Calenda e il comunismo
Ascolto
sempre con piacere Carlo Calenda quando parla del disastro economico, che questo governo ma anche i precedenti
hanno determinato. Certamente la critica alle 5 Stelle è feroce perché incapaci
su tutto, un’po' strana invece ho trovato
la stessa ferocia nei confronti di Italia Viva, ma è comprensibile
quando ci si era tanto amati.
In questi
giorni ha organizzato un convegno alla quale ha invitato a partecipare tutti
quei leaders ed esponenti dell’aria liberale, radicale, popolare e socialista,
compresa Italia Viva, con l’obiettivo di
creare un partito di centro. L’idea la considero giusta, esiste un vuoto
politico al centro, che se non è rappresentato tende a radicalizzarsi verso gli
estremi, e purtroppo con gli estremi non si governa; perché esso produce solo
demagogia come abbiamo visto con l’attuale governo giallo e rosso e il
precedente verde e giallo.
Ma quando Calenda comincia a parlare di strategia,
di alleanze, di politica, perde la concretezza che normalmente lo contraddistingue.
1)Sulle alleanze dal suo ragionamento si
evince che il suo non è un centro ma una appendice comunque del PD che
considera vincolante, in poche parole pensa ad una ipotetica Margherita 2 ma
senza petali, 2) sul sistema elettorale predilige il maggioritario che ammazza
il centro ( l’esperienza di questi 25 anni di maggioritario della II Repubblica
sono eloquenti del suo fallimento totale rispetto alla governabilità del Paese),
3) non immagina minimamente l’esistenza di una destra democratica, con cui in determinate condizioni è possibile
allearsi, dunque l’unica alleanza possibile per questo nuovo partito sarebbe
solo il PD, 4) identifica nel PD l’erede
della tradizione socialdemocratica.
Calenda, non si rende conto, che se il comunismo sovietico è scomparso, in Italia la mentalità comunista è viva e vegeta, e il suo nuovo partito si presta ad essere, con le dovute differenze, il partito della sinistra indipendente, cioè quel richiamo per le allodole di cui il PCI si serviva per dire che era pluralista, essi venivano considerati dal sistema democratico degli utili idioti, perché prestavano la loro autorevolezza e la loro storia personale al PCI, il quale li ricompensava con delle prebende.
La stessa
scelta del sistema elettorale maggioritario è una chiara ammissione di voler
svolger un ruolo ancillare al PD. L’unico sistema che può garantire una ripresa
del tessuto democratico e della conseguente partecipazione è il sistema
proporzionale, perché comporta il riformarsi di identità culturali e
politiche tra i partiti, i quali deputati eletti rispondono al loro
elettorato identitario e non alla coalizione che li ha eletti. Per questo il
proporzionale garantisce autonomia politica ai singoli partiti, ed evita la
criminalizzazione dell’avversario tipico del maggioritario.
Poi si può optare per un sistema alla Francese, con il primo turno proporzionale e il secondo con il sistema maggioritario e con l'elezione del Premier o del Presidente della Repubblica.
Inoltre in questo suo considerare il PD, il partito della tradizione socialdemocratica dimostra una grave lacuna politica nella conoscenza della storia del socialismo Italiano ed Europeo, non solo, ma ha liquidato Craxi e il liberalsocialismo come responsabile dell’attuale debito pubblico, senza menzionarlo ma con un giro di parole eloquente.
Mi domando ma il pensiero liberale è compatibile con questo PD? Gli atti compiuti da esso, sulla abolizione della prescrizione e sulle intercettazioni se ci fosse qualche dubbio stanno lì a mostrare la loro anima giustizialista.
Spero che l’intervento magistrale svolto da Giuseppe Gargani possa essere per Lui momento di riflessione per comprendere la differenza tra una cultura liberale politica e quella economica, le quali si compenetrano ma non possono essere disgiunte. Più che un partito di centro credo che la sua iniziativa sia figlia di una coazione a ripetere tipica del pensiero comunista a cui inconsapevolmente o cosciamente si presta, e cioè L’Ulivo.2.
