Ormai in italia non conosciamo piu neanche
la nostra lingua, cosa vuol dire razzista ? Secondo Wikipedia nella
sua definizione più semplice, per
razzismo si intende l'idea, spesso preconcetta[1] e comunque
scientificamente errata[2], come dimostrato dalla genetica delle
popolazioni e da molti altri approcci metodologici, che la specie umana
possa essere suddivisibile in razze biologicamente distinte,
caratterizzate da diverse capacità intellettive, valoriali o morali, con
la conseguente convinzione che sia possibile determinare una gerarchia
secondo cui un particolare, ipotetico, raggruppamento razzialmente
definito possa essere definito superiore o inferiore a un altro.
Io
semplicemente direi che è razzista colui, che generalizzando, considera un popolo (o
razza) in modo offensivo, esempio tutti i rom rubano in quanto rom,
tutti gli extra comunitari sono ladri in quanto extracomunitari, tutti i tedeschi sono contro l'Italia e gli italiani, etc.
Pertanto si nega l'unicità dell'individuo e la sua storia. Cosa diversa ad
esempio e ragionare sulle culture, sulle tradizioni usanze e costumi,
nel senso che in questo caso si puo comprendere uno stato di
evoluzione della cultura di una società e dunque è anche lecito condividerla o contestarla.
Facciamo sempre un esempio per comprendere meglio: se una popolazione
storicamente è stata cannibale si possono indagare le origini del
fenomeno comprenderne le motivazioni antropologiche e religiose ma certo
non possiamo condividere questa cultura nella nostra società. Cosa ci sarebbe di
male se indichiamo quella società primitiva rispetto alla nostra ?
qualcuno potrebbe dirci che siamo eurocentrici, si è vero siamo
eurocentrici, orgogliosamente a tal punto che le nostre leggi vietano
tali pratiche.
Se affrontiamo il problema migratorio ci si pone un
doppio problema, uno tutto nostro culturale e l'altro delle condizioni in
cui avviene questo fenomeno. Il nostro problema è che le leggi che in
italia valgono per gli italiani devono valere per gli immigrati,
altrimenti c'è un razzismo indotto dallo stato nei confronti degli
italiani che si sentono trattati in modo diverso.
Il fenomeno
dell'immigrazione avviene oggi sia come fenomeno di coloro che per fame o ricerca di benessere fuggono dal loro Paese, sia da coloro che fuggono da guerre o dittature, e dunque solo quest'ultimi devono essere considerati profughi e dunque essere tutelati.
Non avendo creato i corridoi umanitari si uniscono i due fenomeni i quali per arrivare in Europa si mettono in mano alla
criminalità con i barconi (ad esempio non hanno nulla a che vedere con i
profughi vietnamiti che sfuggivano con mezzi di fortuna dopo il crollo
del Vietnam del sud o di altri fenomeni simili in oriente). Una volta
arrivati nel nostro Paese grazie all'incapacità burocratica che permette agli affari di prosperare a scapito dei migranti, queste persone nei fatti sono abbandonati a se stessi, quando vogliono si allontano dai centri preferendo di vivere di espedienti
e si perdono nelle nostre metropoli. Lo Stato che a parole dovrebbe garantire l'assistenza a chi ne ha diritto e il rimpatrio a chi non ne ha, non è in grado di poter selezionare e distinguere in tempi e
in modo veloce coloro che arrivano e che possono avere il diritto di
asilo e coloro che invece vengono solo per fame e non trovando lavoro si
dedicano alla delinquenza. Le statistiche per quanto li consideri un
indicatore e non una verità comunque ci indicano che nelle carceri
esiste una presenza di stranieri maggiore degli italiani e che ormai
c'è una casistica di atti a delinquere dove la presenza di stranieri
supera quella italiana ma sicuramente se andiamo a confrontare la
presenza di alcune comunità straniere integrate nel nostro paese
possiamo vedere che è una esigua minoranza quella che delinque. In
questo caso c'è un problema tra la realtà e quella dell'immaginario
collettivo dovuto ad una minoranza comunque di stranieri che delinque ed
uno stato che non è in grado di combattere il fenomeno
dell'immigrazione clandestina che è il vero nodo del problema.
