competenti perché il Recup funziona a compartimenti stagni, e non è possibile per via telefonica fare sia le prime visite e i controlli conseguenti? (poi non lamentatevi se la gente va ad intasare i pronti soccorsi), mi domando se è intelligente tenere i cittadini per di più fragili all’aperto ad attendere il loro turno? Siamo all’inizio della stagione autunnale che va verso l’inverno, che pensano in assessorato e i dirigenti nominati per competenza dallo stesso assessorato, che con questa modalità possiamo affrontare la stagione invernale?  Non credo ai complotti ma alla deficienza ed incompetenza umana specialmente se bombardata da un allarmismo ossessivo che produce specialmente in chi è garantito comportamenti paranoici sulla paura di morire. Voglio chiudere con una battuta cattiva che girava durante il periodo che eravamo chiusi in casa, dato che le vittime preferite del Covid siamo noi anziani, diceva “L’INPS offre viaggi gratuiti ai suoi pensionati in Cina“,  visto che ultimamente il presidente dell’INPS si è o gli hanno aumentato lo stipendio, non vorrei che tenere gli anziani sotto la pioggia e al maltempo fosse un’altra strategia per far risparmiare l’INPS. Meglio riderci su visto che dicono il buon umore aumenta le nostre capacità immunitarie.

 


 

domenica 6 settembre 2020

Perché il Comunismo è di Destra?

 

Perché il Comunismo è di Destra?

La prima cosa da comprendere è cosa si intende per destra e sinistra, cosa non facile perché ognuno dello schieramento avverso darà un significato negativo al proprio avversario fino ad arrivare alle offese. Questo dipende anche da un decadimento culturale del nostro paese che ormai confonde la politica con la tifoseria, e ciò è dovuto alla scomparsa delle famiglie culturali che hanno ispirato i partiti. “Fu la Rivoluzione francese a introdurre la distinzione tra quelli che sono diventati i tre punti di riferimento convenzionali dei sistemi politici contemporanei: destra, sinistra e centro. Nel maggio 1789, riunitisi gli Stati generali, i membri del Terzo stato si divisero nell'emiciclo: i conservatori si accomodarono a destra, i radicali e i rivoluzionari a sinistra. Il centro dell'emiciclo fu invece connotato polemicamente come 'palude', in quanto spazio indistinto e senza identità”

Questi termini, pertanto, assumono un significato ideologico con l’avvento delle ideologie filosofiche e politiche, ed in particolare quelle orribili del 900 che si realizzano in Germania, Russia ed Italia. In modo schematico possiamo dividere il pensiero democratico con Kant e quello autoritario con Hegel, e i suoi fan si divisero tra destra hegeliana e sinistra hegeliana. Per quel che concerne la politica:

  • “la Destra hegeliana (conservatrice) sostenne, grosso modo, che lo Stato prussiano, con le sue istituzioni e le sue realizzazioni economiche e sociali, doveva venir visto come il punto di approdo della dialettica, come la massima realizzazione della razionalità dello spirito.
  • La Sinistra hegeliana (rivoluzionaria), invece, invocò la teoria della dialettica per sostenere che l’arresto ad una configurazione politica non era possibile e che la dialettica storica doveva negarla per superarla e realizzare una più alta razionalità.”

Per cui da un punto di vista culturale, nazismo, comunismo e fascismo trovano nel pensiero di Hegel un comune denominatore che è una visione autoritaria della società. Entrambi nel voler promuovere il bene dell’uomo o nel voler costruire una nuova umanità hanno realizzato l’inferno alle loro comunità e non solo.  

 Il socialismo nei suoi molti rivoli si è anche abbeverato alla visione hegeliana specialmente nelle sue propaggini massimalistiche e rivoluzionarie sia marxiste che leniniste. Ma il socialismo italiano nasce anche da una visione umanistica e cristiana, e da una tradizione risorgimentale che non a caso comporterà una visione laica della storia e della società, in contrasto con una visione ortodossa del materialismo storico. Potremmo parlare di un tratto comune di tutti questi movimenti che è la difesa dei più deboli o meglio ancora usare il termine giustizia sociale (da non confondere con statalismo, visione tipicamente Hegeliana in cui lo Stato, che essendo nostro, garantisce equità). Sia i socialisti Italiani, il fascismo che il comunismo (ed anche il nazionalsocialismo) nascono per promuovere uguaglianza e giustizia sociale, ma ciò che ha fatto e fa la differenza è il modo con cui lo intendono realizzare. 

