lunedì 13 gennaio 2025

Bettino Craxi: 25 anni dalla sua scomparsa Né verità Né Giustizia

 Bettino Craxi: 25 anni dalla sua scomparsa Né verità Né Giustizia

Come ogni anno dal 2000 l’associazione Amici del Garofano Rosso e la Fondazione Craxi si ritrovano ad Hammamet il 19 gennaio per ricordare nel XXV anno della sua scomparsa un uomo, un politico, uno statista che ha subito in uno stato democratico una grave ingiustizia. 

Parliamo di Bettino Craxi, il segretario del PSI e Presidente del Consiglio, che in un momento di grave crisi economica ha saputo risollevare le sorti del Paese dandogli un prestigio internazionale e ottenendo la tripla A dalle agenzie di Rating e facendo dell'Italia la V potenza mondiale superando l’Inghilterra. Anche quest’anno, più di un centinaio di Italiani andranno ad Hammamet per ricordare e portare un garofano sulla tomba di Bettino Craxi. Ricordare non solo per la storia - affinché non prevalga la damnatio memoriae - ma per reclamare ancora nel nostro Paese la Verità, e dunque la Giustizia, sul caso Craxi, ma in generale sulla falsa rivoluzione chiamata eufemisticamente Mani Pulite”. 

Molti, strumentalmente, in mala fede o per ignoranza politica e democratica credono che coloro che ancora chiedono giustizia per Craxi sono motivati dal rancore e non comprendono che senza verità non c’è giustizia e senza giustizia non c’è democrazia.  La stessa diaspora che ha colpito i socialisti dopo i fatti di mani pulite ha più letture, la più stupida data per opportunismo o malafede è quella secondo cui i socialisti non possono schierarsi con la destra.  A destra di chi? cosa è La destra? Già per i comunisti, i socialisti non erano abbastanza di sinistra perché formavano i governi con la DC e, per questo, erano di destra.  Senza voler arrivare ai primi del 900 dove anche il caro Matteotti era considerato un socialfascista.  La bolla ideologica comunista ancora continua perché, nonostante la scomparsa dell’Unione sovietica, culturalmente è attuale e nella sua continua evoluzione o involuzione, ed oggi si appropria in modo camaleontico del termine “Sinistra” realizzando un doppio risultato: senza bisogno di cambiare cultura e dunque rimanendo ideologicamente comunisti, ovviamente non ortodossi, cambiano solo il nome; e pur dichiarandosi “Sinistra”, manipolano il senso della parola, perchè non esprimono valori su cui confrontare le loro scelte, scambiando abilmente la giustizia sociale con i diritti civili, certamente importanti ed inclusivi, ma non inclusivi come la giustizia sociale.

Inoltre, questo proclamarsi Sinistra in senso ideologico, tende alla polarizzazione del sistema politico, utile per eliminare concorrenti, come dire che la realtà è divisa in due: il bianco o il nero, volendo o cercando di abolire l’arcobaleno (leggi quelli che vengono chiamati cespugli che sono percepiti come disturbanti ma utili idioti per vincere). Il polarizzare è figlio del manicheismo che trasforma il confronto politico e la cultura politica in infantilismo o tifoseria e contiene in sé il germe dell’autoritarismo, ma garantisce rendite di posizioni elettorali dai ceti più ignoranti in senso etimologico.  Anche l’utilizzo dell’Antifascismo come collante di una presunta Sinistra è demenziale e antistorico e nasconde il vuoto politico. Con la polarizzazione si uccide il riformismo che è presente in entrambi gli schieramenti, ma diviso è ininfluente. Cosa c’entra tutto questo con l’andare ad Hammamet e ricordare Bettino Craxi? 

Egli è stato il capro espiatorio per realizzare un golpe post moderno per eliminare una classe politica che non si sarebbe mai immolata al Dio denaro come fine, totem della finanza speculativa angloamericana e non solo, alla quale si sono venduti o forse piegati per sopravvivenza politica coloro i quali oggi si autodefiniscono “Sinistra”.  Il paradigma destra/sinistra, dunque, è vecchio, fuorviante ed è utile per manipolare il popolo con la complicità dei media per nascondere la bolla autoritaria della finanza affinché si litighi tra destra e sinistra senza toccare i loro infami interessi. Il problema non è il capitalismo in sé, ma quello finanziario. Non si chiede nessuna abiura ma solo la Verità perché solo con essa è possibile realizzare un partito socialista riformista come è in tutta Europa, perché la Sinistra o è Socialista non lo è. 