il reato
di clandestinità dovrebbe permettere allo stato di allontanare coloro
che vengono nel nostro Paese in modo illegale senza aver diritto
all'asilo politico, e vanno condannate quelle visioni culturali di una
accoglienza buonista ma nei fatti dell'indifferenza, in cui si dice
poverini hanno fame per cui accogliamoli, e poi nella realtà vengono
lasciati a se stessi senza nessun controllo e nessuna opportunità,
producendo nei fatti zone ormai dove si vive nell'illegalità. Si determinano per colpa di questa incuria e indiferenza da parte dello Stato in queste comunità modi
comportamentali in contrasto con i nostri valori tutelati dalle leggi,
legami dei disperati con la malavita italiana ed anche autorganizzazioni
malavitose per appartenenza comunitaria che diventano isole non
facilmente integrabili ed un cappio al collo per gli immigrati onesti
che subiscono la violenza degli stessi connazionali. Coloro che giustificano la clandestinità se sono in buona fede non si rendono conto che la logica conseguenza del loro ragionameno sarebbe l'abolizione degli Stati e dei documenti di riconoscimento, se in malafede lo fanno per il bussenes che si è creato sulla pelle dei migranti questa si altra forma di razzismo spacciato per bontà. Ciò che fa la differenza tra un popolo è un altro non sono i colori della pelle ma la cultura, i valori di riferimento, ed esistono culture compatibili con i nostri valori e altre che le negano. Su questi temi dovrebbe intervenire lo Stato onde verificare l'opportunità di una integrazione possibile.
CONCLUSIONE: LA
MANCANZA DI UNO STATO EFFICIENTE, DI LEGGI CHIARE, L'AZZECACARBUGLI DI
UNA MAGISTRATURA E DI AVVOCATI DEDITI ALLE LORO BATTAGLIE IDEOLOGICHE
E DI PORTAFOGLIO, FANNO SI CHE NEL NOSTRO PAESE I CITTADINI NON
PERCEPISCONO PIU LA SICUREZZA DELLA PROPRIA STORIA E DEI PROPRI VALORI E
DEL PROPRIO FUTURO, IL QUALE è GIA INCERTO PER LA GRAVE CRISI ECONOMICA,
SE A QUESTO AGGIUNGIAMO UNA CLASSE POLITICA DI INCAPACI CHE DEMONIZZA
IL DIVERSO O SI CALA LE BRAGHE DAVANTI AL FENOMENO DELLA CLANDESTINITA',
PERCHÉ SEGUE UN SOGNO IDEOLOGICO, ECCO SPIEGATO COME UN POPOLO SOLARE
COME QUELLO ITALIANO VIVE CON DIFFICOLTA' UN PROBLEMA CREATO DALLO
STATO E POI SCARICATO SUGLI ITALIANI CHE RIMANGONO BRAVA GENTE MA SI
SENTONO SEMPRE PIU SOLI NEI CONFRONTI DI UN PROBLEMA CHE SEMBRA
COMPLESSO PER L'INCURIA E IL PRESSAPOCHISMO DELLO STATO E DELLA SUA
CLASSE DICIAMO DIRIGENTE.
SE DOBBIAMO DEFINIRE QUALCUNO RAZZISTA PER PARADOSSO LO E' LO STATO SIA CHE SIA GOVERNATO DAL CENTRO DESTRA CHE DAL CENTROSINISTRA, PER LA SUA INEFFICIENZA.
Condivido in toto la tua analisi anche se cruda ma, purtroppo,rispecchia l' amara realtà del nostro paese!! Complimenti!!
RispondiEliminaGrazie
EliminaCaro Roberto il punto di non ritorno dell'Italia si è passato da molti anni a cominciare dal 1945 e a culminare nel 1992 quelli che vediamo adesso sono solo dei Fantocci manovrati per incenerire quello che resta delle nostre radici con affetto il tuo amico Francesco B
RispondiEliminacondivido
EliminaCome mi aspettavo il tuo è un quadro lucido e saliente della ns triste realtà che nessuno descrive e denuncia come hai fatto tu bianca
RispondiEliminagrazie
EliminaGrazie
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