Media e
Governo hanno infettato la psiche di un popolo
Certamente, la sfilata dei camion militari, che trasportavano le
salme dei deceduti a Bergamo, è stata nei confronti dell’opinione pubblica come
una bomba termonucleare, incutendo terrore con la paura della morte, ad opera
di un mostro invisibile e impercettibile che si aggira insidioso intorno a noi. Leggendo i dati ISTAT sulle persone scomparse nel
2019 abbiamo un numero giornaliero
di X morti. Dunque non svolgendo i
funerali per una decina di giorni
almeno, (come è capitato a Bergamo), si registra un intasarsi
di bare che sono il risultato di ciò che accade quotidianamente, ma su
cui i riflettori mediatici non illuminano. In questo modo presentando questi
eventi luttuosi tutti insieme si è
prodotto un effetto traumatico sulle singole persone, già chiuse a casa ed
isolate e lontane dal mondo esterno. Osservare in televisione un drone o un
elicottero che insegue una persona che corre da solo sulla spiaggia, vedere un
esponente delle forze dell’ordine che interrompe una funzione religiosa hanno
determinato da un lato un sentimento di paura, dall’altro, un risentimento potente che è
bisogno di libertà. Altro effetto
deflagrante per la vita dei cittadini è stato il messaggio ambiguo
sull’uso delle mascherine che ha
comportato un ping pong di opinioni diverse da parte dei virologhi e degli esperti, i quali si sono espressi: non servono,
servono sempre, solo nei luoghi chiusi, etc. Oggi c’è un dato allarmante quasi
delirante che sta modificando il
comportamento sociale con un conseguente sgretolamento degli affetti. Vediamo
in giro con la mascherina: persone che fanno sport non agonistico, persone che
camminano per strada all’aperto, persone che guidano da sole in macchina o che
assimilano ad un untore Manzoniano coloro che non usano la mascherina
all’aperto. Osserviamo una umanità con il bavaglio, la museruola, cosa che
si usa mettere ai cani, senza che ci sia una dimostrazione scientifica che
imponga di usarle all’aperto. Questa fobia viene supportata dal messaggio che
il domani, dopo la pandemia tutto sarà diverso. Certamente, le invenzioni
tecnologiche dall’auto alla radio, dall’aereo ai Pc, dai cellulari
all’intelligenza artificiale hanno cambiato il nostro modo di vivere; ma non riusciamo a credere ed
ipotizzare che certi eventi determinino un cambiamento così radicale dei
comportamenti umani, della nostra socialità, insita nel DNA più profondo della nostra anima. Questa
epidemia sicuramente pericolosa ma meno moratale di peste, lebbra, vaiolo,
malaria etc , non potrà mai cambiare ciò
che ha consentito alla nostra specie di animali sociali di evolversi. Si
percepiscono strani tentativi di possibili complottisti che prevedono un mondo
formato da uomini che diventano automi/robot
e si ha la sensazione che il
virus venga utilizzato come strumento per un esperimento sociale sul
comportamento umano. Tutto questo appare veramente odioso ed una offesa
alla nostra intelligenza. Molto probabilmente questa pandemia che stiamo
vivendo nel 2020, sarà studiata in tutte le
facoltà relative alle Scienze Umane (Sociologia, Psicologia,
Antropologia Culturale e Scienze delle comunicazioni), come un fenomeno sociale
in cui, la paura del mistero della vita ha terrorizzato e bloccato intere
popolazioni, creando un tale danno economico internazionale, che sarà dura risalire la china, per risolvere il quale danno non abbiamo alternative se non quella
di rimboccarsi le mani. La specie umana può estinguersi non a causa della
Pandemia, ma solo a causa della ignoranza, madre di tutte le fake news e padre
di tutti gli autoritarismi insiti nel DNA culturale, purtroppo, di ogni
essere umano, ma come diceva il Grande Socialista e Presidente della Repubblica
Italiana Sandro Pertini: “Alla migliore e perfetta dittatura preferisco
la peggiore democrazia.”
Roberto Giuliano