Il Virus, la paura e la società
Cos’è un
virus? È un micro organismo che non vediamo, come le radiazioni, ed il fatto
che non lo possiamo vedere genera paura. Ma essi sono presenti in natura, noi
siamo pieni di virus e batteri cosi come tutta la natura emette radiazioni, il
problema è se il nostro corpo è immune a determinati virus, o quante radiazioni
possiamo considerare normali. Cos’è la
paura? Certamente un istinto che appartiene a tutta la specie animale, essa
viene considerata come un campanello di allarme di qualche pericolo e rischio
che si sta correndo. Mentre negli animali essa è sempre collegata con una
risposta reattiva che prepara l’organismo alla fuga o all’attacco, nell’animale
umano essa può essere immobilizzante sia fisicamente che psicologicamente. La
paura, essendo un istinto, ha una funzione importante per la salvaguardia della
specie, ma nell’essere umano può essere un elemento fatale.
Saperla riconoscere
è l’atto fondamentale per gestirla e trarne i benefici. Siamo tutti coraggiosi finché
non necessita il coraggio, ma quando c’è una situazione di allarme allora compare
la paura e la capacità di gestirla, che è il coraggio. Non so se è la paura che
genera l’ansia o l’ansia è un preallarme della paura che sta insorgendo, ma,
comunque, l’ansia, il più delle volte, irrazionalmente porta all’immobilizzarsi
invece di reagire. A sua volta l’immobilismo
che noi percepiamo è quello fisico, esempio tipico è restare fermi vedendo un’auto
che ti viene addosso, ma nei fatti è nella psiche che avviene il bocco che non
attiva una reazione istintiva alla paura. Il comportamento che noi osserviamo
deriva dai comandi che l’organismo riceve dalla nostra mente. In questi giorni
di quarantena, dovuti all’epidemia di corona virus, molti trascurano il fatto che la prolungata
quarantena influisce non solo, giustamente come dicono molti psicologi, sull’umore delle persone, sulla loro
gestione dell’aggressività, ma anche nelle capacità relazionali connesse nel sentirsi in
una situazione di cattività psicologica. Certamente se riusciamo ad uscire dal
nostro ego e pensiamo fuori da noi riusciamo a comprendere che le misure
adottate dal governo sono necessarie, ma senza un isterismo collettivo che
criminalizza i comportamenti sociali borderline che non determino rischi, inoltre
se guardiamo indietro nel tempo, e valutiamo le nostre condizioni di quarantena,
esse sono certamente da privilegiati rispetto ai nostri bisnonni e avi. Ma è così per tutti ? Io credo di no, e si
commette un errore gravissimo nel pensare che la nostra situazione personale è
come quella degli altri.
Dopo quaranta e più giorni chiusi in casa cominciano
ad invadere la nostra mente i timori della sopravvivenza economica per molte famiglie
ed imprese, esiste quell’universo di persone che hanno perso il lavoro e che si arrangiavano con i lavori in “nero”, quelle che hanno finito le risorse e hanno problemi ad assicurare un bisogno primario
come il mangiare, esiste quel mondo variegato dei liberi professionisti,
artigiani, la moltitudine delle partite IVA che spaziano nei settori più disparati
dall’ alimentazione ai servizi, e non sanno se avranno le risorse per ripartire
e le vedono assottigliarsi per il mantenimento famigliare, con scadenze
fiscali e costi fissi che si accumulano. Ovviamente una volta per tutte va
sfatata la leggenda metropolitana che i professionisti e i commercianti sono
tutti evasori fiscali o ricchi possidenti, che certamente esistono, ma non sono
la rappresentanza della realtà del settore. Se a questa realtà aggiungiamo la naturale
paura per la propria vita e per i propri cari che viene supportata da una
martellante campagna mediatica “iostoacasa”, “restiamoacasa” si crea un corto circuito
psicologico che si manifesta con forme di intolleranza (sia di coloro che
rappresentano le istituzioni che di cittadini) e aggressività maniacali e ossessive: maniacali
verso gli altri che escono, ad esempio, le persone che vanno a fare la spesa e
vengono visti come presunti untori, e ossessive verso se stessi, come ad
esempio, le persone vanno in macchina da soli con la mascherina. Ora, aldilà
delle valutazioni sulle diverse responsabilità del governo e dell’opposizione nella
gestione della crisi, che in questo momento ci farebbe solo litigare e perdere
del tempo prezioso, è necessario far ripartire l’economia. Molti hanno sottolineato
i rischi per la democrazia nel rapporto tra libertà personali e la loro
compressione per l’interesse collettivo, cosa possibile, ma credo che gli
Italiani hanno gli anticorpi necessari
nei confronti dell’autoritarismo manifesto.
Dopo L’esperienza
del Governo Monti dobbiamo sperare che non ci siano valutazioni
ragionieristiche perché in ogni settore, perché all’interno di esso, esistono esigenze
e complessità diverse. Non solo tutte le forze politiche stanno elaborando
proposte e programmi per risalire la
china cercando di superare ostacoli che si sono creati, come quelli dei vari contributi europei che
oggettivamente, per un paese indebitato come il nostro, sono necessari, ma anche
la società civile avanza proposte come l’appello
di intellettuali ed economisti che si sono ritrovati nella parola d’ordine di “Ricostruire
l’Italia” promossa da Stefano Parisi, leader di Energia Per l’Italia. Il rischio
maggiore che il Paese corre non sarà la mancanza di idee, ma la capacità di coloro
che stanno al governo, e delle istituzioni in genere, di comprendere la bomba sociale che sta
covando dentro la quarantena e la capacità di trovare soluzioni, non improvvisate come l'emergenza sanitaria purtroppo ci ha dimostrato,
che coinvolgano le imprese, i settori del commercio, della distribuzione, degli
artigiani, del turismo, i liberi professioni e le micro imprese in genere che
sono l’ossatura produttiva del paese. Sarò un testardo nostalgico delle cose
buone del passato, ma credo che vada aperto un tavolo di concertazione tra le
parti sociali, il governo e le opposizioni, che discuta del merito dei singoli
provvedimenti dando il segnale al Paese che nessuno è solo, e che sappia
indirizzare la Pubblica Amministrazione in modo tale che non sia la palla al
piede della Ricostruzione.
Roberto Giuliano
SEI BRAVISSIMO
RispondiEliminaSE PUOI CERCA DI ESSERE PIÙ CONCISO
CIAO E GRAZIE
STEFANO COLUSSI
GRAZIE CI PROVO MA NON SEMPRE è FACILE
RispondiElimina