Finche questi saranno i consiglieri o gli alfieri al servizio del PD, non ci sarà nessuna BadGodesberg che sdoganerà gli ex comunisti.
Poi si può optare per un sistema alla Francese, con il primo turno proporzionale e il secondo con il sistema maggioritario e con l'elezione del Premier o del Presidente della Repubblica.
Inoltre in questo suo considerare il PD, il partito della tradizione socialdemocratica dimostra una grave lacuna politica nella conoscenza della storia del socialismo Italiano ed Europeo, non solo, ma ha liquidato Craxi e il liberalsocialismo come responsabile dell’attuale debito pubblico, senza menzionarlo ma con un giro di parole eloquente.
Mi domando ma il pensiero liberale è compatibile con questo PD? Gli atti compiuti da esso, sulla abolizione della prescrizione e sulle intercettazioni se ci fosse qualche dubbio stanno lì a mostrare la loro anima giustizialista.
Spero che l’intervento magistrale svolto da Giuseppe Gargani possa essere per Lui momento di riflessione per comprendere la differenza tra una cultura liberale politica e quella economica, le quali si compenetrano ma non possono essere disgiunte. Più che un partito di centro credo che la sua iniziativa sia figlia di una coazione a ripetere tipica del pensiero comunista a cui inconsapevolmente o cosciamente si presta, e cioè L’Ulivo.2.
Finche questi saranno i consiglieri o gli alfieri al servizio del PD, non ci sarà nessuna BadGodesberg che sdoganerà gli ex comunisti.
Roberto
Giuliano
Tutto lucido, chiaro e pienamente e decisamente condivisibile. Compreso il sistema alla Francese ( anche se ha generato "Micron")
RispondiEliminacerto ha generato "Micron" che non comunque l'avvocato del popolo
EliminaMi è piaciuta l'analisi nella sua essenza. Ciò che non condivido è la criminalizzazione del sistema maggioritario. Non mi pare che il proporzionale che ci hanno propinato fino ad oggi ed intendono rifilarci ora, con le proposte in corso, sia la panacea di tutte le crisi di ingovernabiltà del nostro paese. Il sistema francese potrebbe essere una soluzione, anche se, a volte, consegna il paese ad un povero 25% (Macron docet). Comunque ogni riforma parziale sarebbe nefasta (vedi riduzione del numero dei rappresentanti del popolo) senza una revisione della costituzione, che preveda, anche, l'elezione popolare del presidente della repubblica.
RispondiEliminaCondivido con te che non esiste un sistema elettorale perfetto perchè tutto ciò che l'uomoproduce non può essere perfetto, ma il proporzionale puro o con la soglia di sbaramento se è legato alla elezione del premier fa ritornare in auge le identità politiche che volutamente sono state distrutte da Tangentopoli. Il potere finanziario speculativo non ama le identità politiche che orientano le masse
EliminaRoberto, scusa ma non ti capisco. Il PD è EVIDENTEMENTE anche a un cieco un partito ormai da tempo ultra capitalista e liberale. Da notare che proprio oggi, alle supplettive di Roma, nei quartieri ricchi, il PD candida l'uomo dei poteri forti e dei ricchi, ovvero il ministro Gualtieri. Ecco, io credo sia necessario più SOCIALISMO AUTENTICO. Ovvero più Marco Rizzo e più Partito Comunista. E, come scrivo da qualche annetto, lo dico da craxiano, mazziniano e garibaldino.
RispondiEliminaecco il socialismo autentico non può essere Marco Rizzo con tuto il rispetto per la persona ma il socialismo riformista è altro
EliminaCaro Roberto, come scrissi nella lunga recensione critica al tuo libro, ciò che chiami socialismo "riformista" è liberal capitalismo.
EliminaL'equivoco è tutto qui.
Non a caso la sinistra italiana è divenuta la peggiore destra del capitale (Calenda insegna) e la destra italiana la sua ancella in salsa pseudo populista.