Ovviamente la teoria e la storia ci hanno confermato che questi movimenti (comunismo, fascismo e nazismo) hanno usato la violenza per consolidare il potere o come in Russia, legittimamente, perché sotto una dittatura, hanno dovuto usare la violenza. Potrà sembrare una bestemmia, ma entrambi erano e sono movimenti di sinistra, rivoluzionari, che mediante il metodo violento hanno gestito il potere.  Se tutti coloro che vogliono promuovere la giustizia sociale sono di sinistra non ci sono dubbi che anche il fascismo è di sinistra come il comunismo. Nella visione democratica cambia la prospettiva, la discriminante in essa non è più la giustizia sociale o l’uguaglianza (valore condiviso da tutti in occidente), ma è l’alternativa tra l’autoritarismo e la libertà; per tanto in questo nuovo paradigma il comunismo come il fascismo sono di destra perché autoritari e conservatori del potere da loro conquistato e non prevedono ricambi se non all’interno della loro casta o nomenclatura.  Certamente con il dissolversi dell’Unione Sovietica è sparita nel mondo occidentale la paura dei missili e di una invasione comunista in Europa, ma per la peculiarità tutta italiana data da una forte presenza culturale ed elettorale del PCI e dell’universalismo cattolico, le mentalità autoritarie sono più che mai vive. Mentre il fasciocomunismo è il riconoscimento di culture antidemocratiche, il cattocomunismo è un fenomeno tutto italiano, dovuto all’incontro tra due chiese, le quali sono entrambi portatrici di un messaggio messianico ed universalistico per la realizzazione di un mondo migliore chi nell’aldilà e chi nel presente, ma entrambi vivono di dogmi che rifiutano il confronto dialettico tipico delle democrazie. Ciò che può essere comprensibile per una religione molto meno per una idea politica che non a caso si trasforma in ideologia

La criminalizzazione dell’avversario e l’ideologizzare il linguaggio, dando valore morale a termini che svolgono una funzione di condanna senza appello, (sei di destra o sinistra, negazionista usato in modo improprio, confondere  volutamente o ignorantemente i clandestini con i rifugiati e migranti, e dunque  senza appello sei razzista, parlare di foibe sei subito identificato come possibile fascista ecc.) altrettanto avviene nell’altro schieramento (se canti bella ciao sei comunista, se difendi i valori della resistenza sei comunista etc.) ma entrambi sono anti americani ed anti occidentali e contro Israele a prescindere.   

Questi sono alcuni degli strumenti di come il pensiero autoritario in modo subdolo fa proseliti nella società. La condizione fondante affinché ciò avvenga è che coloro che la propagano ti fanno percepire che sei sempre dalla parte del giusto, come in ogni visione messianica e religiosa. Per tornare alla quotidianità possiamo osservare che la cultura autoritaria si manifesta, come direbbe Freud nei lapsus dei vari attori politici e dei loro sostenitori, ad esempio sui social, i quali contenuti ormai vengono veicolati dai media senza che ci sia una condanna morale. L’esempio più imbarazzante è questo governo Conte 2 (non è che il Conte 1 era meglio) del quale tutti ne riconoscono il fallimento sul piano economico ed internazionale, ma visto che i sondaggi dicono che se si andasse a votare vincerebbe il centro destra, allora si ingoia il rospo e si difende questo governo comunque anche se è deludente. 

Sembra un ragionamento logico ma in realtà nasconde una visione autoritaria proiettata sull’avversario, inoltre è evidente la sfiducia nel sistema democratico e si percepisce il centrodestra non come una alternativa democratica possibile ma come il sopravvenire di una dittatura. Altra conferma di questa visione autoritaria e dunque di destra è quella che quando i cattocomunisti perdono, la colpa è del popolo che non capisce, che si è lasciato manipolare, ma mai la loro, ad esempio il dubbio che non hanno saputo cogliere i bisogni del popolo; hanno lo stesso atteggiamento di un profeta, per cui se stai con loro sei sulla via della salvezza se contro hai scelto l’inferno. Il dramma è che tuto ciò avviene nella loro totale inconsapevolezza. La politica, dunque, da strumento di confronto diventa strumento divisorio, in una concezione di laicismo religioso e manicheo. Come diceva Hegel: se la realtà non coincide con la teoria tanto peggio per la realtà.  

Concludendo possiamo dire che la visione fasciocomunista per quanto morta nella storia, sopravvive nella cultura e mentalità dei cattofasciocomunisti di ambo gli schieramenti, si perché la cultura cattocomunista ha egemonizzato, come predicava Gramsci, in modo inconsapevole la cultura italiana. Come dicevo all’inizio il discrimine è tra liberaldemocratici e autoritari. Il pensiero autoritario, inteso come pensiero unico, anche se predica il bene e si presenta con il vestito buono, poi realizza regimi o dittature più o meno soft, e dunque sono di destra. Non esistono dittature buone e dittature cattive, sono entrambe da condannare senza se e senza ma. Diceva il Presidente della Repubblica e socialista Sandro Pertini: Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazia


 

Lettera aperta al Presidente della Repubblica: L’Anpi è democratica?

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