domenica 6 settembre 2020

Perché il Comunismo è di Destra?

 

Perché il Comunismo è di Destra?

La prima cosa da comprendere è cosa si intende per destra e sinistra, cosa non facile perché ognuno dello schieramento avverso darà un significato negativo al proprio avversario fino ad arrivare alle offese. Questo dipende anche da un decadimento culturale del nostro paese che ormai confonde la politica con la tifoseria, e ciò è dovuto alla scomparsa delle famiglie culturali che hanno ispirato i partiti. “Fu la Rivoluzione francese a introdurre la distinzione tra quelli che sono diventati i tre punti di riferimento convenzionali dei sistemi politici contemporanei: destra, sinistra e centro. Nel maggio 1789, riunitisi gli Stati generali, i membri del Terzo stato si divisero nell'emiciclo: i conservatori si accomodarono a destra, i radicali e i rivoluzionari a sinistra. Il centro dell'emiciclo fu invece connotato polemicamente come 'palude', in quanto spazio indistinto e senza identità”

Questi termini, pertanto, assumono un significato ideologico con l’avvento delle ideologie filosofiche e politiche, ed in particolare quelle orribili del 900 che si realizzano in Germania, Russia ed Italia. In modo schematico possiamo dividere il pensiero democratico con Kant e quello autoritario con Hegel, e i suoi fan si divisero tra destra hegeliana e sinistra hegeliana. Per quel che concerne la politica:

  • “la Destra hegeliana (conservatrice) sostenne, grosso modo, che lo Stato prussiano, con le sue istituzioni e le sue realizzazioni economiche e sociali, doveva venir visto come il punto di approdo della dialettica, come la massima realizzazione della razionalità dello spirito.
  • La Sinistra hegeliana (rivoluzionaria), invece, invocò la teoria della dialettica per sostenere che l’arresto ad una configurazione politica non era possibile e che la dialettica storica doveva negarla per superarla e realizzare una più alta razionalità.”

Per cui da un punto di vista culturale, nazismo, comunismo e fascismo trovano nel pensiero di Hegel un comune denominatore che è una visione autoritaria della società. Entrambi nel voler promuovere il bene dell’uomo o nel voler costruire una nuova umanità hanno realizzato l’inferno alle loro comunità e non solo.  

 Il socialismo nei suoi molti rivoli si è anche abbeverato alla visione hegeliana specialmente nelle sue propaggini massimalistiche e rivoluzionarie sia marxiste che leniniste. Ma il socialismo italiano nasce anche da una visione umanistica e cristiana, e da una tradizione risorgimentale che non a caso comporterà una visione laica della storia e della società, in contrasto con una visione ortodossa del materialismo storico. Potremmo parlare di un tratto comune di tutti questi movimenti che è la difesa dei più deboli o meglio ancora usare il termine giustizia sociale (da non confondere con statalismo, visione tipicamente Hegeliana in cui lo Stato, che essendo nostro, garantisce equità). Sia i socialisti Italiani, il fascismo che il comunismo (ed anche il nazionalsocialismo) nascono per promuovere uguaglianza e giustizia sociale, ma ciò che ha fatto e fa la differenza è il modo con cui lo intendono realizzare. 

Ovviamente la teoria e la storia ci hanno confermato che questi movimenti (comunismo, fascismo e nazismo) hanno usato la violenza per consolidare il potere o come in Russia, legittimamente, perché sotto una dittatura, hanno dovuto usare la violenza. Potrà sembrare una bestemmia, ma entrambi erano e sono movimenti di sinistra, rivoluzionari, che mediante il metodo violento hanno gestito il potere.  Se tutti coloro che vogliono promuovere la giustizia sociale sono di sinistra non ci sono dubbi che anche il fascismo è di sinistra come il comunismo. Nella visione democratica cambia la prospettiva, la discriminante in essa non è più la giustizia sociale o l’uguaglianza (valore condiviso da tutti in occidente), ma è l’alternativa tra l’autoritarismo e la libertà; per tanto in questo nuovo paradigma il comunismo come il fascismo sono di destra perché autoritari e conservatori del potere da loro conquistato e non prevedono ricambi se non all’interno della loro casta o nomenclatura.  Certamente con il dissolversi dell’Unione Sovietica è sparita nel mondo occidentale la paura dei missili e di una invasione comunista in Europa, ma per la peculiarità tutta italiana data da una forte presenza culturale ed elettorale del PCI e dell’universalismo cattolico, le mentalità autoritarie sono più che mai vive. Mentre il fasciocomunismo è il riconoscimento di culture antidemocratiche, il cattocomunismo è un fenomeno tutto italiano, dovuto all’incontro tra due chiese, le quali sono entrambi portatrici di un messaggio messianico ed universalistico per la realizzazione di un mondo migliore chi nell’aldilà e chi nel presente, ma entrambi vivono di dogmi che rifiutano il confronto dialettico tipico delle democrazie. Ciò che può essere comprensibile per una religione molto meno per una idea politica che non a caso si trasforma in ideologia

