sabato 4 ottobre 2025

La CGIL da sindacato unitario e di massa a sindacato dei Like

 

La CGIL da sindacato unitario e di massa a sindacato dei Like

La CGIL per me è stata una scuola di vita, per quanto gli scontri politici tra socialisti e comunisti erano all’ordine del giorno, c’era una unità umana e politica sulle iniziative sindacali che ci forgiava ed evitava le banalizzazioni strumentali che i partiti di riferimento si lanciavano per acquisire voti.

Ho vissuto nella CGIL gli anni di piombo, nel 1978 collaboravo nella Lega dei disoccupati di Roma come componente socialista, erano gli anni della legge sull’occupazione giovanile, c’era una forte tensioni nel Paese per il rapimento Moro, e quelli  che inneggiavano alla P38,  ricordo che i compagni comunisti legati alla Fgci mi proposero di organizzare una manifestazione studenti e disoccupati, è vero che gli studenti, proprio perché studiano sono disoccupati, ma non vedevo di buon occhio  questa iniziativa per due  problemi di fondo 1) le esigenze tra studenti e disoccupati sono diverse 2) il clima di tensione non garantiva una tranquillità visti gli scontri che erano accaduti nelle manifestazioni studentesche e anche contro la CGIL,  ad esempio, all’università. Mentre riflettevo su cosa fare mi arrivò una telefonata del segretario generale aggiunto della CGIL Agostino Marianetti, onestamente ero un po’ intimorito, visto che non ci avevo mai parlato, che mi dice: abbiamo appena finito la segreteria e d’accordo con Luciano Lama abbiamo deciso che questa manifestazione non si deve fare per motivi di sicurezza, per cui la devi far saltare, la CGIL è tutta d’accordo. Mi scontrai con i compagni comunisti della Lega dei disoccupati, ma alla fine l’iniziativa saltò e i compagni della Fgci se ne fecero una ragione.  Racconto questo particolare perché la Cgil ha sempre dialogato con gli studenti, ma non ha mai voluto una saldatura politica perché quando il sindacato organizzava le manifestazioni o scioperi si assumeva la responsabilità nella gestione dell’iniziativa, inoltre la logica dei movimenti giovanili è diversa perché rispondono ai partiti o associazioni e possono condizionare il valore della autonomia e dell’unità sindacale. Osservare oggi questa saldatura con gli studenti, per riempire le piazze, è sintomo di una perdita di ruolo.

Vedere oggi la CGIL che promuove referendum demagogici da sola e che organizza scioperi generali per Gaza è veramente triste, non perché non si deve sostenere la causa Palestinese, ma perché la CGIL che ho conosciuto avrebbe organizzato manifestazioni il pomeriggio e non scioperi, così facendo si confonde con i facinorosi e involontariamente dà loro un supporto, ma cosa ancora più grave rompe nei fatti l’unità sindacale con CISL e UIL.

Poi emerge, come sempre, “la motivazione buonista”: la decisione di proclamare lo sciopero è stata presa per dare copertura agli scioperi spontanei dei lavoratori, per non mandarli allo sbaraglio.

Anche qui ricordo la stessa motivazione mi fu data quando si firmò l’accordo di San Valentino, nel 1984,   ero segretario regionale della Fillea CGIL del Lazio, li sentivo urlare al telefono, nella stanza accanto, dicendo ai delegati di scioperare perché cosi lo aveva deciso il partito, e alle riunioni di segreteria raccontavano della spontaneità degli scioperi perché i lavoratori rifiutavano l’accordo sulla scala mobile, per poi svegliarsi, l’anno dopo che hanno richiesto il referendum, con una sonora sconfitta. Va detto per onesta storica, che Luciano Lama non firmò l’accordo perché il partito gliel’ho impedì. In quel caso, comunque, si trattava di una materia sindacale e si consumò una frattura(sia con la CISL,UIL; e Socialisti della CGIL) ma anche tra una parte del sindacato comunista e il PCI, i quali non potevano accettare che il governo Craxi avesse il consenso dei sindacati senza barattarlo con il Partito, e comunque Lama fece di tutto per mantenere la CGIL e il sindacato unito,perchè consapevole che aldila della battaglia del giorno, ai lavoratori il sindacato unito serve.

Il mondo è cambiato da allora, c’è stata mani pulite che ha distrutto i Partiti con cui il sindacato dialogava, all’interno del sindacato sono spariti i partiti storici che ne hanno determinato la nascita, si sono trovati “orfani” e sono cambiate le logiche che determinavano i gruppi dirigenti diventando autoreferenziali. Mani pulite, inoltre, ha evitato di indagare sul sindacato tutto e sulle cooperative.

In quegli anni l’unico riferimento politico fu l’Ulivo, il quale li uso per gestire la svendita delle aziende pubbliche con il mito che privatizzare avrebbe migliorato l’efficienza ed abbattuto i costi per i cittadini,  grazie alla concorrenza, cosa falsa e oggi è evidente a  tutti visto  il costo triplicato delle tariffe,  sempre con il governo dell’Ulivo si è precarizzato il rapporto del lavoro rendendo il futuro dei nostri figli incerto, dicendo che si trattava di flessibilità e  che così si efficientava il mercato del lavoro.   Cosa è rimasto della CGIL e del Sindacato Unitario Confederale? Nulla! La Cgil rompe i rapporti unitari, abbandona il valore dell’unità sindacale con Cisl e Uil, agisce da partito politico facendo concorrenza al PD  per lotte interne, corre dietro ai sindacati autonomi, si conforma all’attuale  decadimento cognitivo politico e sociale anche del sindacato mediante la proposta del salario minimo per legge, affermando la sua nullità contrattuale, si adegua al mondo virtuale, che per esistere deve fare movimento fine a se stesso, non orienta più le masse ma va dietro alle masse e al massimalismo dei sindacati autonomi, dal sindacato di massa si è passati al sindacato di immagine. Non solo, rispetto alle violenze di piazza, di cui certamente non è responsabile, non si dissocia in modo netto e forte, ma utilizza un linguaggio che incoraggia: “la rivolta sociale”; ma cosa peggiore non dice nulla per bloccare questa deriva storico culturale che confonde il governo democratico (discutibile) di Israele ma democratico, con la caccia all’ebreo, e indirettamente avvalla la visione di far considerare i terroristi di Hamas come i difensori dei Palestinesi, invece dei veri carnefici del popolo Palestinese a Gaza. Diceva Papa Wojtyla: il comunismo è finito (per fortuna) il capitalismo ha vinto, ma i poveri esistono ancora. Come dire che lavorare per la giustizia sociale è ancora attuale ed è una prerogativa (non solo ovviamente) di coloro che si considerano socialisti e dunque di una sinistra democratica che non c’è né in Italia né in Europa perché assoldate dalla finanza internazionale.

Giuliano Roberto

 





 

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