La guerra, la natura umana e la propaganda (2)
Per Sun Zin, che ha scritto l’arte della guerra, “Tutte le guerre si basano sull'inganno” mentre Karl Von Clausewitz ci dice che “La guerra non è mai un atto isolato, non scoppia mai in modo del tutto improvviso, la sua propagazione non è l'opera di un istante.” Se consideriamo queste due frasi vere, dobbiamo prendere in considerazione alcuni aspetti del problema essendo gli estensori di queste frasi due militari e scrittori.
Il primo aspetto è che hanno scritto in un periodo storico in cui la dittatura o altre forme di governo dispotico erano in auge, l’altro aspetto è che nei sistemi democratici il convincimento delle popolazioni a partecipare ad una guerra è più complesso, ma non per questo impossibile. Storicamente le guerre sono avvenute per il bisogno dei popoli di ottenere terreni migliori, ma anche per alcuni popoli l’essere guerrieri era un modo di sopravvivere sulle spalle dei popoli che si conquistavano.
Esiste anche un altro aspetto di natura psicologica, se da un lato siamo tutti portatori del bene e del male (che sono soggettivi e appartengono alla cultura e alla morale di un popolo) ciò dipende dall’imprinting familiare, dalle relazioni che si frequentano e dalle esperienze personali per cui l’attinenza al comando, il cinismo, l’egoismo, ma anche il delirio di onnipotenza sono trasversali a tutti i ceti sociali producendo comportamenti diversi, con l’unica differenza che quando queste modalità relazionali appartengono a ceti benestanti o di “potere” i danni che essi possono provocare al loro popolo potrebbero essere gravi.
A conferma di quanto sopra scritto ci viene a supporto Karl Von Clausewitz che ci dice: “La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”. Le guerre in occidente, una volta che è caduto il muro di Berlino, si trasformano dal contrasto tra blocchi di super potenze nucleari incompatibili come i sistemi Comunismo/Capitalismo, a contrasto di interessi tra lobby economiche senza più limiti di confini essendo entrati nell’era della globalizzazione finanziaria e digitale.
Possiamo dire, senza essere smentiti, che le guerre si fanno per interessi economici delle lobby al potere che usano con varie tecniche manipolatrici i popoli per i loro interessi economici, che non sempre coincidono con gli interessi dei popoli, anzi ne sono le vittime. Esiste, tuttavia, una diversità di fondo tra i sistemi autoritari, dispotici e quelli democratici, anche se entrambi in qualche modo devono motivare al proprio popolo il perché di una guerra, la situazione è più complessa è per i sistemi democratici. In una dittatura i media sono tutti al servizio del potere e dunque non è possibile proporre idee diverse, per quanto parte del popolo può non farsi condizionare dalla propaganda, ma non ha mezzi per dissentire se non a rischio della propria vita. Nelle democrazie il consenso è fondamentale e visto che ormai non esistono barriere ideologiche che obbligavano le democrazie a far vivere bene i propri popoli per paura del comunismo, le lobby economiche hanno perso il sopravvento.
Oggi il rischio per le democrazie viene dagli interessi della finanza che è in grado di comprare i media e controllare i social anche mediante l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, per cui si rischia in modo diverso di essere come le dittature, ma con la possibilità di dissenso, per quanto emarginato, dal pensiero unico che viene profuso. Qualunque guerra necessita di polarizzare il popolo e dunque è necessario far affermare la cultura manichea in contrasto con il pensiero complesso. Nei sistemi democratici per controllare il dissenso si tende ad etichettarlo come complottista dando voce proprio a coloro che hanno idee strampalate (terrapiattisti, ufologi etc.) per ridicolizzare le opinioni divergenti. Inoltre il più delle volte si dimentica il lavoro sotterraneo e sporco, ma volte utile, dei servizi segreti che operano nei vari paesi senza dimenticare l’esistenza “dei vari lobbisti benefattori” i quali sovvenzionano organizzazioni che hanno lo scopo di realizzare gli interessi dei lobbisti con l'intento di influenzare le popolazioni e dunque le istituzioni dei paesi democratici. Altro aspetto non secondario è la cultura dell’emergenza che si coniuga con il sentimento della paura, la quale produce un abbassamento delle competenze cognitive quando l’emergenza avviene mediante un bombardamento mediatico ed è funzionale all’esorcizzazione e creazione del nemico. Pertanto credo che il problema delle democrazie nel terzo millennio è quello di trovare strumenti internazionali per controllare e rendere trasparenti le lobby finanziarie (diceva Falcone seguire la strada dei soldi), rendere i Media trasparenti nelle loro risorse economiche e ripristinare il finanziamento pubblico alla politica e dunque ai partiti per renderli autonomi dalle lobby finanziare, superando se possibile il sistema maggioritario che è funzionale a dividere il popolo per ripristinare il sistema proporzionale con un secondo turno maggioritario. Tutta questa riflessione spero sia utile per destare dal sonno coloro che in questi anni hanno fatto liste di prescrizione contro i Putiniani, i Trumpiani, i No vax, Sei di destra, Sei di sinistra, Sei omofobo, sei fascista, sei comunista etc. Ma nei fatti sono stati involontariamente degli utili idioti la realtà non è bianca o nera.
PS. Per i guerrafondai e sovranisti è utile sapere se si vuole avere la nostra sovranità avendo perso una guerra che molti dimenticano, abbiamo due strade, una dichiarare guerra all’America, Francia e Inghilterra che è una follia, l’altra è realizzare gli Stati Uniti d’Europa prima di riarmarci.
Roberto Giuliano
per la prima parte
https://lesfumaturedelgarofanorosso.blogspot.com/2025/03/la-guerra-la-natura-umana-e-la.html
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