La criminalizzazione dell’avversario e l’ideologizzare il linguaggio, dando valore morale a termini che svolgono una funzione di condanna senza appello, (sei di destra o sinistra, negazionista usato in modo improprio, confondere  volutamente o ignorantemente i clandestini con i rifugiati e migranti, e dunque  senza appello sei razzista, parlare di foibe sei subito identificato come possibile fascista ecc.) altrettanto avviene nell’altro schieramento (se canti bella ciao sei comunista, se difendi i valori della resistenza sei comunista etc.) ma entrambi sono anti americani ed anti occidentali e contro Israele a prescindere.   

Questi sono alcuni degli strumenti di come il pensiero autoritario in modo subdolo fa proseliti nella società. La condizione fondante affinché ciò avvenga è che coloro che la propagano ti fanno percepire che sei sempre dalla parte del giusto, come in ogni visione messianica e religiosa. Per tornare alla quotidianità possiamo osservare che la cultura autoritaria si manifesta, come direbbe Freud nei lapsus dei vari attori politici e dei loro sostenitori, ad esempio sui social, i quali contenuti ormai vengono veicolati dai media senza che ci sia una condanna morale. L’esempio più imbarazzante è questo governo Conte 2 (non è che il Conte 1 era meglio) del quale tutti ne riconoscono il fallimento sul piano economico ed internazionale, ma visto che i sondaggi dicono che se si andasse a votare vincerebbe il centro destra, allora si ingoia il rospo e si difende questo governo comunque anche se è deludente. 

Sembra un ragionamento logico ma in realtà nasconde una visione autoritaria proiettata sull’avversario, inoltre è evidente la sfiducia nel sistema democratico e si percepisce il centrodestra non come una alternativa democratica possibile ma come il sopravvenire di una dittatura. Altra conferma di questa visione autoritaria e dunque di destra è quella che quando i cattocomunisti perdono, la colpa è del popolo che non capisce, che si è lasciato manipolare, ma mai la loro, ad esempio il dubbio che non hanno saputo cogliere i bisogni del popolo; hanno lo stesso atteggiamento di un profeta, per cui se stai con loro sei sulla via della salvezza se contro hai scelto l’inferno. Il dramma è che tuto ciò avviene nella loro totale inconsapevolezza. La politica, dunque, da strumento di confronto diventa strumento divisorio, in una concezione di laicismo religioso e manicheo. Come diceva Hegel: se la realtà non coincide con la teoria tanto peggio per la realtà.  

Concludendo possiamo dire che la visione fasciocomunista per quanto morta nella storia, sopravvive nella cultura e mentalità dei cattofasciocomunisti di ambo gli schieramenti, si perché la cultura cattocomunista ha egemonizzato, come predicava Gramsci, in modo inconsapevole la cultura italiana. Come dicevo all’inizio il discrimine è tra liberaldemocratici e autoritari. Il pensiero autoritario, inteso come pensiero unico, anche se predica il bene e si presenta con il vestito buono, poi realizza regimi o dittature più o meno soft, e dunque sono di destra. Non esistono dittature buone e dittature cattive, sono entrambe da condannare senza se e senza ma. Diceva il Presidente della Repubblica e socialista Sandro Pertini: Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazia


 

6 commenti:

  1. W il comunismo libertario! Abbasso le cazzate!

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  2. apprezzo la tua profonda analisi che ti sarebbe stata censurata dai veri e vecchi compagni comunisti di una volta, vedi io non li condividevo ma avevano argomenti a sostegno delle loro tesi

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  3. il Comunismo di destra fu inventata in Sicilia quando il PCI e il MSI si misero insieme per cancellare la DC, appovando la riforma che portò all'elezione diretta dei Sindaci e del Presidente della Regione Siciliana, con l'impegno che nei ballottaggi la sinistra votera il candidato di destra oppure viceversa

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  4. Concordo con te ma credo che tutti coloro che si ritrovano nelle tue parole usano tutti gli aggettivi che la lingua italiano gli consente per denigrare, separare, distinguere, seminare odio, perchè sentendosi rivoluzionari l'odio è il pane con cui si cibano per la presa del potere che a loro interessa.

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