domenica 21 settembre 2025

La Manipolazione dell’Autoritarismo in Fascismo e Comunismo

 

La Manipolazione dell’Autoritarismo in Fascismo e Comunismo

L’essere umano è un portatore sano di sentimenti  e percezioni (positive e negative) che ne determinano l’agire, la società umana, nei millenni, ha plasmato i suoi comportamenti mediante il metodo dell’utilità, che ci ha permesso di crescere e selezionare comportamenti sociali funzionali al nostro sviluppo, ma essendo un metodo umano, per quanto utile, è imperfetto come tutto ciò che è umano. Pertanto i comportamenti aggressivi che esistono nell’essere umano possono essere funzionali o disfunzionali in base al contesto: l’invidia, la rabbia, l’amore, l’odio, la paura, etc. sono sentimenti umani ineliminabili e sono gestiti soggettivamente nel quadro delle contraddizioni della cultura e dell’educazione di una società e viene impartita fin dalla tenera età.

 Le nostre società occidentali, ma non solo, sono state educate dalle religioni fin dalla nostra comparsa sulla terra, dai riti “pagani”, dalla mitologia greca, da quelli orientali fino alla comparsa delle tre religioni monoteistiche. La loro funzione è stata sempre utile (con le dovute contraddizioni) alla specie umana per superare paure e tutelare la convivenza sociale, perché l’essere umano è un essere sociale, e l’isolamento ne avrebbe determinato la scomparsa.

Saremmo però disonesti intellettualmente se non prendessimo atto storicamente che questa caratteristica umana, per quanto importante, è stata ed è usata da uomini e donne per comandare su altri esseri umani.

Sia le religioni orientali che quelle monoteistiche hanno accompagnato con regole e precetti diversi l’emancipazione umana, ovviamente anche in modo doloroso e violento da esseri umani che ne hanno gestito sia l’evoluzione che l’involuzione.  Nostri simili, che hanno sviluppato una capacità al comando, utilizzando gli stessi strumenti psicologici che abbiamo, ovviamente con concetti “del bene e del male” soggettivi, ma da loro considerati giusti, determinando periodi storici di benessere e guerre.  Tutto ciò per dire che il potere non è né buono né cattivo, ma dipende dall’uso che gli esseri umani ne fanno, e ognuno di noi nel proprio campo d’azione, più o meno consapevolmente, lo utilizza.

Coloro che stanno al potere conoscono bene il funzionamento della mente umana o se non lo conoscono hanno persone competenti che suggeriscono loro strategie di comodo per raggiungere gli obbiettivi che si sono prefissi.

Oggi la politica del dopo Yalta in Occidente si è trasformata da contenitore di valori e ideali a marketing sociale, si utilizza la propaganda e l’ignoranza (nel senso etimologico) come strumento per orientare le masse, alfine di un facile consenso politico.  La propensione all’autoritarismo è insita in ogni essere umano, lo è anche in forma positiva e cioè nel ruolo dei genitori nell’educazione dei minori, per quanto le nuove idee dicono di favorire il dialogo, essa è necessariamente presente nell’educazione primaria, anche se è per il bene del minore,  è comunque una fattispecie di autoritarismo.  


Se ogni divieto può sembrare autoritarismo, anche se serve al bene comune si determina un corto circuito nella democrazia che è fatta di regole, le quali possono sempre essere modificate ma con procedure democratiche. Intendere la democrazia come la libertà di fare ciò che si reputa giusto, anche da più persone è una sottile e perfida manipolazione che può determinare in menti deboli il considerare un’opinione diversa come un atto autoritario, proiettando sugli altri il proprio autoritarismo. Agendo in questo modo la manipolazione stravolge anche la storia e i termini che l’hanno contraddistinta come “genocidio, fascismo e comunismo” vengono banalizzati per criminalizzare ogni opinione contraria, diventano un anatema che rappresenta il male assoluto e dunque si legittima un atteggiamento violento nei confronti di chi non condivide la propria opinione perché è il male. Ciò purtroppo non è casuale anzi è voluto per polarizzare la società imbarbarendola con il rischio di sconvolgere la convivenza civile, perché una società aggressiva o violenta favorisce il controllo delle masse che per paura accettano di tutto.

