“SIGONELLA HAMMAMET L'AFFAIRE CRAXI: TRA MENZOGNE, VERITÀ E FALSI MITI
Ci avviciniamo al 25 anniversario della scomparsa di Bettino Craxi e c’è un fiorire di scritti che ci vogliono ricordare non solo l’uomo, il socialista, lo statista che è stato, ma anche che in questo Paese c’è un caso di malagiustizia non risolto, che è proprio il caso Craxi, come fu definito dal suo avvocato, ma anche una stagione buia, ricca di ombre e di interessi economici che volgarmente, ed eufemisticamente, si chiamò Mani Pulite che liquidò come una santa inquisizione la Prima Repubblica con i suoi partiti e uomini che ci fecero superare le ferite della guerra, posero le condizioni del benessere economico e ci evitarono di finire sotto l’ombrello del comunismo sovietico, di cui il PCI fu parte integrante finché non implose con la caduta del Muro di Berlino. Il libro di Salvatore Di Bartolo “SIGONELLA HAMMAMET L'AFFAIRE CRAXI: TRA MENZOGNE, VERITÀ E FALSI MITI” (edizione la Bussola) ha il merito di rievocare la politica del primo, ed unico ad oggi, Presidente del Consiglio Socialista, dalla Politica economica e sociale alla politica internazionale, dall’accordo sulla scala mobile per combattere l’inflazione al caso di Sigonella dove l’Italia, da fedele alleato, ribadisce la sua sovranità all’interno degli accordi internazionali, si perché essere fedeli e leali non vuol dire essere servili.
L’autore ripropone ciò che disse lo stesso sostituto procuratore del pool milanese di Mani pulite, Gherardo D’Ambrosio, avrebbe infatti confermato: La molla di Craxi non era l’arricchimento personale, ma la politica. il dilemma perché fu fatto morire cosi, riportando le riflessioni di Tony Blair, come è stato possibile che un pool “di impiegati statali “ ha potuto fare e disfare un sistema politico democratico?
“Perché lo avete fatto morire così?”, ebbe a chiedersi un incredulo Tony Blair riferendosi alle dinamiche che avevano preceduto la morte di Bettino Craxi. L’ex premier britannico non riusciva, infatti, a capacitarsi di come, in Italia, non si sia fatto nulla per consentire al leader socialista di curarsi in patria, nel tentativo di potere aver salva la vita. E, d’altronde, come dare torto a Blair: gli inglesi, del resto, non avrebbero mai e poi mai lasciato che un loro ex primo ministro morisse da criminale in terra straniera, vedendosi brutalmente negato persino l’onore delle armi.
Ho trovato estremamente interessante la raccolta delle riflessioni sull’Europa che Bettino Craxi espone da Hammamet, essendo stato tra i protagonisti dell’accordo di Maastricht, riflessioni che mettono in rilievo la profondità e lucidità del pensiero di Bettino in quanto conoscitore delle dinamiche politiche internazionali.
Giustamente Di Bartolo mette in evidenza che: l’Italia rimane pur sempre un paese con elevati livelli di corruzione, ove permangono tutt’ora e proliferano indisturbate quelle forme di malcostume e di immoralità che proprio le inchieste di Mani pulite avrebbero dovuto definitivamente smantellare. Al termine della tempesta, a perire sotto i colpi dell’arma giudiziaria non sarebbe stata dunque la corruzione, quanto piuttosto la politica, condannata senza appello a dover patire da lì in avanti una condizione di eterna subalternità rispetto alla Magistratura. Dobbiamo prendere atto che questa riflessione è attualissima, nonostante i vari scandali che riguardano il CSM e l’autodenuncia con il libro dell’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Palamara, il caso Striano etc. nulla cambia ad oggi, anzi alcuni di loro hanno affermato chiaramente che il loro obiettivo è contrastare il Governo e impedire la riforma della magistratura. Il connubio tra magistratura e media e dunque imprenditori che controllano i media è ancora forte. Oggi ricordare Bettino Craxi è pretendere la riforma della giustizia dichiarare in modo forte e univoco che in questo paese c’è stato un golpe organizzato praticamente dal combinato disposto magistratura e media con lobby finanziarie che hanno manovrato l’opinione pubblica come ben descrive Le Bon sulla psicologia delle masse. Il pregio del libro di Di Bartolo, oltre ai contenuti e ai documenti che raccoglie, è la capacità di far parlare nel libro, Craxi con le sue dichiarazioni, riflessioni e lettere, realizzando un opera scorrevole che se da un lato è una denuncia, dall’altro è un romanzo attualissimo sulla crisi della nostra democrazia .
Roberto Giuliano
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