La corruzione del pensiero sintomo di
una democrazia malata
Non so se
dipende dai giornali o da una mentalità messianica, per cui ci si immagina il
mondo fatto solo di persone per bene, oppure si percepisce un mondo diviso
rigidamente in buoni e cattivi, dove poi per motivi ideologici i cattivi sono
ovviamente chi non la pensa come noi. Questa riflessione mi sovviene leggendo
le cronache giudiziarie di questi giorni per quello che riguarda gli scandali, il
caso Palamara/ CSM, la strumentalizzazione degli appalti in Lombardia ed il
silenzio su quelli della Regione Lazio, la caserma dei carabinieri di Piacenza.
Prima di tutto bisognerebbe comprendere che quando esce una notizia, sia di
cronaca nera che di politica sui media, non è la conferma che il mondo è pieno
di malavitosi, ma che la democrazia e la giustizia avanzano. Altro aspetto è
che le notizie di cronaca dovrebbero stimolarci la comprensione e non,
ovviamente, la giustificazione dei comportamenti umani che hanno determinato
quegli eventi. La distinzione tra comprensione e giustificazione è
fondamentale, confonderle vuol dire non cercare soluzioni ad un problema,
anzi è fonte di un meccanismo protettivo per sè, e proiettivo verso l’esterno,
per non indagare anche su se stessi, e dunque individuare sempre un
responsabile/nemico a cui attribuire qualunque colpa. In effetti il
giustizialismo si nutre di questo meccanismo proiettivo per
deresponsabilizzarsi delle proprie pulsioni, per questo trova molti adepti. Il
giustizialismo è un meccanismo antico dalla notte dei tempi, nella storia
possiamo trovarlo dalla santa inquisizione, alla legge del taglione, dalla
caccia degli untori alla visione islamica della sharia, etc., ed è un
meccanismo che fonda la sua forza nell’ignoranza del comportamento umano. Se
invece partiamo dall’assunto che ogni essere umano è portatore del bene e del
male allora la prospettiva cambia, sia a livello personale che
istituzionale. Se riusciamo a vedere in
colui che è malvagio, che ruba, che spaccia, che si droga, che si prostituisce,
che è un nostro simile, che anche noi se non avessimo avuto condizioni
culturali, educative e sociali diverse, avremmo una percezione diversa della
realtà. Adesso qualcuno dirà dobbiamo
giustificare il tutto? No per nulla, la legge della convivenza civile ci
obbliga a dire chi sbaglia paga, per cui nessuna giustificazione, ma il
poter comprendere quali sono state le condizioni che hanno permesso queste
“devianze” ci può essere utile per prevenire questi comportamenti. A livello istituzionale si conferma che la
democrazia è il sistema migliore perché è sempre correggibile, ma attenti
che la democrazia vive con il concetto di responsabilità, altrimenti muore.
Oggi tutti
si meravigliano della corruzione nella magistratura, nella pubblica
amministrazione, come nell’arma dei carabinieri, e ognuno propone ricette per
arginarla, come se la lettura che tutto ciò che è pubblico è corrotto per
natura. Gli anticorpi ci sono se c’è la volontà politica di attuarli, ma non
con una logica punitiva (tipica della mentalità giustizialista e messianica) ma
con gli accorgimenti che la democrazia ci offre. Prima di tutto vanno
normalizzate le istituzioni politiche e i partiti in primis, mediante un
finanziamento pubblico e privato che sia adeguato alla vita democratica dei
partiti, perché alcuni costi sono eguali per tutti i partiti nazionali,
togliendo il velo dell’ipocrisia che la politica deve essere volontariato; essa
è una professione e come tale per la sua rilevanza deve essere protetta dagli
altri poteri ed in particolare da quello economico. Sappiamo tutti che coloro
che rubano lo fanno solo per soldi. Per cui anche nella pubblica
amministrazione vanno messi controlli patrimoniali ed economici sul personale dipendente
e dirigente, fatti dall’interno o dall’esterno ma devono comunque essere
distanti e con carriere distinte dagli altri pubblici dipendenti, come dovrebbe
essere tra PM e Giudici.
Anche sugli
appalti bisogna mettere gli interessi in concorrenza tra di loro, ad esempio su
tutti gli appalti pubblici mettere l’obbligo dell’assicurazione dell’opera o
della fornitura, in base alla sua presunta validità temporanea, per cui se la
fornitura o l’opera è fatta male l’assicurazione paga la P.A. Oggi abbiamo una
Anac che di fatto complica la vita alla P.A. ed invece di essere un supporto è
diventata un’altra forma di magistratura preventiva. La democrazia ha i suoi
anticorpi solo a condizione che educhiamo alla democrazia, se le istituzioni
invece di essere punitive nei confronti dei cittadini, offrissero soluzioni per
cui sarebbe più conveniente vivere nella legalità, ma questo comporterebbe che
lo stato nei confronti dell’illegalità dovrebbe assicurare pene certe e
magistratura cristallina.
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