Hammamet dunque, non è un pellegrinaggio o un incontro di reduci, ma vuole essere la testimonianza di chi non si piega all’abbrutimento della nostra società e dell’Europa, di coloro che credono che una società migliore è possibile, che l’esperienza del governo Craxi e i suoi insegnamenti sono ancora una prospettiva per migliorare il Paese. Dall’abolizione del debito pubblico ai paesi poveri, agli Stati Uniti d’Europa per avere un ruolo attivo nella globalizzazione e ritornare ad essere un popolo trai popoli sovrani, combattere la speculazione finanziaria che determina inflazione e dunque impoverimento dei ceti medi e proletari.  Essere ancora oggi Socialisti e Craxiani vuol dire lottare per un mondo più giusto che ponga l’essere umano al centro della sua strategia. Come la data del 25 Aprile, i 25 anni che ricorrono quest’anno rappresentano per noi la Resistenza in difesa della verità, senza verità non si costruisce un futuro democratico, libero dai condizionamenti e dai veleni che hanno intossicato e continuano ad intossicare la seconda Repubblica, da qui la necessità di una commissione d’inchiesta parlamentare per ristabilire la Verità e fare Giustizia.

Roberto Giuliano


 

venerdì 3 gennaio 2025

FASCISMO E COMUNISMO: L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

 FASCISMO E COMUNISMO: L’ALTRA FACCIA DELLA MEDAGLIA

C’è un vizio culturale nel nostro Paese che poi tanto vizio non è, ma una strategia raffinata di comunicazione manipolatrice della realtà: sì, perché sono le parole a dare senso alla realtà. In Italia il vecchio Pci sapeva che non sarebbe potuto arrivare al governo a causa dell’accordo di Yalta tra le potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale; da qui una spartizione del potere tra la Democrazia Cristiana e il Pci visto come il legittimo rappresentante dell’Unione Sovietica. In questa spartizione la Dc, forte del suo rappresentare − la Chiesa cattolica − ha lasciato al Pci la gestione della cultura laica mediante la gestione delle università e delle varie “case matte” della cultura, così come, in modo profetico e lungimirante, scrisse Gramsci nei suoi “Quaderni dal carcere”, per quanto manipolate da Togliatti e non solo. La sua teoria sull’egemonia culturale che contrastava per l’Occidente le teorie leniniste sulla presa del potere mediante rivoluzioni violente (potremmo dire con ironia che Landini non ha studiato Gramsci ed è rimasto a Lenin), si è dimostrata la teoria vincente.

Tutta questa premessa per dire che mediante il controllo del linguaggio, e dunque dei termini che si usano per rappresentare la realtà, gli ex comunisti hanno fatto credere che il termine fascismo rappresenta tutto ciò che è autoritario: dai comportamenti alle parole, dai ruoli ai gesti. Ovviamente questa operazione esclude una lettura del comunismo come autoritario in Italia. Uomo fascista, Padre fascista, hai detto una cosa fascista, quel gesto non devi farlo perché fascista, uccidere è da fascista, combattere colui che io decido che è fascista è cosa buona e giusta, la pensi come un fascista, ti sei vestito come un fascista, essere contro l’utero in affitto è fascista, etc. Questo fascistizzare tutto ciò che ad una élite politica, e oggi anche finanziaria, non piace è eguale a come fare di tutta un’erba un fascio senza più distinguere la poliedricità della realtà. Questo schematismo mentale di regressione infantile non è casuale, è volutamente sostenuto perché più un popolo è ignorante, nel senso etimologico del termine, più si determina una maggior capacità manipolatrice delle élite al potere.    

Precisiamo che élite al potere non sono oggi i governanti tout court, ma coloro che controllano i mezzi di comunicazione che non sono gli editori, ma la finanza che foraggia anche la politica.

Il Pci italiano, essendo stato fortunato nel rimanere nel blocco occidentale e non in quello comunista, per darsi una parvenza di democraticità ha utilizzato e utilizza l’antifascismo come garanzia della sua presunta democraticità. Pertanto, fascistizzare l’autoritarismo è la cosa più facile che ci sia, perché siamo tutti noi portatori sani dell’autoritarismo nel nostro di Dna culturale.  L’autoritarismo è insito nell’essere umano essendo la formula più semplice per affermare il comando, non è richiesta competenza ma la forza fisica tipica dell’istinto e nel tempo anche quella psicologica. Utilizzare questi arcaici richiami alla paura dell’autoritarismo definendoli fascisti è una grande operazione di manipolazione per nascondere, come ogni manipolazione, la verità e il vuoto politico di un ceto, che non sa proporre e neanche cogliere, anche per conflitti interni, i bisogni della popolazione.

 Il fascismo come il comunismo sono due figli degeneri del socialismo democratico, sarebbe disonesto non riconoscere ad entrambi l’aver colto e, per un periodo di tempo, supportato il bisogno di cambiamento delle loro popolazioni, ma nel tempo si è affermato il nocciolo autoritario della loro ideologia, come ogni altra ideologia.  Anche qui la polemica tra destra e sinistra è un’altra manipolazione, che l’ignoranza storica, in questo caso, favorisce: se aiutare i più deboli è di sinistra anche il fascismo è di sinistra, se l’autoritarismo e il razzismo sono di destra anche il comunismo è di destra. Il demerito di queste 2 ideologie è quello di aver sdoganato la violenza come valore per un mondo migliore. Il fascismo è morto nel 1946 e il comunismo è morto nel 1989/91, ma le loro mentalità autoritarie, purtroppo, sono vive e vegete ed infettano il sistema democratico.

 



 

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