Lo storico Emilio Gentile sostiene che lo strumento di manipolazione della folla non è utilizzato solo dalla tirannia, ma anche dai governi democratici, attraverso strategie di marketing politico, primi fra tutti gli slogan. Un altro strumento estremamente efficace è la ripetizione di parole e discorsi, in modo da ossessionare la mente umana.  

Il fascismo come il comunismo sono due fenomeni storici che si candidavano a fare del bene al popolo, ma la loro visione della società era intrinsecamente autoritaria, perché le loro teorie del potere vedevano nell’essere umano il buon selvaggio, mentre la natura umana se non ha contrappesi favorisce gli aspetti autoritari.

Diceva Le Bon: “Le masse non hanno mai avuto sete di verità. Chi può fornire loro illusioni diviene facilmente il loro comandante; chi tenta di distruggere le loro illusioni è sempre la loro vittima.” Ma per offrire illusioni il popolo deve essere ignorante (nel senso etimologico del termine), e l’ignoranza a sua volta si ciba di un’altra illusione che è quella “Dell’individuo in massa acquista, per il solo fatto del numero, un sentimento di potenza invincibile. Ciò gli permette di cedere a istinti che, se fosse rimasto solo, avrebbe necessariamente tenuto a freno.”  Questo sentimento distorto tra senso di appartenenza e di potenza gli fa credere di essere nel giusto e dunque legittima anche la sua violenza su chi la pensa diversamente perché è un fascista o un comunista. Questo uso distorto del fascismo o del comunismo è una grande operazione di distrazione di massa, non ci sono ne Lenin ne Mussolini alle porte, ma serve farlo credere  per coprire il vuoto politico di una falsa sinistra complice degli interessi della finanza internazionale che ha dimenticato la giustizia sociale, per i diritti civili, ma trasformandoli anche essi  in ideologia. Potremmo definire il pensiero autoritario (tra cui rientrano tutte le ideologie perché diverse dai valori) un pensiero infantile della natura umana,  mentre il pensiero democratico è quello delle persone mature, consapevoli delle proprie responsabilità verso di se e gli altri. Nell’Occidente tutto, oggi si fronteggiano due realtà, il pensiero autoritario e quello liberaldemocratico, il resto è propaganda e possono essere trasversali in tutti gli schieramenti, purtroppo anche in buona fede.

Roberto Giuliano

 https://opinione.it/politica/2025/09/22/roberto-giuliano-manipolazione-autoritarismo-fascismo-comunismo-falsa-sinistra/ 

 


 

sabato 13 settembre 2025

C’è un problema di misoginia anche nella magistratura?

 

C’è un problema di misoginia anche nella magistratura?

Nell’imaginario collettivo c’è la visione che un magistrato sia una persona degna di fiducia, una persona irreprensibile nei confronti delle fragilità umane, quasi fosse un semi dio della mitologia greca.

 Certamente è positivo che una istituzione venga vissuta come una garanzia del sistema, più che mai in un regime democratico o che voglia essere tale, deve garantire imparzialità nell’applicare la legge. Non è casuale che i Padri costituenti pensarono ad una magistratura autonoma ed indipendente, come un piccolo stato nello stato, e con un suo parlamentino (il CSM), sicuramente condizionati dall’esperienza della dittatura fascista e forse un po’ influenzati da una visione illuministica dell’essere umano, e non si resero conto della natura umana più in generale.

Il sistema democratico pone a suo fondamento l’essere umano con le sue potenzialità e autodistruttività, per i sistemi democratici dell’Occidente l’essere umano è al centro della costruzione del sistema, ciò anche grazie alla tradizione cristiana (dove il figlio di Dio si è fatto Uomo) non è un caso che si parla di diritti e doveri della persona, si passa dalla sacralità religiosa ad una sacralità umana.

Si dice, giustamente, che la democrazia è imperfetta cosi come lo è l’essere umano, ma sono perfettibili nel senso che possono migliorare, la perfezione non è un concetto che appartiene alla democrazia o alla specie umana, proprio perché è una costruzione umana.

