lunedì 25 maggio 2020

Media e Governo hanno infettato la psiche di un popolo


Media e Governo hanno infettato la psiche di un popolo

Come scrisse Leopardi: Passata la tempesta odo augelli far festa…..,dal pessimismo leopardiano che abbiamo vissuto in diretta durante questi lunghi e stressanti  giorni dobbiamo ritrovare il piacere di ritornare a far festa alla vita. Adesso passata la tempesta è giusto riflettere su cosa abbiamo attraversato in questi giorni di “auto arresto domiciliare”. La prima cosa che, credo,  abbiamo notato tutti è la  confusione, in parte legittima, del mondo scientifico nel comprendere come affrontare l'epidemia, aldilà delle presunte o oggettive responsabilità del Governo. Un giorno ci siamo svegliati e abbiamo dovuto prendere atto che dicevano non era nulla, una semplice influenza, girava l'Hashtag #IORESTOAPERTO; ora ci dicono che dovevamo tutti restare casa, perché era l'unico modo per evitare la diffusione del contagio. Pertanto, il messaggio si traduce in #IORESTOACASA, diventando un tam tam ossessivo in tutti le comunicazioni, sia pubblicitari che di fiction e TG; un bombardamento oseremmo dire ossessivo nei confronti dei cittadini, che è durato più due mesi, con un rallentamento dal 4 maggio 2020. La comunicazione si è estrinsecata in una modalità che ha prodotto nella psiche delle persone la paura della morte, mediante un nemico invisibile, il virus. Ognuno di noi poteva essere l'angelo della morte, inconsapevole. La stessa confusione non so se prodotta ad arte da parte del mondo della scienza, ha aumentato il senso di paura e smarrimento. Ogni Virologo dice la sua in contrasto con l'altro, di sicuro legittimamente, ma, il fatto che tutto ciò sia avvenuto pubblicamente ha trasformato i cittadini in dipendenti dai pareri quotidiani dei virologi e, dunque, in tifosi di un teoria rispetto alla altra. Per quanto noi crediamo che la manipolazione operata in maniera esasperata dai media, complice finanche la pubblicità, sia stata fatta per un buon fine per farci stare a casa, riteniamo che si sia agito utilizzando armi troppo potenti per lo scopo; diciamo che per prendere una mosca invadente e pericolosa si è sparato con il cannone.
Certamente, la sfilata dei camion militari, che trasportavano le salme dei deceduti a Bergamo, è stata nei confronti dell’opinione pubblica come una bomba termonucleare, incutendo terrore con la paura della morte, ad opera di un mostro invisibile e impercettibile che si aggira insidioso  intorno a noi. Leggendo  i dati ISTAT sulle persone scomparse nel 2019  abbiamo un numero giornaliero di  X morti. Dunque non svolgendo i funerali  per una decina di giorni almeno, (come è capitato a Bergamo), si registra  un intasarsi  di bare che sono il risultato di ciò che accade quotidianamente, ma su cui i riflettori mediatici non illuminano. In questo modo presentando questi eventi luttuosi tutti insieme si  è prodotto un effetto traumatico sulle singole persone, già chiuse a casa ed isolate e lontane dal mondo esterno. Osservare in televisione un drone o un elicottero che insegue una persona che corre da solo sulla spiaggia, vedere un esponente delle forze dell’ordine che interrompe una funzione religiosa hanno determinato da un lato un sentimento di paura,  dall’altro, un risentimento potente che è bisogno di libertà. Altro  effetto deflagrante per la vita dei cittadini è stato il messaggio ambiguo sull’uso  delle mascherine che ha comportato un ping pong di opinioni diverse da parte dei  virologhi e degli  esperti, i quali si sono espressi: non servono, servono sempre, solo nei luoghi chiusi, etc. Oggi c’è un dato allarmante quasi delirante  che sta modificando il comportamento sociale con un conseguente sgretolamento degli affetti. Vediamo in giro con la mascherina: persone che fanno sport non agonistico, persone che camminano per strada all’aperto, persone che guidano da sole in macchina o che assimilano ad un untore Manzoniano coloro che non usano la mascherina all’aperto. Osserviamo una umanità con il bavaglio, la museruola, cosa che si usa mettere ai cani, senza che ci sia una dimostrazione scientifica che imponga di usarle all’aperto. Questa fobia viene supportata dal messaggio che il domani, dopo la pandemia tutto sarà diverso. Certamente, le invenzioni tecnologiche dall’auto alla radio, dall’aereo ai Pc, dai cellulari all’intelligenza artificiale hanno cambiato il nostro  modo di vivere; ma non riusciamo a credere ed ipotizzare che certi eventi determinino un cambiamento così radicale dei comportamenti umani, della nostra socialità, insita nel DNA più  profondo della nostra anima. Questa epidemia sicuramente pericolosa ma meno moratale di peste, lebbra, vaiolo, malaria  etc , non potrà mai cambiare ciò che ha consentito alla nostra specie di animali sociali di evolversi. Si percepiscono strani tentativi di possibili complottisti che prevedono un mondo formato da uomini che diventano automi/robot  e  si ha la sensazione che il virus venga utilizzato come strumento per un esperimento sociale sul comportamento umano. Tutto questo appare veramente odioso ed una offesa alla nostra intelligenza. Molto probabilmente questa pandemia che stiamo vivendo nel 2020, sarà studiata in tutte le  facoltà relative alle Scienze Umane (Sociologia, Psicologia, Antropologia Culturale e Scienze delle comunicazioni), come un fenomeno sociale in cui, la paura del mistero della vita ha terrorizzato e bloccato intere popolazioni, creando un tale danno economico internazionale, che sarà dura  risalire la china, per risolvere il quale  danno non abbiamo alternative se non quella di rimboccarsi le mani. La specie umana può estinguersi non a causa della Pandemia, ma solo a causa della ignoranza, madre di tutte le fake news e padre di tutti gli autoritarismi insiti nel DNA culturale, purtroppo, di ogni essere umano, ma come diceva il Grande Socialista e Presidente della Repubblica Italiana Sandro Pertini: “Alla migliore e perfetta dittatura preferisco la peggiore democrazia.”   
Roberto Giuliano


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