Il capitalismo la guerra e la natura umana
“Quante volte s'è vista condannare la verità! È triste, ma purtroppo vero, che l'uomo non impara niente dalla storia.” (C. G. Jung). Oggi c’è di più, si cerca di ricordare la storia nel modo che più aggrada alfine di manipolare il consenso, con allarmismi e paragoni storici che non hanno nulla a che vedere con le forze attualmente in campo. Esistono, ovviamente, più storie che forniscono diverse verità, questo avviene perché coloro che vincono hanno tutto l’interesse di scrivere e far studiare l’interpretazione della storia in funzione al loro ruolo di vincitori. Ciò non vuol dire considerare il negazionismo una interpretazione della storia, anzi, il più delle volte è usato dagli interessati come operazione di contestazione per trovare una identità propria per contrastare in modo qualunquistico il potere costituito, ma nei fatti sono funzionali allo stesso potere che vorrebbero contestare, come dire: se non ci fossero bisognerebbe inventarli.
Con questo non si vuole certamente affermare che nelle vicende dei vari paesi non ci siano state “amnesie” storiche che, comunque, nel cambio di regime o nei secoli sono emerse: negare lo sterminio dei Curdi, degli Armeni o definire briganti coloro che si opposero all’unificazione dell’Italia. Non è un caso che i Paesi democratici nelle loro costituzioni prevedono il segreto di Stato, alfine di evitare che problematiche dell’oggi possano creare gravi difficoltà all’equilibrio internazionale o alla sicurezza dello Stato stesso. Piu che mai torna utile la riflessione di A. Gramsci: “L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari.”
Noi Europei ci dimentichiamo che le strade della nostra storia e civiltà sono lastricate da massacri, guerre, genocidi, il tutto sempre manipolando il popolo, ieri erano le Religioni, Re, Regine, Imperatori, Principesse, Baroni, Conti e Contesse, poi arrivò la Rivoluzione Francese ed emerse la Borghesia e da essa e con essa si sviluppò la finanza gestita da una nuova aristocrazia borghese che è quella che, dopo la caduta del comunismo, domina il globo. Nel mondo, ormai, esiste solo il capitalismo con varie forme di potere da quelle autoritarie a democratiche, con le varie sfumature da illiberale a liberale, da oligarchiche a teocratiche, entrambe sotto il dominio della aristocrazia finanziaria. Mentre ieri le guerre si facevano per far vivere bene il proprio popolo o comunità favorendo la migrazione in posti più accoglienti e dichiarando guerra a quelli autoctoni, pian piano si afferma il sempre presente delirio di potenza territoriale fino ad arrivare all’economia del controllo dei mercati. Delirio di onnipotenza da parte di alcuni umani al potere convinti di essere sempre nel bene o di avere una missione divina da compiere.
Le guerre che sono scoppiate in Europa, dopo il 1991, sono la conferma sia della fine di un equilibrio (del terrore nucleare), ma anche il diritto dei popoli usciti dal comunismo di vivere in democrazia, ma questa libertà ritrovata può essere utilizzata dalla finanza internazionale come conquista di nuovi mercati e dunque nuove zone d’influenza, condizionando la politica di questi stati con modalità non sempre democratiche di cui le guerre, i tumulti, i colpi di stato, ne sono la conferma.
L’odiato Trump ha tolto il velo dell’ipocrisia al buonismo dei Democratici americani e della finanza che li spalleggiava. Certamente, anche con Trump la finanza dirige le politiche, ma alla luce del sole, ciò vale per tutte le nazioni, non è un caso che Francia e Gran Bretagna stanno cercando, in questo momento e in tutti i modi, di ostacolare un accordo tra l’America e la Russia perché sarebbero esclusi dagli accordi economici sull’Ucraina. Consideriamo che esse sono tra le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale e hanno una sotterranea visione imperialistica (gli inglesi con il Commonwealth e la Francia con i Territori d’oltre mare), ma tali non sono.
Con l’affermarsi del capitalismo, come unica realtà economica mondiale, ci si pone il problema di quale capitalismo! Il capitalismo vive bene sia con regimi dispotici e autoritari, anzi meglio che con i regimi democratici. Da sempre il capitalismo Americano e quello Europeo sono differenti, noi abbiamo sempre avuto un capitalismo con una forte presenza di uno stato sociale, per quanto diverso da nazione a nazione, che non è paragonabile a quello americano, ma ormai anche in Europa è arrivato il vento della finanza angloamericana che destabilizza le istituzioni e impoverisce i popoli. Sarà possibile un capitalismo sociale? Una finanza sociale e produttiva? da non confondere con la finanza speculativa che prima ti deruba e poi, per lavarsi la coscienza, fa la beneficenza. Come possono i paesi democratici avere un controllo sulla finanza e non essere dipendenti dalla finanza? Le forze in campo sono diverse, l’intelligenza artificiale ridisegna una nuova rivoluzione lavorativa e sociale, ma se non curiamo ed educhiamo l’animale umano all’empatia per sé e i suoi simili rimarremo sempre dei selvaggi autolesionisti, che credono di risolvere i conflitti con le guerre, nessun paradiso terrestre, ma solo buon senso tipico di tutta la specie animale.