Dopo questa necessaria digressione sulla democrazia, e quindi sul suo braccio operativo – la giustizia –, ricordiamo che tutti noi abbiamo rinunciato al nostro antico e barbarico diritto di farci giustizia da soli, delegandolo a un terzo soggetto: il magistrato.

Certamente è sbagliato generalizzare, come in ogni attività lavorativa ci sono magistrati bravi e magistrati problematici, nulla facenti e comunque, anche loro sono dei portatori sani del bene e del male che è insito in ogni essere umano.

Se si valuta l’operato della magistratura, nonostante il supporto mediatico che è il più delle volte positivo, il risultato statistico è negativo, così come per il cittadino comune, la scusa ufficiale è che si omette per non screditare l’istituzione.  La magistratura, però, è governata da uomini, con i loro pregi e difetti e, dunque, se non esistono contrappesi che bilancino e verifichino il comportamento diventa (come di fatto è) una corporazione che si autotutela e dunque diventa impunibile e questa impunibilità è la causa primaria del suo malfunzionamento.   

Casi di mala giustizia sono ormai enormi nei vari campi, dal civile al penale, questi casi hanno risonanza quando la vittima o l’inquisito sono personaggi pubblici, ma poi, come sempre, condanna o assoluzione cascano nell’oblio senza conseguenze per eventuali magistrati che hanno sbagliato.  Non si vuole condannare una categoria o una professione, ma mettere in evidenza la mancanza di anticorpi a tutela degli stessi magistrati, ma in particolare del cittadino per la quale sono stati assunti. Oggi assume un certo rilievo la sentenza di un Magistrato di Torino il quale afferma, nelle motivazioni, che il marito violento “va compreso”, per la quale a giugno ha assolto un uomo dall'accusa di maltrattamenti nei confronti dell'ex compagna, condannandolo solo a un anno e sei mesi per lesioni. Secondo il magistrato, il pestaggio del 28 luglio 2022 - sette minuti di violenza che hanno lasciato Lucia Regna, 44 anni, con il volto ricostruito da 21 placche di titanio e un nervo oculare lesionato - non fu "un accesso d'ira immotivato", ma "uno sfogo riconducibile alla logica delle relazioni umane".  Certamente la condanna c’è stata, ma il problema che si pone è la differenza che esiste tra la rabbia, un sentimento umano e la violenza agita che ne scaturisce, che è un comportamento umano consapevole che non ha giustificazioni, altrimenti torniamo al far west.

Questa sentenza ci pone vari problemi, allora dobbiamo essere comprensivi nei confronti di quelle culture che considerano normale agire violenza fisica sulle mogli e sui figli? Per cui hanno diritto alle attenuanti? E se una Donna scopre che il marito lo tradisce è autorizzata a gambizzarlo o questo presunto principio vale solo per gli uomini? Il sentimento della comprensione è certamente importante, ma non può essere un alibi: un anno di condanna formale, che non ha conseguenze sulla sua libertà, non è un atto di giustizia riparatrice, lo stesso anno poteva essere, ad esempio, di obbligo ai servizi sociali con un percorso terapeutico obbligatorio nell’imparare a gestire la rabbia.

I magistrati sono esseri umani fallaci, come ognuno di noi, con tutte le contraddizioni umane (passioni, tifoseria, vizi, etc.),  ma hanno un compito fondamentale nella democrazia e per la convivenza civile, per cui loro per primi dovrebbero essere periodicamente messi a verifica psicologica e sottostare ad una responsabilità gerarchica  (che non vuol dire essere controllati dal governo) che non è ledere la loro autonomia, ma è la condizione primaria affinché non si estranino dalla realtà e percepirsi super uomini. Ben venga la Riforma Costituzionale della Giustizia, ma nella riforma non vanno sottovalutati i tempi con cui la giustizia realizza la sua azione perché sono fondamentali affinché sia tale per l’inquisito che la vittima. 

Roberto Giuliano

 https://opinione.it/politica/2025/09/17/roberto-giuliano-giustizia-riforma-costituzionale-magistratura-fragilita-umana/




 

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