lunedì 20 aprile 2020

Corona Virus: Nomina negli Enti Pubblici e Finanziamento Occulto


Stiamo assistendo in epoca di corona virus al solito “mercato delle vacche” cosi lo 
chiamavano coloro che oggi lo stanno praticando, per le nomine dovute negli enti 
pubblici, tanto bistrattati ma tanto desiderati. Lo scandalo non è nelle nomine in se, che 
sono un atto istituzionale dovuto, in quanto è una prerogativa del governo, ma che esse 
avvengono con un parlamento semichiuso e tutta l’attenzione del Paese e rivolta alla
 lotta al Corona Virus.
 Un governo serio, in un momento come questo che stiamo vivendo, avrebbe 
prorogato gli attuali manager per un anno, ma non l’hanno fatto perché sanno che 
probabilmente tra un anno non ci saranno più o non ci sarà l’attuale maggioranza.  
 Pertanto le 5 Stelle o incassano adesso o non prenderanno nulla (alla faccia dei loro 
urli contro la casta e le lottizzazioni che in realtà tali non erano e non sono), lo stesso 
ragionamento vale per il PD visto che Zingaretti potrebbe essere travolto dal dopo 
Corona Virus o comunque sarà meno forte. Tutta questa urgenza nel rinnovare gli 
incarichi dei manager è dovuta in particolare al fatto che queste aziende in modo 
diretto o indiretto potranno finanziare le fondazioni o i partiti che li nomineranno
Questa ipocrisia italica, di un paese culturalmente cattocomunista, e dunque della 
doppia morale, una per il popolo l’altra per i chierici: cioè coloro che tutto sanno e 
che tutto è permesso grazie a magistrati compiacenti.  La cruda realtà che il popolo
 non ha voluto vedere, anche perché i media lo hanno sempre nascosto: è che i 
partiti costano, la politica costa, la democrazia costa, una dittatura costerebbe
molto di più ma non vedremmo mai i conti.  Per avere una classe politica degna 
di questo nome e non condizionata dai poteri economici serve un vero finanziamento 
pubblico come avviene negli altri paesi.  Non mi voglio addentrare nei meccanismi 
possibili ma deve  essere riconosciuto il valore indissolubile che sussiste per 
la democrazia tra politica e i suoi costi. Coloro che dicono che la politica la possono 
fare tutti, che la politica è solo volontariato, che nel parlamento Albertino i deputati 
non erano retribuiti (ed è vero ma erano tutti nobili) sono commentatori al soldo 
dei nuovi poteri economici a vocazione autoritaria. Un autoritarismo soft senza
 carrarmati per le strade ma spietato con i più deboli, resi più deboli perché senza
 voce (controllano i media), atomizzando le relazioni sociali e manipolando i valori 
della solidarietà favorendo i conflitti tra i meno abietti dividendoli in tifoserie 
contrapposte. 
  
L’esempio tipico di questa manipolazione dei “poveri” è avvenuto con il fenomeno 
migratorio e dell’accoglienza, da un lato coloro che comprendono le difficoltà degli
 immigrati vengono strumentalizzati come buonisti e dall’altro coloro che chiedono
 legalità vengono definiti razzisti. Certamente un fenomeno cosi complesso non può 
essere abbandonato a se stesso tranne che abbandonarlo è utile e strumentale a
 fare propaganda sugli uni e gli altri. Ultima versione di questa manipolazione è 
quella della presunta guerra tra le regioni del Sud e quelle del Nord, sulla epidemia
 in corso, dove lo Stato oggettivamente manifesta comportamenti di laisse faire 
repressivi, tipico comportamento di chi non sa dove mettere le mani per trovare
 una soluzione, anche perché il loro vero obbiettivo è utilizzare la pandemia a fini 
elettorali sulle spalle del Paese.
Roberto Giuliano
 
 
 
 

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