domenica 29 novembre 2020

L’ideologia dell’onestà produce disonestà

L’ideologia dell’onestà produce disonestà

I media ci distillano ogni giorno il mantra che niente sarà più come prima, questo è avvenuto sia con Mani Pulite e oggi con la pandemia, non so se questo mantra è una necessità giornalistica per una fuga della realtà difronte alle difficoltà della quotidianità o la trasposizione di un nuovismo o giovanilismo perenne affinché si criminalizzino i collegamenti con il passato, con le nostre radici. 

In questa logica di rimozione del passato perché responsabile di tutti i nostri mali, si può intravedere un tentativo post-moderno, di destrutturare la consapevolezza umana alfine di realizzare il mitico uomo nuovo, aspirazione autoritaria di tutti i filosofi pessimisti del presente per creare una società migliore.  Questo subdolo tentativo di involuzione culturale avviene mediante una precisa colpevolizzazione delle responsabilità dell’Occidente nei confronti del mondo (dimenticandosi ciò che diceva Marx che la storia dell’uomo è storia di Sangue) ed ipotizzando che il nuovo uomo per essere tale deve rompere i suoi legami con la sua cultura e storia, in un linguaggio post moderno potremmo definire che il cervello dell’uomo, la sua storia va resettata e immetterci nuove narrazioni più consone al nuovo modello di società. Certamente le nuove tecnologie contribuiscono a modificare il nostro modo di vivere aumentandone la qualità, ma anche i disturbi che sono la logica conseguenza dell’evoluzione. 

Con la falsa rivoluzione di Mani Pulite si indicava al popolo la società degli onesti e si è fatta considerare tutta la prima Repubblica un marciume da dimenticare, il vecchio da superare. Intervengono nel lessico politico frasi ambigue come presentabile, un volto giovane, chiunque può fare politica, l’uno vale uno, denigrando la competenza e la professionalità, che anche la politica richiede, ed omettendo la passione ed i valori che sono imprescindibili per chi si occupa di politica. Oggi in piena pandemia ci troviamo governati da coloro che sono i legittimi rappresentanti di questi disvalori e che sono stati spacciati dai media come valori. 

Tra il Conte 1 e il Conte 2 non c’è differenza sono entrambi figli di una visione demagogica della società con forte tratti di autoritarismo, che nel Conte 1 veniva rappresentato da Salvini, essendo la Lega già da tempo criminalizzata come razzista, mentre nel Conte 2 essa è intrinseca ai due movimenti, 5S e PD, ed emerge con evidenza nell’utilizzo della pandemia per nascondere le loro incompetenze a gestire l’emergenza sanitaria. 

La novità in questo governo, se così vogliamo considerarla, è il ruolo del PD, da sempre riconosciuto, nonostante le sue vocazioni giustizialiste, come un partito composto da persone competenti, sta mostrando nella sua azione di governo, una classe politica vacua senza ideali ed incompetente.  Credo che, ormai, il Consiglio dei Ministri assomigli sempre più ad una riunione di condominio, dove ognuno la spara più grossa solo per affermare di esistere, il caso esemplare è quello della notte di Natale. Che il governo voglia evitare assembramenti, giusto o sbagliato che sia, è evidente, ma allora avrebbe avuto più senso vietare la messa delle 24 anziché anticiparla alle 22, perché l’assembramento ci sarà comunque. Un solo dubbio, se questa scelta demenziale è dovuta alla paura di mettersi contro il Vaticano nel vietarla o solo per delirio di onnipotenza nei confronti della sacralità da parte dello Stato, inteso in senso Hegeliano, a cui anche la religione si deve assoggettare. 

Comunque la si vuole leggere, emerge in modo chiaro, la loro incapacità di essere rappresentanti di uno Stato democratico. Vanno ricreate le condizioni per ricostruire una classe politica degna di questo nome, che non si può improvvisare, pertanto servono alcune riforme di base, meglio se tramite una assemblea costituente, riformare la giustizia dalle fondamenta, ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti e renderli democratici mediante la registrazione come prevede già l’attuale costituzione. Un’ultima osservazione riguardo allo scandalo di cui i media non parlano e la magistratura dorme, che coinvolge le 5 Stelle con la Philip Morris. Coloro che hanno creduto al mito di Onestà, Onestà, si dovrebbero vergognare per la loro deficienza intellettuale, perché l’onestà è un valore della persona e non della politica, e dunque le persone oneste faranno politiche oneste, ciò ci fa comprendere il potere dei media nel manipolare la realtà e dunque ci dobbiamo porre il problema di regolare il conflitto di interessi che sussiste tra la stampa e le loro proprietà a difesa della democrazia.   



  
   

 

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